Ipomoea Alba

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Delle dita gentili stavano disegnando delicati ghirigori sulla fronte di Grethe.

La donna mugolò qualcosa e si strinse di più al corpo caldo al suo fianco, facendolo sorridere.

"Mia dolce luna" sussurrò Nikolai con voce roca.

Lei grugnì poco elegantemente e mise su un adorabile broncio.

L'uomo tentennò, prima di appoggiare le labbra sulle sue in un timido bacio.

Gli occhi di Grethe sfarfallarono per poi aprirsi su quella meraviglia.

Con i capelli arruffati e lo sguardo appannato di sonno, Nikolai, era uno spettacolo unico.

Così unico che le venne naturale sporgersi per baciarlo con passione.

"Buongiorno" sussurrò poi nascondendo il viso nel suo collo.

La pelle calda profumava come al solito: di bosco e di maschio.

Non si sarebbe mai stancata del suo odore che lo rappresentava in tutto e per tutto.

Il profumo di bosco si addice perfettamente ad un lupo.

Restarono abbracciati nel loro idillio ancora qualche minuto, finché non sentirono due voci urlarsi improperi sotto casa.

Di malavoglia, uscirono dal bozzolo caldo che avevano creato sotto le coperte.

A quel punto si resero conto di come avevano dormito: la donna indossava lo striminzito pigiama mentre l'uomo indossava una semplice maglia e i boxer che si stringevano attorno alle cosce tornite.

Avrebbero speso il resto del giorno a rimirarsi, ma le urla avevano assunto toni rabbiosi.

Così uscirono di casa in pigiama, trovandosi davanti un furente Menelik e un'irritata Leila.

"Non osare più chiamarmi così, stupido lupo troppo cresciuto!" ringhiò quest'ultima assumendo una posizione d'attacco.

L'uomo, dall'alto della sua incredibile statura, la guardò malissimo, sprigionando odio da tutti i pori.

Odio che raggiunse la sensibilità di Vilia di Grethe, facendola rabbrividire di paura.

Nikolai si accorse dei sentimenti della donna e con voce ferma zittì entrambi i battibeccanti.

"Cosa sta succedendo qui?" chiese con voce grave.

"Mi ha insultato!"

"Mi ha dato della stupida!"

Parlarono all'unisono i due interpellati, realizzando solo in un secondo momento le condizioni dei loro amici.

"E voi..." iniziò Menelik

"...cosa stavate facendo?" terminò Leila.

Grethe si nascose dietro una ciocca di capelli mentre Nikolai, rigido, li guardò male.

"Questo non è affar vostro" brontolò scatenando i ghigni dei due

"Perché siete qui?" domandò poi fingendo disinvoltura.

"Io sono qui per te. Abbiamo delle faccende da sistemare, Fenrir." parlò Menelik tornando serio

"Ed io voglio la mia migliore amica" fece spallucce Leila.

A quella frase, Nikolai, strinse possessivamente il fianco della donna accanto a sé.

La paura di perderla tornò a serpeggiare nel suo sangue.

"Non te la rubo" ghignò malandrina l'amica.

Questo non consolò neanche un po' l'uomo che continuò a stringere Grethe.

The Night We MetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora