Quei giorni lì passai a casa.
Non volevo più andare a scuola,non volevo vedere nessuno.
Stavo male,mi sentivo male.
Non avevo forze per fare nulla,mi sentivo debole.
Lei c'era,era presente nei miei pensieri.
Voleva che la mia vita girasse solo intorno a dei numeri,intorno a delle calorie.
Ma non glielo permettevo.
Non volevo più mangiare,non mangiavo più.
Quindi perché avrei dovuto degnare la mia attenzioni a delle stupide calorie se tanto non ne assumevo neanche una?
La lametta non la cercavo più ,erano rimaste solo le cicatrici come ricordo.
Avevo trovato un altro modo di autodistruzione.
Dipendere dal digiuno,almeno non avrei lasciato segni o tracce.
Lei voleva portarmi via,voleva che mi lasciassi andare e forse aveva ragione,ormai questa vita era diventata troppo pesante e io ero troppo leggera per viverla.
Dan lo sentivo tutti i giorni,per messaggio, si preoccupava perché aveva capito che c'era qualcosa che non andava,ed ecco che mi sentivo nuovamente un peso,si preoccupava per una stupida come me che aveva preferito morire piuttosto che vivere.
Gli avrei fatto del male,ne ero certa,dovevo allontanarmi da lui,ma più cercavo di farlo,più ne sentivo il bisogno,non potevo,non riuscivo.
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Io e ana
General FictionLa mia esperienza e forse quella di tante altre persone. Dolore,rassegnazione,male,ferite e tante cicatrici,come affronterà tutto questo? Lei la mangerà o la lascerà vivere? Supererà la sua morte o vivrà sempre con quel dannato pensiero?