Capitolo 2

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Il giorno era finalmente arrivato, non stavo più nella pelle.
Mi alzai alle 07.00, salutai Will, che era già pronto ad andarsene per iniziare il turno al MED e andai in sala a fare colazione. D'un tratto mi ricordai di dover controllare la posta, dovevo ancora scoprire in quale caserma mi avessero assegnato. 
Tutta eccitata mi precipitai fuori, aprii la cassetta e cercai la lettera, una volta trovata la aprii, ero un misto di ansia e eccitazione, tornai in casa e iniziai a leggere:
" Gentile signorina Voight, per noi è un piacere informarla, che dopo aver visionato le sue missioni a Kabul e in Afghanistan, abbiamo deciso di assegnarla alla squadra dove le sue attitudini sono più idonee, l'intelligence, nel distretto 21. Dovrà rendere conto delle sue future azioni al Sergente Henk Voight. 
Le auguriamo una brillante carriera, buon lavoro, detective Voight.
L'amministrazione".
Non ci potevo credere, ero stata assegnata al distretto 21, nella squadra migliore che potessi desiderare. Ero super eccitata, così terminati la colazione, mi vestii e andai al lavoro.
Mentre ero in macchina mi venne in mente che Will non sapeva ancora nulla del mio incarico. Presi la decisione di chiamarlo appena parcheggiata la macchina davanti all'ingresso della centrale, purtroppo non rispose e gli lasciai un messaggio in segreteria:
"Ciao Rosso, senti volevo dirti che ho saputo in quale distretto dovrò lavorare e con chi, rullo di tamburi… Distretto 21, nell'intelligence. So che questa notizia non ti piacerà. Ti voglio bene e devi fidarti di me, alla fine sono sempre la Fenice, il cecchino migliore degli Stati Uniti, non morirò, devi credermi… Ok, ora ti saluto, ci vediamo questa sera a casa. Buon lavoro".
Chiusa la chiamata scesi dall'auto e arrivai davanti al grande portone di legno, presi un bel respiro e entrai.
Era tutto un altro mondo gente che correva a destra e a sinistra in modo completamente caotico, tutto diverso da quello che mi aspettavo, ad ogni modo mi ripresi e mi diressi al bancone dove una signora di mezza età, era un sergente aveva iniziato a squadrarmi, come fossi un maniaco.
Arrivata al bancone salutai molto cortesemente il Sergente Platt, che in tutta risposta mi disse: 
"Che cosa cavolo vuoi ragazzina?"
"Da lei sorgente vorrei solo mi indicasse l'ufficio del Sergente Voight e il luogo dove lavora la squadra dell'intelligence."
"E dovrei dirlo ad una ragazzina di, quanti anni 20, che è appena uscita dal grembo della madre?"
"Wow, calmiamoci un attimo. Per prima cosa, sergente, io ho 24 anni e secondo, mi chiamo Charlotte Voight, sono un ex cecchino militare congedato con onore, oggi inizio a lavorare con l'intelligence, sarei grata se mi riferisse ciò che le ho chiesto."
Una volta finito di parlare la Platt era decisamente scioccata e senza parole, così impressionata da dirmi ciò che le avevo chiesto.
"Va bene razza di ragazzina saccente e presuntuosa, sali le scale e vai a destra, devo aprirti io perché ti mancano ancora i codici di accesso, muoviti, forza."
Ero ancora più esaltata di prima, provai a calmarmi e arrivai, insieme alla Platt davanti alla gabbia.
Solo una porta ora mi separava del mio nuovo inizio.

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