Ma non vedrai più Iris

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"Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù."

-Filippesi 4:6-7

Lo sguardo ceruleo era rivolto alle assi di legno. Il capo chino in segno di resa e il corpo gracile tremante.
Astrid sapeva che, dalle labbra della madre, stavano per uscire parole pesanti. Parole di rimprovero, parole di delusione. Non solo Iris, ma anche a lei era stato vietato di andare al villaggio. Non sapeva il motivo e non voleva saperlo. La verità la spaventava.
Lo sguardo di Caroline era severo e rivolto verso la figlia.
"Mi hai deluso figlia mia..." disse. Quando la chiamava con il suo nome, sapeva che era davvero arrabbiata.
"Non avevi mai disobbedito prima d'ora. Perché siete andate al villaggio?" Domandò la donna.
La bambina non rispose subito. Le parole non le uscivano dalla bocca. Sua madre stava usando un tono alto e duro. A lei non piaceva la gente che urlava e intimoriva con voce e parole.
"Noi....e-eravamo solo cur-riose" balbettò la bambina. Tremava.
Carolina si ammorbidì a quella visione.
"Curiose di cosa bambina? Di gente rozza e di un paese fatto da terra e alcool?!" Si abbassò per mettere le mani sulle spalle della figlia.
Astrid alzò lo sguardo. Era dispiaciuta.
"Se John non fosse arrivato in tempo, tu non saresti qui in questo momento" disse suo padre avvicinandosi.
Astrid spostò lo sguardo su di lui.
"Friedrich..." disse Caroline alzandosi.
"Per fortuna è qui. Non pensiamoci più" continuò.
Suo marito non rispose. Si soffermò a fissare il paesaggio fuori dalla finestra.
Dopo un momento di riflessione, scosse la testa.
"Non pensarci più?! Mi dispiace ma non posso" ammise.
Si voltò verso la figlia e le puntò l'indice contro.
"Questo episodio è stato un segnale. Ho preso in simpatia la baronessina e sono molto legato agli Spencer, ma non vedrai più Iris" decise il pastore.
Astrid sgranò gli occhi. Non voleva credere a quelle parole.
"No" protestò.
R
Iris era la sua migliore ed unica amica. Era come una sorella e non poteva stare senza di lei.
"Non protestare, questa è la mia decisione" disse severo.
Caroline non disse nulla, era d'accordo con il marito.
Gli occhi colmi di lacrime di Astrid si spostarono in direzione della madre ma inutilmente.
"Mi dispiace, ma è meglio così".
Astrid scoppiò in lacrime e scappò nella sua piccola stanza.
Caroline la fissò con compassione.
"È la scelta migliore" iniziò Friedrich.
"Loro non possono pagare le colpe tue e di Diana. Farle stare insieme e molto rischioso. Magari Astrid può cavarsela e sviare i tuoi peccati, ma Iris no. Lei è condannata e non può fare lo stesso a mia figlia" spiegò. Caroline annuì. Era la scelta più giusta.
Astrid, nel frattempo, era chiusa nella sua piccola stanza. Vuota, umile e piena di paglia, era l'unica a consolare la sola contadina.
"Perché devo stare senza di lei? Che c'è che non va?" Pensò mentre appoggiava la mano sulla finestra.
Le lacrime rigavano il suo volto pallido e con la mente cercava la bambina dai capelli rossi. Iris poté sentirla.
Dallo sguardo ceruleo di Iris stava scendendo una lacrima di compassione.
La piccola mano era, ancora, appoggiata al vetro della grande finestra che si affacciava sul verde intorno alla villa.
La bambina respirava affannosamente, e, con lo sguardo cercava gli occhi chiari di Astrid in quel cielo infinito.
Astrid stava facendo lo stesso: le lacrime sul volto e la mano sulla piccola finestra. Sperava che dalla parte opposta ci fosse Iris.
La contadina non poteva sapere cosa stesse facendo la baronessa, ma lei sì. La bambina dai capelli rossi sentiva la disperazione di Astrid e, nella sua mente, vedeva l'immagine di una bambina dai capelli biondi che piangeva davanti alla finestra.
"Cos'è questa strana empatia?!" Si domandò tra sé e sé.
Si sentiva strana. Riusciva a percepire le sensazioni della sua migliore amica. Forse perché lei la stava pensando?!
Le lacrime di Beatrice cadevano a terra, si perdevano tra le fessure del legno che, parte della natura, portava i pensieri di quella bambina sino a Iris.
Il nome sussurrato nella mente di Beatrice, arrivava al cuore di Iris. Forse portato dal vento.
Iris non sentiva solo l'emozioni di Astrid ma anche la commiserazione di Madre Natura per le due bambine che le aveva viste giocare e ridere sul suo petto.
I pensieri della baronessina furono distratti dal rumore di una porta che si apriva.
Sentì dei passi certi e pesanti.
"Nonno..." disse con convinzione.
"Come stai?" Le domandò lui sedendosi sul letto.
"Non lo so. Ma posso dirti come sta Astrid" rispose.
John non capiva.
"Che intendi dire?".
"Friedrich è arrabbiato con la figlia per quello che è accaduto al villaggio, e non vuole che ci vediamo ancora" spiegò la bambina dai capelli ramati.
"Come fai a dire queste cose? Dubito che Friedrich faccia questo alla figlia". L'uomo dallo sguardo argenteo non comprendeva ancora.
"E invece sì. Quando lo vedrete domani mattina, capirete che avevo ragione io" gli confessò con freddezza.
John si alzò dal letto e si diresse verso la porta.
"Questa 'abilità' si chiama empatia, forse riesci a sentire i pensieri di una persona alla quale sei molto legata" provò a cercare una spiegazione l'uomo.
"Oppure ci sei arrivata per esclusione sapendo che Friedrich e Caroline si sarebbero arrabbiati" aggiunse uscendo dalla stanza.
Iris fissò i movimenti del nonno riflessi nel vetro.
"È empatia. Ma perché riesco ad intuire anche le sensazioni della natura e dei piccoli animali?" Pensò.
"All'improvviso tutto mi parla.
Gli uccelli non cinguettano, gioiscono per l'arrivo della primavera. I fiori sono felici di rivedere il sole e bovini e caprini sono pronti alla gestazione" si ritrovò a dire a voce alta.
Sentì una risata dietro di sé. Iris si immobilizzò.
"Sei una bambina speciale" disse una voce profonda.
Quando la bambina si voltò di scatto, non vide nessuno.
Deglutì e strinse la sua catenina d'oro. Quella voce già l'aveva sentita da qualche parte.

L'ultima stregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora