Migliori Amici

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PoV Albus

Mi svegliai di soprassalto, la bocca impastata e la gola riarsa.
Un conato di vomito mi fece impallidire e lo ricacciai indietro come meglio potei.
Strinsi gli occhi per mettere a fuoco la stanza.

Ero ancora nella soffitta della Tana, seduto sul pavimento sporco. Un filo di luce entrava dalla piccola finestra rotonda, andando a rischiarare l'ambiente. Rose dormiva serena sul divano a fiori sgangherato, dove ci eravamo seduti la sera precedente, i capelli sparati in tutte le direzioni e le braccia attorno ad una bottiglia contenente del whisky incendiario, o quel poco che ne rimaneva, mentre una seconda, completamente vuota, era stata abbandonata ai miei piedi. Mi ributtai a peso morto sul pavimento, fissando distrattamente il soffitto di legno chiaro.

Avevo la conversazione della sera precedente ancora impressa nella mente.

Rose mi raccontò tutto con una calma quasi ieratica, solo quando parlò di Scorpius, di come l'aveva trattata con gentilezza e premura nella stanza delle necessità, e di come, poi, l'aveva abbandonata in lacrime sul pavimento, le sue guance assunsero una delicata sfumatura scarlatta.

Una volta terminato il discorso, rimasi senza parole, la rabbia mi fece tremare il corpo, ma lei mi sorrise dolce, per nulla in collera, piazzandomi la bottiglia di whisky in mano.
Mi fece poi promettere di essere lo stesso di sempre con lei, di non ritornare più sull'argomento e di pensare alle cose positive, non a quelle negative.

Senza rendercene conto, incominciammo a bere il liquido ambrato a turno e quasi subito i miei pensieri si fecero confusi.

Rose regge l'alcol più di me. Pensai amareggiato.

Ricordavo solo che l'abbracciai a lungo, le chiesi scusa tra le lacrime, farfugliando frasi sempre più sconnesse. Iniziammo un discorso filosofico sulla vita e sull'amore per poi terminarlo, domandandoci, se la McGranitt se la spassasse con la professoressa Cooman.

Non capii molto in quelle ore, ma di due cose ero assolutamente certo.
la prima: dovevo parlare con il mio migliore amico, scusarmi, dirgli che ero una testa di cazzo.
La seconda: dare della testa di cazzo al mio migliore amico e dirgli di scusarsi con mia cugina.

Dovevo ancora sentire la versione del ragazzo, ma ci legavano più di sei anni di amicizia, quindi ero abbastanza sicuro: entrambi provavano qualcosa per l'altro.

Insomma, non ero mica cieco, Scorpius non me l'aveva mai rivelato, ma ero consapevole del modo in cui guardava Rose, la stuzzicava sempre, le stava sempre appiccicato.
Avevo provato a farlo cedere, buttando qua e là battutine sceme come: "Se non ti conoscessi penserei che ti piace."
Le sue reazioni parlavano per lui, arrossiva sempre come un peperone, negando fino alla morte oppure scompariva alla velocità della luce.

Nonostante fossi consapevole dei sentimenti che il ragazzo provava per mia cugina, alla scoperta di una possibile gravidanza di Rose e della sua scomparsa dopo il ballo, avevo visto tutto rosso, nessuno, neanche il mio migliore amico, poteva toccare un membro della mia famiglia o farle del male.

Ma una volta scoperta la verità mi diedi mentalmente dello stupido. Ero stato un idiota, dovevo ascoltare tra le righe di quel "mi dispiace" pronunciato da Scorpius. Lui aveva bisogno di me, ed io l'avevo preso a pugni.

Sono davvero un pessimo amico.

Comunque avevo promesso alla mia cuginetta che non l'avrei trattata con le pinze, che ormai era acqua passata. Ma in qualche modo volevo aiutarla, magari facendola sentire speciale.

Per questo decisi che a Rose avrebbe fatto bene altro amore. Ero convinto che, più ne avesse ricevuto, più si sarebbe sentita meglio.
Appena fossi tornato ad Hogwarts avrei parlato con Scorp, dovevo assolutamente fare qualcosa, sia per lei, che per lui, visto che mi era stato categoricamente vietato di uccidere o torturare quel maiale di Finnigan.

Ammettilo che sei attratta da me, Weasley (Scorose)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora