Il gioco della vita, il gioco dell'amore

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Perchè forte come la morte è l'amore
Tenace come gli inferi, la passione
Il Cantico dei Cantici








╰☆╮


Flashback, Michigan, agosto 2012





Arrossii come una ciliegia d'estate. Non sapevo cosa rispondere. Conoscevo la risposta, ma pensai che i fiori fossero ancora acerbi per comprendere.

«Non posso dirtelo adesso, Harry, ma un giorno te lo dirò... te lo prometto. Sei il mio angelo e non posso tenere segreti con te», le mie guance erano in fiamme. L'amore, a volte, è timido e come un angelo birichino si colora come le rose nella stagione della giovinezza.

«Dai, barboncino, che sarà mai? Qual'è il segreto per ingannare il tempo? Sbrigati, scema».

«Ecco...», arrossii ancora più fortemente. Chinai il volto e mi portai il fiorellino alla bocca, come meccanismo di protezione inconscia, per impedire a me stessa di parlare.

Era il mio scudo.

«Per adesso... posso darti un indizio, okay? Diciamo che... esiste un posto in cui ogni desiderio del cuore può divenire reale. Solo che è difficile da raggiungere», dissi, timidamente.

Harry mi fissò, incredulo, con le sopracciglia inarcate e la bocca leggermente aperta.

«Sei una scema. Una bambina scema e io ti sto pure ad ascoltare», scosse la testa con disappunto.

«Questo posto esiste e il segreto c'è. Rispetta la mia decisione. Te lo dirò un giorno. Te lo prometto, mio angelo... adesso ti andrebbe di riprovare?».

«Sei una stupida... okay».

«Siediti di nuovo e cerca di stare rilassato. Prova così, quando ti sfiorerò immagina che sia semplicemente un oggetto inorganico, okay? Cerca di fare respiri più lunghi».

«Non so se ci riuscirò».

«Se ci riuscirai solo una volta... anche se per poco, ti renderai conto che puoi farcela e inizierai a credere in te stesso. Coraggio, principino».

«D'accordo».

«Chiudi gli occhi, Harry».

Avvicinai il fiore, cautamente e questa volta, riuscii a sfiorarlo. Quando la punta di un petalo sfiorò il suo dito, Harry iniziò ad ansimare, come fosse stato in procinto di soffocare da un momento all'altro.

«Resisti... respira piano... più a lungo, coraggio, amore mio...», gocce di rugiada calde per l'emozione nacquero nei miei occhi e sentii Harry respirare più lentamente.

Non ritrasse la mano, né colpì il fiore. Ce l'aveva fatta, ma dopo un secondo... allontanò le dita.

Le sue guance divennero completamente rosse, come un cocomero maturo. In quello stesso istante, sentii il cielo stringerci come un abbraccio materno, i fiori candidi, deprivati dei loro colori, brillare di bellezze sfavillanti, perchè... i suoi occhi erano la purezza, lui era la grazia... e, accanto lui, il sole, i fiori, il cielo e le nuvolette pallide diventavano miracoli.

«Sei stato bravissimo, mio angelo. Sono molto fiera di te», dissi, mentre ancora lacrime di gioia profonda cadevano sui miei zigomi.

«Come... come mi hai chiamato?», disse, completamente rosso.

«Mio angelo».

«No, prima...».

«Ecco io...», mi posi le mani sul viso, per nascondere le mie gote in fiamme. L'avevo chiamato amore mio. L'avevo detto spontaneamente, senza pensarci.

L'amore è come la polvere da sparo (#Wattys2020) COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora