Uscii dal distretto alle 23.30, il caso che avevamo per le mani era davvero complicato, tanto che Voight aveva iniziato a pensare di mandare uno di noi sotto copertura.
Per tutto il giorno non avevo pensato ad altro che alla notizia scoperta la mattina: non potevo credere a ciò che avevo sentito, non potevo essere davvero la nipote del Sergente Voight.
Mentre guidavo per andare all'appartamento l'unica domanda che mi frullava nella zucca era:
"Chi altro, lo sapeva, perché diavolo nessuno mi aveva detto un accidenti?"
Stavo finalmente parcheggiando la macchina, quando non so esattamente come, chi, cosa o perché mi venne un'illuminazione: mentre ero in ospedale Jay e Burgess si erano appartati per parlare di qualcosa che mi riguardava sicuramente.
Mentre salivo le scale per arrivare all'appartamento cercavo il modo migliore per aprire la discussione sull'argomento con Jay, l'ultima cosa che volevo era litigare con la persona migliore che avessi mai avuto al mio fianco.
Una volta entrata in casa vidi Jay sdraiato sul divano che guardava la televisione. In realtà più che guardarla quella gli faceva da sottofondo, perché lui si era appisolato.
Mi avvicinai a lui e vidi che stringeva a sé una felpa, non riuscivo a capire che senso avesse per lui tenere in mano una felpa, ma dopo qualche secondo mi resi conto che era la felpa con la stampa della marina, la felpa che io indossavo sempre in casa era ora il suo peluche.
Era splendido, così carino e pacifico che sembrava un vero e proprio angioletto. Decisi comunque di svegliarlo perché avevo davvero bisogno di parlargli per capire che cosa diavolo stesse succedendo.
"Ehi Jay, dai svegliati, dobbiamo parlare. Dai, in piedi, è importante!"
"Eddai, che c'è, stavo facendo un sogno fantastico, eravamo io e te su una spiaggia bianca e guardavamo il tramonto, tutto meraviglioso, tanto che mi addormentavo con il tuo magnifico profumo sulla pelle…"
Dopo avermi raccontato il suo sogno si alzò, mi lanciò la felpa e mi diede un bacio.
Mi ero quasi dimenticata di ciò di cui avremmo dovuto parlare.
"Jay, devo chiederti una cosa molto importante, davvero importante e ti prego non mentirmi, perché già non capisco nulla, davvero vorrei evitare di incasinare anche la nostra relazione, visto che è l'unica cosa a cui tengo davvero."
"Piccola, sei davvero strana, preoccupata, dimmi tutto, non lascerei mai a nulla il potere di distruggere tutto questo!"
"Okay… Ero nello spogliatoio del distretto per cambiarmi quando è entrato Voight al telefono, parlava con chi non lo so, però parlava di me…"
"Scheggia, cosa diceva, niente di male spero. Oddio no, non sarai tu ad andare sotto copertura vero? Non lo permetterò, ho rischiato di perderti già una volta."
Era sempre così premuroso con me. Non volevo distrarmi dal discorso perché avrei davvero voluto scoprire tutto quella sera, ma dopo le sue parole non mi sono trattenuta e gli ho stampato un bel bacio.
"Jay non sono ancora io la designata per andare sotto copertura, non parlava di questo durante la chiamata. Parlava di me, ma della mia vita privata, della mia famiglia. Mentre era al telefono io… io l'ho sentito chiamarmi nipote…"
"Nipote? Ti ha chiamato nipote?!? Tu sei sua nipote? Perché nessuno ti ha detto nulla, nessuno sapeva?"
Dalla sua reazione avevo intuito che lui ancora non sapeva nulla, ma ciò che non capivo io adesso era di quale argomento stessero parlando lui e Burgess.
"Ancora io non so chi lo sappia. A dire il vero appena l'ho saputo ho pensato che tu e Burgess ne sapeste qualcosa perché mentre ero in ospedale voi avete avuto una conversazione su di me…"
La sua faccia si illuminò, come se con quella mia frase gli si fosse aperto un mondo.
"Scheggia, quella conversazione con Burgess riguardava te, ma non parlavamo di certo della tua situazione famigliare. Burgess è venuta in ospedale perché aveva scoperto dalle tue cartelle cliniche che avevi sofferto di una grave sindrome post-traumatica al tuo ritorno dall'Afghanistan e che l'unico in grado di fartela superare è stato mio fratello"
"E perché tu brutto curioso volevi saperlo? Ti interessa davvero così tanto sapere come ho superato la guerra?"
"Tutto quello che ha a che fare con te mi interessa. Per di più l'unico motivo per il quale volevo sapere tutto era perché volevo con tutto il cuore che tu e Will faceste pace."
Lui avrebbe fatto tutto pur di riappacificare me e Will.
Non sono più riuscita a trattenermi, ora sapevo che lui non era a conoscenza di nulla che riguardasse il mio passato, visto che non c'era più nulla di cui preoccuparmi decisi di chiudere la discussione e stampare un bel bacio a quello strafigo del mio ragazzo.
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Chicago
FanfictionCharlotte è una ragazza normale, un cecchino militare che torna nella sua città natale per stare accanto al suo migliore amico Will, traumatologo del Chicago MED. Inizia il suo nuovo lavoro nel distretto 21 della polizia di Chicago, nella squadra m...