Stelle spezzate 3.3

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Londra, 15 settembre 2017



Il mio cuore esplose per la paura e lanciai un urlo feroce. Mi voltai di scatto, senza neppure pensare: Harry.

Lui... sempre lui... una stella onnipresente.

Mi si parò davanti e lo guardai ancora, perdendomi nella sua bellezza devastante. Era fiero, sprezzante e bellissimo con i suoi capelli d'autunno, che mettevano in atto un gioco maestoso con i raggi di sole. Il fisico mozzafiato, le braccia muscolose, scolpite e gli occhi che mi scrutavano, spogliandomi di ogni mia certezza, fecero perdere molti battiti al mio cuore.

Sentii l'intero mio corpo rabbrividire, tremare e le ginocchia in procinto di cedere.
Ansimai e indietreggiai, tentando di divincolarmi dalla sua stretta feroce.

Era il mio sole, la mia polvere da sparo e mi stava bruciando l'anima, scottando la pelle e ustionando il cuore.

Sentii il mio petto incendiarsi di desiderio e il cuore venire travolto da una passione rovente.

Tremante, lo supplicai di lasciarmi, mentre i miei respiri si intrecciavano ai miei fremiti di desiderio. Desiderio delle sue labbra carnose, delle sua braccia forti intorno alla mia vita, desiderio del suo tocco sulle mie membra, desiderio del suo respiro bollente sul mio viso. Desiderio di lui: di un fiore spezzato che aveva incendiato le mie iridi, un fiore che non potevo toccare con il mio corpo, ma solo col cuore.

Lo odiavo con tutta me stessa, per quello che mi aveva fatto e che avrebbe continuato a farmi.
Perchè i confini tra amore e odio devono essere sempre così sottili? Perchè?

Nel mio caso... erano inesistenti.

Lo odiavo e lo amavo. Lo odiavo con la stessa intensità con cui avrei voluto farci l'amore. L'amore è come la polvere da sparo e lui era la mia polvere da sparo, perchè lo amavo anche mentre lo odiavo.
Era la mia ossessione e la mia passione.

«Dove scappi, barboncino? Accetta il lavoro che ti ho offerto... vieni a casa con me», disse, il suo tono era così brusco e perentorio, che una sensazione di paura mi fece tremare fin dentro le ossa.

«Te lo scordi, Harry» sbottai e feci per allontanarmi, ma mi afferrò di nuovo per l'altro braccio, bloccando ogni mio movimento con impeto.

«Non puoi tirarti indietro».

«Io posso fare quello che voglio e adesso lasciami», sbottai, tentando invano di divincolarmi.

«Non ti sembra di essere troppo aggressiva, barboncino?», sibilò e sentii il suo alito fendermi le guance.

«Cosa? Io... sarei aggressiva? Non ti basta quanto tu mi stia umiliando?».

«Calma, barboncino, questa natura da animaletto ribelle, non ti si addice, sai? Non sembri nemmeno tu...».

«Mi stai facendo male, Harry... lasciami».

«Tu... sei un barboncino buono, giusto? Allora perchè fai la bambina cattiva?».

«Il cattivo sei tu... lasciami in pace... cosa vuoi da me? Non ti è bastato farti vedere insieme a Megan?».

«Cosa? Io...».

«Mi stai facendo male, Harry... come puoi...».

«Io, ti faccio del male? O è la tua stessa stupidità a farti del male, barboncino?».

L'amore è come la polvere da sparo (#Wattys2020) COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora