Fermiamo il tempo

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Gli chiesi di fermare il tempo con me
e lui accettò
Victoria Lugan


╰☆╮




Flashback, Michigan, novembre 2012

Chi dice che devono essere per forza i principi a salvare le principesse? Nella mia fiaba d'amore, sono le principesse che salvano i principi e, salvandoli, imparano alcune lezioni segrete della vita: quella di combattere per amore, quella di vincere per esso e quella di fermare il tempo.

Lo strinsi forte a me, nonostante non avesse ancora superato del tutto il suo trauma del contatto fisico.

Lo sentii tremare leggermente al mio tocco. Il mio angelo profumava di miele e d'autunno, di estati calde e inverni rigidi, di lucciole notturne e di nubi dispettose. Quello al miele, era sapone particolare, con il quale, ogni giorno, lo aiutavo a lavarsi. Lo avevo comprato in una farmacia del centro.

Ma non solo... il mio fiore profumava anche di cielo, di sole, della purezza della stagione in cui fiori sono prossimi a sbocciare e d'amore... di un amore bambino, a volte, sconcertante e, a volte, dispettoso, ma allo stesso tempo fiero e pieno di bellezza. La stessa bellezza delle stelle di notte.

«Harry... però... mi ha ferita molto il tuo atteggiamento. Il tuo volerti chiudere in te stesso... il non fidarti di me. Io e te dobbiamo sempre fidarci l'uno dell'altra, dobbiamo poter parlare di tutto. Se tu mi avessi detto tutto subito, che ti sentivi in colpa, perchè mi volevi con te...».

Non mi fece terminare la frase. Non amava le esternazioni d'affetto e le smancerie lo mettevano a disagio.

«Sì, hai ragione... ma smettila subito di sgridarmi, barboncino. Ops, volevo dire principessa», disse, con un tono ironico, facendomi la linguaccia.

«E poi... devi sbrigarti a guarire fiorellino, perchè a scuola è triste senza di te... è dura stare senza un amico o qualcuno con cui parlare, ma soprattutto perchè... io voglio avere tre figli con te al più presto», dissi, arrossendo come una rosellina in primavera.

Osservai lo sbigottimento che si disegnava sul suo volto. Le sue gote divennero color porpora e, poi, sorrise in modo malevolo e beffardo.

«Ma non è vero che ce lo siamo promessi, come hai detto alla signora Mary. Non ne abbiamo mai parlato. Farò del mio meglio, ma... ti prego, non chiamarmi più fiorellino», disse, sorridendo con leggero astio. Il mio fiore, forse... aveva qualche spina.

«Sì, ma devi sbrigarti, ti voglio in salute al più presto. Devi guarire, lottare per me... per noi...», balbettai, sempre in imbarazzo e col viso in fiamme.

Harry abbassò il volto e una leggera tristezza nacque nei suoi occhi.

«Oggi è anche il tuo compleanno e io te l'ho rovinato. Sarebbe dovuto essere un giorno felice per te, ma forse... posso ancora rimediare», mi guardò negli occhi con una grande dolcezza e sentii la diga cedere, sotto la spinta del nostro amore bambino, che stava sbocciando, come i fiori in primavera.

«Wow... in che modo?», chiesi, curiosa, unendo le mani con entusiasmo.

«Voglio farti un regalo, però, ci sono delle condizioni da rispettare».

L'amore è come la polvere da sparo (#Wattys2020) COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora