Punizioni e Caramelle

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PoV Scorpius

Mi allontanai dalla deficiente dai capelli rossi e dal suo fidanzato scemo come una furia, non sapevo cosa mi fosse preso, avevo perso il controllo! Era la Weasley che di solito lo perdeva non io!

Mi trovavo nella sala comune di Serpeverde, davanti all'imponente camino in mattoni, un tiepido fuoco scoppiettava lento, riscaldando la stanza sotterranea e riflettendo il suo bagliore sulle lucide pareti nere. Avrebbe potuto essere un ambiente così rilassante, se solo non mi fossi messo a sbraitare e a camminare su e giù come una trottola impazzita, sotto lo sguardo allibito di Albus, che se ne stava seduto comodamente sulla sua poltrona sfondata preferita.
Non mi aveva mai visto così su di giri. Parlottavo fra me e me, la scena di qualche momento prima mi offuscava i pensieri, appena li avevo beccati così indaffarati a mangiarsi la faccia avevo visto tutto rosso.

Che idiota! Stavo per spifferare tutto. Non le avevo parlato per giorni interi solo per abbassarmi al suo stesso livello.

Prima lo schiaffo, ora questo! Pensai frustrato.

Non me ne fregava un cazzo della Weasley, ma mi aveva umiliato, rifiutato, e nonostante questo aveva avuto anche la faccia tosta di baciare il suo ragazzo per i corridoi, come se niente fosse, come se tra noi non fosse successo niente.

Avevo una voglia matta di scoparmela ancora!
Era questo il motivo di tanta rabbia, non ce n'erano altri, fine della storia.
Quella stupida rossa e il suo corpo mozzafiato mi stavano letteralmente friggendo il cervello.

"Scorp, sta calmo e smettila di andare su e giù, mi stai facendo venire il mal di mare" borbottò Al, passandosi distrattamente una mano tra i capelli ribelli.

"Albus, ha offeso mia madre! Come faccio a stare calmo?! È una scaricatrice di porto o cosa? Adesso come se non bastasse, non solo abbiamo perso trenta punti per colpa sua, ma mi ha sicuramente garantito un mese di punizione." Mugugnai afflitto.
Per la frustrazione tirai un calcio al tavolino davanti al camino, facendo finire i pezzi della scacchiera poggiata sopra, contro un ragazzino del secondo anno che scappò via a gambe levate.

"È di mia cugina che stai parlando, ci combatti da ormai sette anni, di che ti lamenti? La stuzzichi ogni volta che la vedi. Se non ti conoscessi penserei che ti piace." Sentenziò Albus con leggerezza, fissando un punto imprecisato davanti a lui.

Strabuzzai gli occhi, quasi mi strozzavo con la mia stessa saliva, mi sentii le guance in fiamme.

"Ma che cazzo dici! Non provare ad insinuare una cosa del genere. A me non piace la tua stupida cugina, è così infantile ed arrogante! E adesso vado che si è fatto tardi, mi aspetta una bella rimpatriata nell'ufficio della preside. Dio quanto la odio!" Inveii con rabbia.
Detto ciò mi avviai con passo pesante fuori dalla sala comune.

Non la passerai liscia, stronza!

Raggiunsi il Gargoyle di pietra e pronunciai rabbioso la parola d'ordine, salii le scale a chiocciola e bussai delicatamente alla porta.

"Prego Signor Malfoy entri pure e si accomodi". Una voce perentoria mi accolse nell'ufficio. "Buonasera preside." dissi quasi sussurrando.

La McGranitt se ne stava severa ed altera, dietro la sua scrivania di mogano scuro. Quest'ultima era ingombra di suppellettili d'ogni sorta, strani e sottili oggetti metallici, penne d'oca, una scatola di biscotti e qualche libro aperto. Dietro la grande poltrona in velluto color cioccolato, vi erano i quadri dei vari presidi di Hogwarts appesi alla parete, chi mi fissò in modo altezzoso, chi scettico, chi mi rimproverò con lo sguardo. L'unico che mi sorrise amabilmente e addirittura mi fece l'occhiolino fu un preside dall'aria curiosa. Aveva una lunga barba bianca ed un grande naso adunco, sul quale inforcava degli occhialetti a mezzaluna.
Silente.

Ammettilo che sei attratta da me, Weasley (Scorose)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora