Le stelle esistono 2.2

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Ogni essere umano è fatto in modo tale che, se qualcosa accende la sua anima, l'impossibile svanisce.
E l'unico suo desiderio diviene quello di spaccare il mondo.



╰☆╮





«Torniamo in camera», dissi, arrossendo come una ciliegia d'estate. Mi massaggiai le dita, in cerca di rassicurazione. In un attimo, ci trovammo di nuovo nella stanza dell'ospedale.

«Quale segreto?», chiese, con lo sbigottimento negli occhi.

«Ti prego, chiudi gli occhi. Stenditi sul lettino e... non aprirli».

«Vorresti farmi credere che sei timida?», inarcò le sopracciglia, beffardo e lo scrutai scuotere la testa con disappunto.

«Ti prego... è importante, ma non riuscirò a parlare, se non chiudi gli occhi».

«D'accordo, barboncino, ma solo se smetti di chiamarmi fiore», mi fece la linguaccia.

Obbedì. Si distese sul letto, in posizione supina e chiuse gli occhi.

«Io...», non riuscii a terminare la frase, perchè lo vidi aprire gli occhi di scatto, ridere di me e tirare fuori la lingua.

«Harry, chiudi gli occhi...», intimai.

«No».

Li chiuse e io schiusi le labbra per parlare.

«Mio principe... io ho visto molti fiori durante il mio cammino, ma questi non avevano niente di speciale. Erano belli, ma erano vuoti, proprio come dice il piccolo principe, quando parla della sua rosa, nel nostro libro: le altre rose sono belle, ma sono vuote. Così è anche per me. Sei tu, il mio unico fiore, Harry...».
Le sue palpebre tremarono.

«Principino... il tuo cuore di ghiaccio non... non mi è mai piaciuto, io... ho amato i nostri sguardi rubati, le nostre lettere d'amore, che ci scrivevamo ogni sera, quando non eri pronto a parlare. Ho amato i tuoi capelli e i tuoi occhi d'autunno, che si perdevano nella tristezza, ma mantenevano sempre la loro fierezza, nonostante tutto. Ho desiderato le tue labbra carnose e di ascoltare il sussurro dei tuoi battiti. Ho amato la tua forza, ma anche il tuo carattere, a volte così... scorbutico...».

Lo vidi deglutire con forza e lottare contro se stesso, per riuscire a tenere gli occhi chiusi.

«No... ti prego... non aprire gli occhi».

«Ti ho amato quando... ti ho visto la sera delle stelle non cadenti. Eri così vulnerabile... mi dicesti... che non avevi desideri, che le stelle non esistevano. Mi sembravi un fiore solitario e ferito. La verità è che... non c'è nulla che possa trattenere un vero amore, perchè è come il cuore e la sua meccanica, se viene fermato, anche per un solo breve istante, rischia la morte...»,

Scrutai il suo profilo pallido e vidi che non resisteva più. Stava per aprire gli occhi. Mi avvicinai a lui e, con i polpastrelli, sfiorai il punto esatto in cui si trovava il suo muscolo cardiaco. Lo sentii sbattere così forte, da farmi tremare le dita.

«Aspetta... aspetta, Harry, non aprirli... non ancora... io ho quasi finito».

Vidi Harry sollevare lentamente le palpebre e io scorsi iridi lucide d'amore.

«Harry... chiudi gli occhi».

«Credo che non ce ne sia bisogno... è tutto chiaro, Sarah e poi... io devo vederti», disse, col viso in fiamme, ritraendo il suo sguardo.

«Io...».

«Allora?».

«Ti amo».

«Vuoi dire come gli adulti?», il suo sguardo era malizioso, birichino, ma allo stesso tempo compiaciuto.

Era sempre stato sicuro dei miei sentimenti?

«No... io ti amo davvero. Non tutti gli adulti si amano davvero. Molto spesso, hanno dimenticato il vero significato dell'amore».

«Ma questo non è mai stato un segreto, barboncino», tirò fuori la lingua, prendendomi in giro.
Scemo...
Come poteva prendersi gioco di me anche in un momento così romantico?

«Ti amo anch'io, Sarah», disse con passione e fierezza. Scrutai le iridi che brillavano come un miliardo di stelle notturne.

Aveva uno sguardo da ragazzino superbo: era un angelo birichino.

«Scambiamoci una promessa».

«Che tipo di promessa?», chiesi, curiosa.

«Promettiamoci che... ci saremo sempre l'uno per l'altra».

«Sì», esultai e feci un saltello di gioia.

«Promettimi che non mi lascerai mai, Sarah. Mai. Qualunque cosa accada...».

«Sì, te lo prometto».

«Promettiamoci che... qualora qualche famiglia volesse adottare uno di noi due, noi rifiuteremo. Non dobbiamo farci separare».

«Sì, amore mio».

«Se non lo farai... se te ne andrai, io non potrò mai perdonarti per il resto dei miei giorni. Potrei odiarti e non so di cosa sarei capace».

«Non devi preoccuparti, principino».

«Puoi infliggermi qualunque ferita, ma non questa. Perfino la morte, sarebbe più sopportabile di un tuo abbandono».

«Io non ti abbandonerò mai... mai».

«È l'unica cosa che non ti perdonerei mai, qualunque altro peccato, invece, potrei perdonartelo. Prometti», disse, con un tono di voce così brusco che mi fece trasalire

Era divenuto, improvvisamente, simile una belva furiosa.

Come al solito, stava alimentando i demoni della sua insicurezza. Aveva i muscoli del viso contratti, le sopracciglia aggrottate, la mascella serrata e gli occhi, divenuti due fessure, mi scrutavano con sospetto. Per un istante, lessi nel suo sguardo la solita rabbia antica, quella che era scomparsa, da molto tempo.

Lo fissai con dolcezza e gli accarezzai il viso.

«Perchè hai tutti questi dubbi, amore mio? Il mio cuore è tuo. Come potrei lasciarti? Una principessa non potrebbe vivere senza il suo innamorato. Lei potrebbe fare a meno del suo castello, del suo regno e perfino di sé stessa, ma del suo amore no, ne morirebbe. Te lo prometto. Non ti lascerò mai».

«Vedi... è quasi impossibile che qualche famiglia voglia adottare me, date le mie condizioni e i miei problemi comportamentali, ma tu... tu saresti la figlia perfetta, quella che chiunque vorrebbe e potrebbero convincerti a lasciarmi...», deglutì.

«Questo non accadrà mai. Noi due cresceremo insieme».

Lo vidi sorridere e i suoi occhi ripresero a brillare, mentre i muscoli contratti del volto si rilassarono, ma poi... osservai il suo volto divenire nuovamente triste.

L'amore è come la polvere da sparo (#Wattys2020) COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora