Il killer di prostitute - Parte III

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Il killer di prostitute - Parte III.


Louis.

Forse ora ho qualcosa da perdere.

Ma come diavolo gli era venuto in mente di dirglielo? Questa era la ragione per cui odiava le emozioni, lo portavano a dire frasi idiote e fuori luogo e, probabilmente, anche poco apprezzate.

Insomma, Liam gli aveva detto esplicitamente che voleva costruire qualcosa con Harry e lui? Lui diceva una cosa del genere.

Ma quanto poteva essere patetico?

Senza considerare il fatto che gli aveva parlato di sua madre.

Certo, non era entrato nel dettaglio e aveva tralasciato un sacco di particolari importanti che cambiavano parecchio il senso di ciò che era accaduto, ma, dannazione, ne aveva comunque fatto menzione!

E non ne era mai successo.

Nemmeno con sua sorella Lottie osava ricordare il tragico avvenimento, eppure in quel momento, l'aveva fatto.

Maledetto riccio impiccione.

Il silenzio che ne era seguito durante viaggio in macchina, di ritorno da quel bordello, era stato fin troppo imbarazzante per i suoi gusti.

Infatti, Louis non sentiva Harry da quel momento e, sinceramente, non aveva particolare voglia di farlo nemmeno nelle ore a seguire. Sapeva che stava bene, almeno così sapeva da Liam.

Conoscendolo, probabilmente non stava bene bene, ma almeno era vivo e, sperava, lontano dai guai.

"Louis" la voce di Liam lo fece risvegliare dai suoi pensieri. L'agente era nel suo ufficio, intento a leggere articoli di giornali passati riguardo la morte della fantomatica Evangeline. Non c'erano molte informazioni su di lei, come si aspettava, ma era deciso a cercare di trovare tutte le similitudini possibili.

"Liam, dimmi."

"Stai bene?" chiese l'amico. "Ti vedo più taciturno del solito, il che dovrebbe essere un record."

"Sì, tutto bene" annuì. "Ma questo caso mi sta mandando su tutte le furie. Ogni pista sembra un vicolo cieco."

Liam sospirò. "Inizio a capire la tua frustrazione" disse, appoggiandosi sommariamente sul margine della scrivania dell'altro. "Ma stiamo facendo quello che possiamo."

"Lo so, ma non basta" si lamentò, allungando il braccio e afferrando il suo cellulare che aveva abbandonato lì, in modalità silenziosa, ore prima. Illuminando lo schermo, Louis aggrottò le sopracciglia quando notò un messaggio di Harry risalente ad un'oretta prima.

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