Bene, ero rimasta da sola con Liam, potevo almeno essere contenta di aver salvato delle vite.
"Ehi sbirro, quando chiamerai il tuo capo dovrai fargli capire che non ho fatto nulla di male e l'unica cosa che voglio è un biglietto per il Messico, sola andata."
Cazzo, voleva andare in Messico, perché qualcuno come lui dovrebbe andarsene in Messico, dovevo scoprirlo, forse mi avrebbe aiutato a creare un legame.
Intanto alla base c'era un gran casino, tutti si stavano attivando per irrompere e venire a prendermi.
Jay era nel panico più totale, ascoltava i miei vani tentativi di creare un legame con Liam e ogni volta che un mio tentativo andava a vuoto urlava, come se ciò significasse la mia morte, oppure il suo avvicinarsi.
Il resto della squadra si stava preparando a fare irruzione passando dal lucernario della palestra.
L'unico che oltre a me si era allontanato per chiamare al telefono qualcuno era Henk.
"Justin, Charlotte è nella scuola, il ragazzo la tiene in ostaggio e non sembra cedere ai suoi tentativi di dialogo, anzi si sta arrabbiando sempre di più"
"Papà devi darti una calmata, quella ragazza è stata addestrata dall'esercito, sa quello che fa, perdipiù state per fare irruzione, di cosa ti preoccupi?"
"Mi preoccupo perché se per caso dovesse succedere qualcosa io vivrei per sempre con il rimorso e rimpianto di non averla vista crescere e di non averle detto la verità sulla sua famiglia."
"Stai tranquillo e invece di perdere tempo al telefono con me torna al lavoro per evitare che possa succedere qualcosa di male, quando questa cosa sarà finita dovrai dirle la verità."
"Troverò il coraggio e le dirò tutto."
Torno al lavoro con il resto della squadra, dovevano solo sistemare alcuni dettagli per essere sicuri di fare irruzione in tutta sicurezza.
Intanto io stavo iniziando a dare di matto, ma non volevo, anzi non dovevo mostrarlo perché altrimenti Liam sarebbe scattato e mi avrebbe piantato un proiettile in fronte.
Stavo pensando a Jay, lui mi calava, non capivo come mai, ma stava funzionando, quando, non so per quale motivo assurdo Liam ha iniziato ad urlare come un pazzo:
"Non dovevi raccontare palle, ho lasciato andare tutti gli ostaggi perché credevo che tu avessi un "grande valore", ma a quanto pare a nessuno frega un cazzo del fatto che io possa ucciderti, quindi credo che tu non valga un cazzo è che io non abbia più nulla da perdere, perché lo sappiamo entrambi, non mi daranno mai quello che voglio."
Dal tono della sua voce iniziavo ad intuire che non ero più in indispensabile, non gli servivo più come moneta di scambio, stavo cominciando a temere che mi avrebbe sparato.
Dovevo cercare di tranquillizzarlo, sperando di guadagnare tempo perché sapevo, ero certa che Jay e i ragazzi sarebbero venuti a prendermi.
Mi ero completamente dimenticata di avere in tasca il telefono collegato in chiamata con J, lui invece no, seguiva con attenzione qualsiasi rumore strano e quando ha sentito che Liam e parlava in quel modo ha dato di matto:
"Io faccio irruzione, non voglio che quel tizio uccida la mia nuova partner!"
Non dava retta a nessuno, aveva iniziato a vestirsi per entrare, quando Antonio intervenne:
"Vuoi che Charlotte sopravviva? Bene, allora non fare niente di testa tua, pensa a ciò che stiamo organizzando, siamo quasi pronti, tra un'ora entriamo e la salviamo!"
"Tu vuoi fare irruzione tra un'ora? Lei magari non ha un'ora, magari sarà già morta, dobbiamo entrare ora per prenderla, Antonio io non posso perderla."
"J, non la perderai, oggi tutto si risolverà per il meglio, credimi!"
Arrivò poi Burgess, che grazie a Dio comunicò a tutti che erano pronti per entrare.
Jay non stava fermo dall'agitazione, continuava a ripetere che non poteva perdermi, che non poteva finire ancora prima di iniziare, nessuno capiva di cosa stesse parlando, ma sapevano tutti che al momento non era quello l'importante.
Salirono sul tetto della palestra, con delicatezza ruppero il vetro del lucernario per riuscire a calarsi all'interno.
Una volta dentro cominciarono a correre verso l'aula magna, perché ciò che Jay sentiva al telefono erano solo delle urla, non riusciva nemmeno a comprendere le parole, cosa che fece allarmare tutti quanti.
Una volta alla porta Jay non ci pensò due volte a sfondarla e quando la squadra fu all'interno Henk iniziò il suo discorso a tratti intimidatorio che avrebbe dovuto farlo arrendere:
"Liam, sono il sergente Henk Voight, della polizia di Chicago, non siamo qui per spararti, ma per dirti che è finita, hai perso. Smettila di fare il gradasso, lascia andare il mio detective, metti giù la pistola e dirò il procuratore che hai collaborato, margani servirà per una riduzione di pena."
"Pena, quale pena, io non ci finisco in prigione signor Henk."
Dopo aver pronunciato quelle parole si voltò verso di me, mi guardò e con le labbra mimò un "Perdonami" e premette il grilletto.
I risposta Jay e Antonio fecero fuoco, uccidendo il ragazzo all'istante.
Jay corse poi verso di me felice, convinto che Liam avesse colpito il giubbotto antiproiettile che avevo addosso, ma appena mi abbracciò la sua camicia si sporcò di sangue e io mi lasciai andare tra le sue braccia.
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Chicago
FanfictionCharlotte è una ragazza normale, un cecchino militare che torna nella sua città natale per stare accanto al suo migliore amico Will, traumatologo del Chicago MED. Inizia il suo nuovo lavoro nel distretto 21 della polizia di Chicago, nella squadra m...