Il Genio e l'Eroe - Parte VII

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Il Genio e l'Eroe – Parte VII

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Il Genio e l'Eroe – Parte VII

Harry.

Harry si era quasi abituato ad essere servito e riverito in ogni momento della sua giornata. Aveva quasi iniziato ad apprezzare le accortezze che tutti gli riservavano, il modo in cui tutti lo guardavano con rispetto.

Anzi, ogni volta che camminava, la gente che lo circondava si metteva sull'attenti come fossero pronti ad inchinarsi davanti alla sua presenza. Non era rispetto, era sottomissione a lui, perché tutti quanti, eccetto il presidente, si sentivano inferiori davanti alla sua figura.

E quello, sinceramente, era una sensazione strana ma gradevole. Era abituato a temere gli uomini, e non agli uomini che lo temevano. Quella era una leggera rivincita, comunque, perché nessuno l'aveva mai trattato come essere alla pari, figurati come un loro superiore.

E nonostante tenere a bada Klaus stava diventando sempre più difficile perché avanzava sempre più richieste, Harry si era lentamente abituato a quello stile di vita esageratamente lussuoso.

Ma poi, erano arrivate le feste e tutto era diventato più difficile.

Passare il Natale lontano dalla sua famiglia, l'aveva reso molto più nostalgico. Passare il compleanno di Louis lontano da lui, l'aveva fatto soffrire più di quanto immaginava perché si era reso conto di quanto cazzo gli mancava.

La parte peggiore, comunque, era stato il dover nascondere categoricamente il suo stato d'animo perché non aveva alcuna intenzione di buttare nel cesso i progressi fatti con Meier.

Il presidente, ormai, aveva raggiunto la convinzione che Harry si stava lentamente lasciando convincere che la sua era la parte dei buoni.

Harry non lo trovava estremamente strano, perché Klaus era davvero sicuro che i suoi principi fossero giusti, che i veri cattivi erano l'OCS e gli altri stati. Anche lui, convinto della battaglia che stava combattendo, non avrebbe trovato particolarmente assurdo se qualcuno dell'altra fazione avesse cambiato schieramento dopo un processo di convinzione lungo settimane intere.

La parte che, comunque, più lo stava spaventando era l'evolversi del rapporto con Meier che diventava pian piano più intimo.

Klaus ancora non si era azzardato a provarci con lui in senso più fisico, limitandosi a riempirlo di complimenti e regali, ma Harry sapeva che ormai non erano troppo lontani da quel punto di non ritorno.

L'aveva ben capito da come il presidente avesse iniziato a confidarsi con lui più intimamente, parlando della sua infanzia e del suo rapporto con suo padre. L'aveva capito dalle mille domande che gli poneva sui suoi sentimenti per Louis. L'aveva capito da quei tocchi leggermente più invadenti e possessivi che, piano piano, compiva ogni giorno di più.

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