Il killer di prostitute - Parte II

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Il killer di prostitute – Parte II

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Il killer di prostitute – Parte II

Harry.

Harry appoggiò lentamente il cotone con il disinfettante sulla schiena raschiata di Louis, iniziando a pulire lentamente le diverse ferite.

Louis era seduto su una sedia, all'interno del solito appartamento di Liam, con il petto appoggiato allo schienale e gli occhi socchiusi.

Harry non sapeva come un impatto del genere (tra lo scoppio e lo schianto sul pavimento) aveva causato a Louis solo ed esclusivamente quel tipo di sbucciature. Si, ovviamente erano abbastanza profonde e dolorose, ma si aspettava almeno delle bruciature, invece fortuna voleva che non era successo.

Avevano insistito tutti affinché anche lui andasse in ospedale, ma Louis, testardo com'era aveva negato fino all'inverosimile. L'unico compromesso trovato era stato quello di far disinfettare a loro le ferite.

Harry si era proposto immediatamente, dichiarandosi l'infermiera del bordello. Gli aveva comunicato che la medicina l'aveva sempre affascinato e leggeva libri a riguardo fin dalla tenera età di cinque anni.

Harry aveva notato le loro facce sconvolte e, ridendo decise di non fargli notare che a quell'età le equazioni per lui erano pane quotidiano.

"Tu sei un grande idiota, lo sai vero?" disse Louis, rompendo finalmente il silenzio.

Harry, sospirando, annuì con il capo. "Sì, lo so" sibilò, continuando a pulire la sua schiena. Louis aveva un fisico più bello di quello che pensava, le sue t-shirt larghe e le camicie di una taglia più grande nascondevano le sue forme piuttosto eccitanti. Oltre alle fossette di Apollo che senza camicia risaltavano al massimo il suo didietro bello pieno, le sue spalle erano larghe e ben muscolose.

E, inoltre, aveva delle cicatrici sparse per tutto il petto. Harry moriva dalla voglia di sapere da cosa erano state provocate.

"Te l'avevo detto che ero io il capo" gli ricordò. "Non ricordo di averti ordinato di inseguirlo."

Harry sbuffò. "Scusami" disse, forse per la centesima volta da quando aveva visto il sangue uscire dal suo corpo. "Sono abituato a seguire ordini, non so cosa mi sia preso."

Louis voltò leggermente il collo verso di lui. "Non voglio che tu segua i miei ordini perché devi. Voglio che tu lo faccia perché ti fidi di me."

Harry, separando leggermente le labbra, smise di muoversi, sorpreso da ciò che gli aveva appena detto. Appoggiò, allora, involontariamente, il cotone sulla sua spalla premendo più del normale.

Infatti "Ahi" si lamentò Louis.

"Oh, scusa" disse Harry, allontanando subito il panno. "Mi sono distratto."

"L'ho notato."

"E' solo—insomma, non è una cosa che mi dicono tutti i giorni" balbettò. "Voglio dire, mi danno ordini e io devo eseguire. Se non lo faccio, di solito, finisco a novanta, sculacciato da diversi uomini" alzò le spalle.

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