Capitolo 3

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Quella porta mi separava dal nuovo lavoro, il lavoro che desideravo intensamente, che non mi sarei fatta scappare per niente al mondo.
La Platt digitò il codice sulla tastiera, mise la mano sullo scanner e la porta si aprì cigolando.
Davanti a me c'erano esattamente 8 gradini in legno d'ebano, dovevo solo salirci e mi sarei ritrovata nella sala più stupenda e magnifica di tutte, lì avrei lavorato con i poliziotti migliori del distretto.
Stavo lì impalata ad immaginare tutto quanto e non mi muovevo, sembrava quasi come se i miei piedi fossero lì inchiodati, così la Platt mi diede una bella spinta e fui costretta a salire le scale.
Una volta fatti gli scalini mi ritrovai davanti a 4 scrivanie, una lavagnetta vecchia scuola con delle foto e degli scarabocchi e due porte, a destra la sala chiamata da tutti come "tempio della calma" e a sinistra l'ufficio del Sergente Voight, in altre parole del mio nuovo capo.
E iniziò quello che tanto temevo, attacco di ansia, non sapevo più cosa fare, mi è preso il panico, ho iniziato a non capire più niente, dove sedermi, dove andare in bagno, dove cambiarmi, come presentarmi.
 A risvegliarmi dal momento più buio mai avuto prima fu la voce di un signore alle mie spalle che con tono serio e deciso mi chiamava nel suo ufficio. Il momento era arrivato, dovevo entrare nell'ufficio di Voight e affrontarlo. Entrare nell'ufficio del Sergente sanciva l'inizio di una nuova vita, un nuovo capitolo che mi serviva per stare meglio, per ricominciare:
"Allora detective Voight, come te la stai passando?"
"Tutto bene, grazie. E ti ringrazio molto per l'opportunità e l'occasione, sappi che io non la rovinerò."
"Non mi aspetto niente di diverso da questo, benvenuta in famiglia. Perché questa unità non è solo lavoro per me e gli altri, è un legame inscindibile, fiducia e rispetto reciproco. Sono certo che non mi deluderai. Tutto su di te dice che sei un ottimo elemento."
"So che questa unità è una vera famiglia. Ci metterò il 110% e non farò nulla per mettere in cattiva luce questo posto. Per me è l'inizio di una nuova vita e non voglio buttare tutto nel cesso."
"Bene. Adesso smettiamola di fare le adolescenti di 14 anni e mettiamoci al lavoro. Ti presento due membri del Team che sono già qua, vieni, muoviti."
Il colloquio non era andato poi tanto male, non pensavo di essere così spigliata. 
Ora però arrivava la parte più difficile, inserirsi nella squadra, ero la nuova arrivata, chissà cosa avrebbero detto e pensato di una nuova donna nel team, un ex cecchino che per vivere uccideva la gente…
Uscita dall'ufficio seguendo Voight vidi che non c'era nessuno nella sala e quindi andai nello spogliatoio, dovevo pur sempre cambiarmi no?
Una volta tolto il cappotto pensate e indossato il mio chiodo di pelle andai nella sala accanto, il poligono. Non sparavo da troppo tempo, presi il mio amato Black King, posizionai la sagoma in carta da 500m da me e caricai il fucile. Ero nel mio mondo, nel mio regno, comandavo io e mi sentivo imbattibile.
Scaricati i proiettili sul bersaglio lo avvicinai per controllare il risultati, non avevo sbagliato un colpo. Ero ancora la migliore. Come mio solito mi misi a farmi i complimenti da sola, ma alle mie spalle qualcuno applaudì.

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