Angeli travestiti 2.2

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«Sti senti senza senza speranza, se il cuore ti è stato strappato, rammenta queste parole: se la gioia o l'amore che cerchi tardano o non arrivano, è perchè la vita ti sta preparando delle gioie e degli amori più grandi».
Questa era la scritta che lessi una volta, quando ero bambina alla casa famiglia e, quel giorno, mi sembrò davvero veritiera.

Entrammo nell'auto di Harry. Mi sedetti davanti. Mi sentivo talmente felice che il cuore sarebbe potuto esplodermi nel petto da un momento all'altro.

Harry si mise alla guida, accese la radio e mise in moto. Partì una canzone rock, mixata, di un gruppo musicale che non conoscevo. Lo osservai attentamente mentre guidava e mi persi di fronte alla sua bellezza superba: i capelli erano illuminati dalla luce fioca dei lampioni, gli occhi d'autunno erano attenti, concentrati alla guida e sulle labbra era dipinto un sorriso felice, pieno d'amore. Sorrideva come se il tempo si fosse fermato davvero.

«Principino...», sussurrai. Gli posi una mano sulla coscia. Si voltò nella mia direzione e mi guardò con occhi innamorati, colmi di tenerezza.

«Dimmi, principessina».

Il mio cuore batteva più forte, ogni volta che lui mi chiamava così.

«Stiamo andando a casa tua?».

«No. La mia casa non è ancora del tutto pulita e mancano ancora dei mobili. Per adesso alloggio in un hotel, fino a quando non avrò assunto una domestica, che mi aiuti con le pulizie. La mia colf personale mi ha mollato. Era troppo gelosa...», ridacchiò.

«Tranquillo. Ci penserò io, amore mio. Domani stesso, andremo a pulire».

«Ma tu sei una principessa, non posso permettere che sia tu a pulire e, poi, la casa è grande. Ti servirà aiuto, piccola».

«No. Posso farcela, perchè ci sarà il mio principino a darmi una mano».

«Non ci pensare neanche. Il tuo principino ti darà una mano solo a riposare e a mangiare. Non sono portato per fare le pulizie. E non posso stare a contatto con la polvere per via... beh, non mi piace parlarne, ma lo sai a cosa mi riferisco», mi fece la linguaccia.

Il mio cuore si congelò. A causa della sua malattia doveva fare attenzione agli acari e ai batteri. Il mio viso si intristì, ripensando a tutto quello che aveva passato. Allungai una mano e gli accarezzai i capelli. Mi sorrise.

«Harry... non mi sembra ancora vero... sono così felice, amore mio. Ci siamo ritrovati finalmente. Non sono mai stata tanto felice in vita mia...».

«Anch'io, barboncino», tirò fuori la lingua per prendermi in giro.

La vita aveva conservato per me così tanta felicità e, quando ormai, avevo perso ogni speranza, aveva forgiato per me i gioielli più belli.

Dov'era nascosta tutta questa gioia, in tutti quegli anni di sofferenza? Perchè avevo sofferto così tanto?

«Abbiamo tante cose da dirci. Mi devi raccontare cosa hai fatto in tutti questi anni, come hai vissuto, della tua famiglia affidataria. Di tua sorella. Avremmo tutto il tempo del mondo, d'ora in avanti, amore mio».

«No».

«Perchè... ci mettiamo così tanto ad arrivare? Non resisto più. Voglio riempirti di baci, di coccole, di carezze. Ho bisogno di te».

Ridacchiò.

»Lei è davvero impaziente, signorina. Capisco che è impossibile resistere al mio fascino. Ma la prego, si ricomponga».

L'amore è come la polvere da sparo (#Wattys2020) COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora