Ferite.

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I miei genitori volevano rinchiudermi in uno di quei posti schifosi che mi avrebbero permesso di tornare al mio peso forma.
Non volevano più vedermi così.
Non lo accettavano più.
Ma io non accettavo la loro stupida idea.
Non avevo richiesto l'aiuto di nessuno e di conseguenza non volevo essere aiutata.
Credevo di avere la situazione sotto controllo quando in realtà non avevo nemmeno la mia mente sotto controllo.
Nei giorni seguenti finì in ospedale per colpa di uno svenimento.
I dottori mi dissero che dovevo mangiare, che il mio corpo non reggeva più e che mi stavo danneggiando.
Quasi mi emozionai a quelle parole, "mi stavo danneggiando".
Non l'avrei fatto,non avrei perso quella battaglia,non mi sarei arresa.
Non era per dare soddisfazioni a lei,che ormai mi controllava sempre,era per dare soddisfazioni a me stessa,perché me lo ero imposto io,io volevo scomparire,io volevo farmi del male,e nessuno mi doveva dire di non farlo.
Dan venne a trovarmi e mi vergognai da morire a farmi vedere in quelle condizioni.
Le voci giravano e in qualche modo venne a sapere di ciò che mi stava succedendo.
Ci rimase male a vedermi così, e lo capì dai suoi occhi.
Voleva abbracciarmi,ma quasi aveva paura di spezzarmi o farmi male.
Rimase con me tutto il pomeriggio,provando a farmi ridere,e quasi ci riuscì un po' di volte.
Era così dolce con me,ci teneva e me lo dimostrava in continuazione.
Verso le sette se ne andò,lasciandomi un vuoto dentro.

Io e anaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora