dieci

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Dopo una cena a base di occhiatacce e doppi sensi, decidiamo di andare a bere qualcosa in un posto tranquillo.
Fortunatamente è vicino al ristorante e con una piacevole  passeggiata, arriviamo in poco tempo.
Una volta dentro, prendiamo posto su alcuni divanetti messi intorno ad un tavolino.

Mi guardo intorno curiosa.
L' ambiente è molto curato, colori sono chiari, le pareti e l'arredo sono sulle tonalità del panna, tranne per dei cuscini rosso bordeaux poggiati su i divani.
La musica fa da piacevole sottofondo e le luci soffuse, danno un'aria più intima.

"Ivy, avrei bisogno di alcuni giorni di ferie, la prossima settimana.
Devo partire per lavoro." Dico alla mia amica, nonché datrice di lavoro.

"Ma con il tuo capo?" Chiede Willow.
Annuisco.
Ma ho paura, conosco la mia amica e so' che non terrà a bada la sua lingua.

"Ma quello sexy da morire, di cui ci parli?" Appunto, dicevamo?

"In realtà, le sue parole sono state più dio come me lo farei, ma sono dettagli.
Certo che puoi prenderti tutti i giorni di cui hai bisogno, che amica sarei se rifiutassi? 
Passerai con il tuo sogno erotico una settimana intera" continua Ivy, facendo ridere tutti gli altri.
Tutti tranne me.
Cerco di sprofondare nel divano, sotto gli occhi di Ty che non sa cosa dire, ma anche sotto gli occhi di Patrick che mi guarda tra il divertito e il soddisfatto.
Io sono spalmata sul divanetto, con la mano davanti agli occhi.
Credo di aver assunto una colorazione rosso fuoco.

"Da quello che ci racconta,  è bello quanto stronzo e anche puttaniere." insiste Ivy.

Addio, è  stato bello.
Da domani sarò senza lavoro.

"Deve essere un bel tipo, il tuo capo" dice Patrick.

"E deve essere anche un coglione, se non ci prova con una sventola come te" dice Nola dando una gomitata a Patrick.

Io lo guardo implorando con lo sguardo.
Sto per aprire bocca ma Willow mi anticipa "Nella sua mente perversa, la nostra Camille si è fatta dei bei film sulla scrivania del capo.
Deve essere veramente un gran pezzo d'uomo.
Peccato che sia impegnato con una, vero Cam? Ci ha anche raccontato quando..." la situazione, se possibile, sta degenerando e decido di interrompere suo monologo.
"Ho bisogno di bere, chi mi accompagna?" Chiedo guardando Ty.
Il mio amico sta per alzarsi quando, l'ultima persona con la quale vorrei condividere, in questo momento, l'ossigeno, si alza "ti accompagno volentieri " dice sorridendomi.
Evviva.
Voglio morire.
Ma prima voglio bere fino a dimenticare questa serata.
E poi muoio.
Mi fa cenno con la mano di precederlo e poi mi si affianca, mettendomi una mano sulla parte bassa della schiena.

Muoio subito.

Ci avviciniamo al bancone e ordiniamo: vodka liscia per lui, alla pesca per me.

Il silenzio è imbarazzante e decido di romperlo.
Lo guardo negli occhi "scusa per prima, le mie amiche hanno esagerato"
Lui mi guarda e strizza le labbra per trattenere un sorriso.

"Ti prego di qualcosa " quasi piagnucolo.

"Non so che dire, veramente mi hai spiazzato. Sono, diciamo, piacevolmente colpito. Credo che voi ragazze, quando parlate di uomini tra voi, siete peggio di noi " dice ridendo.
Poi prende il bicchiere e lo innalza per brindare "alla prossima settimana " dice guardandomi negli occhi, inclinando poco  la testa.

Lo guardo e butto giù il mio bicchiere tutto d'un fiato.
"Parlami di te Camille, perché fai due lavori?" Mi domanda ma si vede che è sinceramente curioso.
Resto incantata a guardarlo.
È così giovanile vestito casual, senza quell'aria tesa che ha in ufficio. Sembra in ragazzo come tanti e non la persona importante che è in realtà.
Ora è senza pensieri e rilassati.
E mi piace di più.
Troppo di più.
E non va bene.

"Hey, tutto ok?" Chiede.

"Si, scusami.
La mia storia non è niente di che. Non c'è molto da dire.
Vengo da una famiglia facoltosa che però,  non condivide le mie scelte, quindi sono andata via da casa.
Ho bisogno di due lavori perché,  ovviamente mi servono i soldi per vivere. Amo la musica e vorrei, un giorno,  che diventasse il mio unico lavoro." Mi riesce facile aprirmi con lui.

"E tu invece? Qual' è la tua storia?" Chiedo.

"Ho ereditato la ditta da mio padre quando è morto.
Era in declino perché lui non si buttava, aveva paura di osare e tentare.
Io invece preferisco buttarmi se penso che ne valga la pena  e grazie a degli investimenti giusti, sono riuscito a creare quello che tu conosci." Mi parla, sorseggiando il suo liquore.

"Ty non è geloso per quello che hanno detto le tue amiche?" Chiede.

"Cosa? Perché dovrebbe?" Domando curiosa, aggrottando le sopracciglia.

"Be',  se le amiche della mia ragazza parlassero così in mia presenza,  mi incazzerei" dice ovvio.

"Io e Ty?
Ma lui non è il mio ragazzo, sta con George da un paio d'anni, convivono e molto probabilmente,  si sposeranno presto" dico ridendo e mi sorride anche lui.
E vedo nei suoi occhioni, una luce diversa.
Lo prendo per mano e torniamo dagli altri.

La serata volge al termine.
Torniamo alle macchine e iniziamo a salutarci.
"Posso accompagnarti a casa?" Mi chiede Patrick.

E parte il film mentale.
Perché?
Cosa vorrà?
Ma dovrei farlo salire?
E come dovrei salutarlo poi?

Ma mentre penso Ty mi schiocca un bel bacio rumoroso sulla guancia,  seguito da George "ciao tesoro, ci sentiamo domani"

Grazie Ty, ti amo anch'io.

Salutiamo tutti e montiamo in macchina.
Mi stringo nelle spalle imbarazzata.
"Hai freddo?" Chiede Patrick.

"No, sono solo imbarazzata" rispondo sinceramente.

"Perché? Per prima?" Chiede tranquillo.

"Be',  sei il mio capo e le mie amiche mi hanno fatto fare una figura di merda, involontariamente , ma sempre figura di merda ho fatto."

Una volta impostato l'indirizzo sul navigatore, restiamo in silenzio.

"Sono licenziata?" Chiedo di punto in bianco.

Mi guarda e spalanca gli occhi "assolutamente no. Perché dovrei licenziarti? Hai fatto solo  degli apprezzamenti sul tuo capo"

"E ti ho dato dello stronzo" aggiungo.

"Ma hai detto che ti piaccio" fa l'occhietto e continua " per l'esattezza, la tua amica ha detto che mi ti f..."

Lo interrompo urlando " ok, ok ti prego, non parliamone più "
E finalmente,  siamo sotto casa mia.
E ora?
"Senti Patrick, credi che la situazione sia decisamente imbarazzante. Tu sei il mio capo e questa sera hai assistito a delle conversazioni poco..."
Ad interrompere il mio monologo imbarazzato, sono due labbra morbide e calde che si muovono, sapientemente oserei aggiungere, sulle mie.
La sua lingua mi invade, piacevolmente, la bocca, ritrovandosi a giocare con la mia.
Poi, con la mano, afferra il mio avambraccio, tirandolo verso di sé. Invitandomi a mettermi a seduta su di lui.
Il bacio si fa sempre più intenso.
Le sue mani sono su i miei glutei e le mie tra i suoi capelli.
E si, me lo farei.
Qui.
Adesso.
In macchina.

Ci stacchiamo, e mentre i nostri respiri e i nostri cuori, cercano di tornare normali, i nostri occhi s'incatenano.

"Chi sei veramente Camille?" Sussurra con la voce carica di desiderio.
Incapace di rispondere, socchiudo leggermente le labbra, abbasso lo sguardo  e vedo le mie mani  sul terzo bottone della sua camicia.

Siamo al punto di non ritorno.

"Vuoi salire?" Gli chiedo, senza alzare la testa ma solo lo sguardo.

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Ciao a tutti, ci tenevo particolarmente a ringraziare BlackRose311 .

Se questo capitolo ( bello, brutto, scritto male e pieno di errori) c'è,  è solo per le sue parole di incoraggiamento.
Quindi, sinceramente  GRAZIE !

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