30.Stavo solo ballando idiota

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Non appena mi accorgo di esser rimasta sola in bagno, decido di uscire.

A passo spedito raggiungo la porta della palestra, inoltrandomi nella calca di studenti.

Ho bisogno di alcool.

E subito.

So che non sto facendo la scelta giusta, ma dopo quella piccola conversazione avuta con Ashton Myers, uno strano senso di angoscia e ansia si è impossessato di me.

Saró melodrammatica, ma quel ragazzo non me la racconta giusta...

Arrivo vicino al bancone, dove un barman armeggia con diversi bicchieri, attirando l'attenzione della gente che ammaliata da questo spettacolo, applaude entusiasta.

Devo ammettere che il ragazzo ci sa fare.

Mi siedo su uno dei tanti sgabelli in pelle, poco distanti da lui, e prima di poter fare qualsiasi cosa, mi guardo intorno.

I miei occhi, perlustrano da cima a fondo l'intera palestra, per poi soffermarsi su una figura a me molto familiare.

Blake.

È appoggiato con un fianco sul muro, i muscoli delle braccia incrociate al petto bene in evidenza.

Parla animamente con alcuni dei suoi compagni di squadra, fino a quando una figura femminile non gli si avvicina.

Alta, bionda e con un fisico mozzafiato.

Proprio il tipo di ragazza che frequenterebbe un tipo come lui.

E vedo che non perde tempo!

In un baleno gli si para davanti e senza dargli nemmeno il tempo di respirare, incolla le labbra probabilmente rifatte, a quelle di Blake.

Il moro inizialmente pare stordito, ma poi appoggia le mani sui suoi fianchi, ricambiando il bacio.

Dio, sono disgustosi!

Questa scena dovrebbe essere vietata ad un pubblico di minori.

Mi ritrovo a stringere i pugni lungo i fianchi, nervosa, per poi distogliere lo sguardo.

Non dovrei essere arrabbiata, ma cavolo se lo sono.

Anche se io e Blake non siamo niente. Potremmo definirci amici, ma niente di più.

Eppure non riesco a scacciare quella strana sensazione di fastidio al centro del petto.

"Dolcezza, che ti porto?" la voce del barman mi distrae dal mio piccolo monologo interiore.

Scuoto la testa, volgendo la mia completa attenzione su di lui.

Il ragazzo avrà più o meno venti anni, molto alto e muscoloso, capelli neri come la pece e occhi azzurri.

"Hai mai pensato di poter intraprendere la carriera da modello?" gli chiedo arrossendo e facendolo ridacchiare.

"Ci ho pensato, ma poi ho accantonato l'idea" scrolla le spalle, per poi far scorrere i suoi occhi sulla mia figura minuta.

"Comunque portami qualcosa di forte" fingo un colpo di tosse, finendo per attirare nuovamente il suo sguardo sul mio viso.

"Mh...serata noiosa?"

"Diciamo che per un po', non voglio più pensare a niente" sospiro, abbassando lo sguardo.

Il ragazzo annuisce e si mette subito a lavoro, non facendo più domande.

Cinque minuti dopo, ritorna da me con in mano un bicchiere.

"Ecco a te! Questo lo offro io" mi sorride, appoggiandomelo sul bancone.

E se ci ritrovassimo?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora