Il Genio e l'Eroe - Parte VI

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What if we rewrite the stars?


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Il Genio e l'Eroe. – Parte VI

Harry.

Mi devi un appuntamento.

Perché? Perché l'ultima frase rivolta all'amore della sua vita era stata così stupida? Perché non l'aveva rassicurato con parole più confortevoli, più intelligenti, più forti?

Harry che, da sempre, vantava un grande cervello, quel giorno si era dimostrato un idiota come la maggior parte degli esseri umani.

Avrebbe potuto rassicurarlo dicendogli che avevano tanti assi nella manica, che lui poteva farcela, che insieme erano imbattibili.

Uniti, ma lontani.

Poteva dirgli tante cose ma, in quel momento, gli aveva semplicemente detto un mi devi un appuntamento, ricordi? Come se quello fosse l'unico motivo per cui sarebbe riuscito a tornare.

Il suo prossimo progetto sarebbe stata una fottuta macchina del tempo in modo da poter riavvolgere momenti come quelli.

Comunque, lo odiava profondamente. Louis lo rendeva così stupido che, in quel momento, nonostante fosse ad appena mezz'ora di distanza dalla loro meta, invece di ripassare il piano, pensava alle ultime parole che si erano scambiate.

Un idiota.

Louis lo rendeva un idiota.

Harry sbuffò leggermente, portandosi indietro i capelli fastidiosamente corti. Era arrivato il momento di concentrarsi.

Così, inserendo il pilota automatico, il riccio si recò nel retro del jet dove il suo prigioniero, con i polsi ammanettati al muro, era in silenzio dall'inizio del viaggio.

Il generale gli aveva spiegato che Logan aveva acconsentito a collaborare, in cambio di una riduzione di pena e, anzi, aveva specificato che, in caso di estremo successo e fedeltà, alla fine di tutta quella impresa avrebbe anche potuto guadagnarsi la libertà.

Harry sospettava fosse semplicemente una strategia per tenerlo dalla loro parte e, considerando che Logan teneva davvero alla sua vita, sperava funzionasse.

"Ehi, tu" lo chiamò. "Ripassiamo il piano."

Logan lo guardò per qualche istante, prima di riportare gli occhi verso il pavimento. "Non sono nato ieri, non c'è bisogno."

"Io invece credo fermamente di sì" rispose Harry, incrociando le braccia al petto. "Non mi sembri molto sveglio, quindi per certezza ti rinfresco la memoria" gli sorrise ironicamente. "Mi consegnerai a Meier, fingendo di essere ancora dalla loro parte. Tra esattamente due ore, dovrai chiamare la base per informargli che tutto è andato secondo i piani, tu dirai loro la verità perché così ti verrà imposto dal controllo remoto che loro possiedono. In caso di mancata chiamata, tu salti in aria" affermò. "Non appena mi avranno sistemato nella mia cella, mi consegnerai i sistemi che mi permettono di controllarti. Anche il quel caso, ho già inserito l'ordine. L'OCS controlla le funzioni del tuo cervello, quindi ricordati che potrebbe scoprire molto facilmente se qualcosa non va. In quel caso, ancora una volta, salti in aria" gli ricordò. "Infine, farai rapporto una volta al giorno e, se possibile, io sarò con te. Nel caso dovessi dimenticartene, muori. Oh, e se stai per caso pensando di avvisare immediatamente i tuoi amati colleghi per poter far estrarre i chip in queste due ore, dovrò deluderti" lo informò. "Il chip esplosivo è in continuo movimento in tutto il tuo corpo, trovarlo è praticamente impossibile."

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