Ammettilo che sei attratta da me, Weasley (Scorose)

Sorpresa di Natale per Albus

Pov Rose

Saltellavo insistentemente sul baule stracolmo, cercando inutilmente di chiuderlo. Tutte le mie cose, prima sparse per il dormitorio, erano state riposte alla rinfusa all'interno.

Finalmente, dopo svariati tentativi, anche grazie all'aiuto di Domi, riuscii a sigillarlo.

"Rosie sei sempre la solita disordinata. Ci stanno già aspettando tutti, se non ti muovi perderemo il treno." Sbuffò esasperata la più piccola delle Delacour.

"Ecco, sono pronta, un attimo solo, intanto vai, di agli altri che sto arrivando." Borbottai infastidita.

Aprii l'anta del mio armadio, agguantai il cappotto e me lo infilai velocemente. Feci per prendere anche la sciarpa rossa ed oro, ma quest'ultima mi scivolò, finendo a terra. Spazientita, iniziai a tastare a casaccio l'interno del mobile, la mia mano che si faceva spazio tra libri lasciati lì da chissà quanti anni, piume d'oca rotte e cartacce.

Mio dio Rose, metti in ordine ogni tanto! Mi rimbeccò la voce inutile della mia coscienza.

Finalmente sfiorai con le dita qualcosa di morbido, ma della sciarpa che cercavo nessuna traccia. Al suo posto trovai una t-shirt grigia stropicciata.
L'avvicinai lentamente alle narici. Il profumo di Scorpius era ormai andato via, sostituito dall'odore stantio del legno. Erano passati mesi dall'unica volta che l'avevo indossata.

Ricordi improvvisi mi tornarono alla mente.
Non parlavo con il Serpeverde dal giorno del mio ritorno ad Hogwarts, quando mi lasciò da sola, in quell'aula vuota e polverosa, in preda ai singhiozzi.

La consapevolezza di essere stata rifiutata ed allontanata dal ragazzo che, fino a pochi giorni prima, mi era stato accanto nel momento più difficile della mia vita, bruciava come acido all'interno del mio stomaco.
Rimasi rannicchiata in un angolo, la testa fra le ginocchia, fino a quando non ebbi più lacrime.

Tornai in sala comune come imbambolata, incapace di proferire parola.
Domi ed Alice, confuse dallo stato in cui mi trovavo, mi trascinarono su per le scale del dormitorio. Mi tempestarono di domande, fino a quando non vuotai il sacco.

Un fiume incontrollato di parole uscì dalla mia bocca, senza riprendere fiato raccontai tutto. Da quella maledetta notte nel dormitorio dei Serpeverde, fino alle poche ore precedenti. Non risparmiai neanche i dettagli più crudi, descrissi con dovizia di particolari ciò che era accaduto con Matt.
Espressioni sconvolte apparvero sul viso delle mie amiche, ma non me ne curai, continui a parlare, fino a quando non mi sentii svuotata. Un silenzio di tomba aleggiava per la stanza, spezzato solo dal rumore della pioggia, che ticchettava sul vetro appannato delle enormi finestre della torre.
Prima una e poi l'altra si riscossero, stringendomi in un abbraccio. Piangevano convulsamente, mi ritrovai io stessa a consolarle. Sarebbe stata una scena esilarante, se solo la situazione non fosse stata così deprimente.

Da quel momento non mi scrollai di dosso nessuna delle due, mi riempirono di attenzioni, di premure. Cercarono in tutti i modi di farmi passare delle belle giornate. Pian piano ci riuscirono, uscii da quella crisi molto più velocemente del previsto. Complice anche tutta la mia famiglia, sopratutto Albus, che iniziò a passare con noi tutto il tempo libero. Non mi domandò mai nulla, si prese cura di me senza pretendere neanche una misera spiegazione da parte mia, e gliene fui enormemente grata, non sarei stata capace di ripetere l'esperienza anche con lui, iniziavo a non sopportare più gli sguardi di pietà che i miei genitori e le mie amiche mi rivolgevano.

E così passarono i giorni, giorni intensi che divisi tra i miei amici e lo studio, per tenere sgombra la mente da Scorpius, che incontrai solo in rare occasioni, poiché la McGranitt aveva revocato la punizione.
Tutto era tornato alla normalità e finalmente arrivò la partenza per le vacanze di Natale.