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Londra, 15 settembre 2017
Era troppo vicino. Non avrei potuto evitarlo, così gli dissi che ero lì anch'io.
Lo vidi arrivare e sorridermi in modo così dolce, che sentii tutta la tristezza della mia anima affievolirsi, divenire quasi trasparente, grazie a quel calore gentile e delicato.Sollevò il braccio destro per salutarmi. Si avvicinò e mi posò un bacio sulla guancia, mentre osservava il mio viso con gli occhi che brillavano di meraviglia, una sorta di devozione sottile, quasi nascosta: un sintomo del vero amore e io non potei far altro che schiantarmi ancora e restare ferita, perchè non conoscevo armi per combattere il mio stesso cuore martoriato.
Rammentai che... in un tempo molto distante, anche Harry mi aveva guardata così, con gli occhi che conoscevano solo il miracolo più grande di tutti.
Liam mi amava davvero, ma io... non ero mai riuscita a innamorarmi di lui.
Perchè i miei occhi cercavano ovunque polvere da sparo e fuoco, baci roventi e lacrime pungenti. Cercavo quel dolore straziante che schianta il cuore, quell'amore forte e indistruttibile quanto il tempo.
«Sembri preoccupata, stai bene?», i miei occhi incontrarono i suoi e finalmente gli donai l'attenzione che cercava.
«Sì, Liam... tranquillo», forzai un sorriso.
«Quell'idiota di Harry ti ha più importunata?», la sua voce nascondeva un livore implicito.
«No. Certo che no. Tranquillo...», gli sorrisi, tentando di rassicurarlo.
«Bene. Altrimenti dovrà vedersela con me. A proposito, Sarah, scusami se non sono stato molto presente questi giorni. E' che la mia mamma non è stata molto bene e cerco di starle vicino il più possibile...».
«Mi dispiace molto... adesso come sta? Se hai bisogno di qualcosa Liam, di qualunque cosa... io sono qui...», dissi, dolcemente.
«Sta molto meglio».
«Grazie a Dio, sono felice che stia meglio».
Mi sentii triste, per le condizioni di salute della signor Patch, che era affetta da sclerosi multipla.
«Ascolta, Sarah...», un tonfo sordo interruppe le parole di Liam e vidi un cilindro nero cadere tra di noi.
Trasalii.
Cos'era?
Guardai bene per terra e vidi una lattina di coca cola, in mezzo agli arbusti del giardino... era atterrata lì, all'improvviso. Alzai gli occhi al cielo, in direzione dell'edificio e il mio respiro si spezzò: Harry.
I suoi occhi d'autunno erano accesi di una luce pericolosa, l'espressione era livida e così rabbiosa che assomigliava a quella di un animale feroce.
«Fossi in voi, la pianterei di ciarlare», sbottò e notai le sue labbra stringersi in una smorfia di disgusto.
«Harry...», sussultai, portandomi una mano contro il petto, che aveva preso a battere più forte per lo spavento.
«E tu chi saresti?», ringhiò Liam.
«Vediamo se indovini...», sibilò, velenoso come un serpente.
«Non mi importa di indovinarlo, sappi che mi stai già sulle...».
«Non sapete che intrattenervi in giardino nell'orario di lezione potrebbe causarvi una settimana di sospensione e se la professoressa lo scoprisse?», sibilò. Le sue parole contenevano un veleno potente e distruttivo.
Come mai aveva quell'atteggiamento così ostile?
«Quello che facciamo non ti riguarda», latrò Liam.
«Oh, sì, invece, mi riguarda eccome... sai per uno studente modello come me è un dovere rendere noti gli atti di trasgressione al regolamento di buona condotta scolastica e, da bravo cittadino, è mio obbligo denunciare questa ribellione all'ordinamento del nostro istituto».
«Harry... cosa...».
Era geloso?
«Tu non denunci un bel niente, figlio di puttana», sbottò Liam, vidi le sue mani stringersi in un pugno e il petto gonfiarsi sempre di più. I miei occhi saettarono per osservare da entrambi i lati.
C'era un odio silenzioso, sottile tra di loro, non si conoscevano eppure... eppure non vidi mai nella mia vita, così tanta ostilità esplicita.
«Se osi chiamarmi un'altra volta così... non rispondo di me», sibilò Harry... il suo tono era brutale.
I due continuarono a scambiarsi sguardi d'odio, finchè non sentii una voce femminile avvicinarsi.
«Ragazzi sta per entrare la professoressa Earlings, rientrate o saranno guai per tutti», riconobbi i lineamenti gentili della signora Armen, che si affacciava alla finestra. Era la bidella del nostro liceo e ci conosceva tutti per nome.
«Sarah, Liam, su...», ci chiamò con gli occhi e una nuova premura mi spinse a salutare Liam con un cenno e correre a perdifiato nell'edificio.
Ritornai in classe solo a lezione iniziata, in modo che, essendoci il professore presente, non avrebbero potuto tormentarmi con le loro effusioni d'amore in pubblico.
Il momento della ricreazione, lo passai rinchiusa in bagno con Corinne e, alla fine, quando le ore di lezione terminarono, mi andai a nascondere in un aula studio, al piano superiore, aspettando che Harry e la sua combriccola si allontanassero.
Non volevo incontrarli. Decisi che sarei scesa dopo circa venti minuti, in modo da essere sicura di non trovarli. Tirai un respiro profondo e aspettai.
Corinne mi aveva svelato che durante tutte le ore di lezione, Harry mi aveva osservata con un lampo felino negli occhi.
Quando i minuti passarono, scesi in fretta le scale e corsi a perdifiato nel parcheggio. Varcai la porta d'uscita e, mi fermai un istante accanto alla parte posteriore dell'edificio per controllare che non ci fosse nessuno.
Le automobili di Harry, Megan e degli altri ragazzi non c'erano. Tirai un sospiro di sollievo: via libera.
Mi incamminai serenamente verso la mia auto ma, all'improvviso, avvertii una mano calda afferrarmi per un braccio.
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L'amore è come la polvere da sparo (#Wattys2020) COMPLETA
Romantizm" Lui aveva riempito la mia vita di esplosioni e stelle non cadenti " 🥇 VINCITRICE DEL FLOWERS AWARDS CONTEST 2020 - PRIMA CLASSIFICATA - CATEGORIA AMARYLLIS 🥇 Copertina realizzata da @alicevicri Noi esseri umani siamo soldati inesperti. Catapul...