Andiamo al villaggio?

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"Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo."

-Efesini 4:32

Il cielo azzurro era limpido e svestito di nuvole. Era intenso come gli occhi di Hexiel.
Iris lo ammirava rapita da quella purezza di colore che non aveva mai visto negli occhi di nessun'altro. Si era ritrovata a pensare a lui molte volte, e si chiedeva se ogni tanto anche quel misterioso ragazzo le dedicasse un pensiero.
E mentre Iris sognava ad occhi aperti, la porta della sua stanza si chiuse piano.
"Sono giorni che è così: persa tra i suoi pensieri e quando può esce e chissà dove va" affermò John sconsolato. Anne lo fissava con aria preoccupata.
"Secondo te ha conosciuto qualcuno?" Domandò lei. La sola idea la spaventava. Iris non poteva sposarsi, dovevano proteggerla anche se era doloroso rinchiuderla sotto una campana di vetro.
John esitò a rispondere.
Quell'aria sognante di sua nipote, era più un sì che un no.
Innamorata? Forse. Ma di chi?
"Potrebbe essere" rispose.
"Ma dobbiamo fare in modo di scoprire chi sia ed allontanarli" aggiunse con fermezza.
Quando trovarono Iris, quella sera piovosa del 5 maggio 1600, si erano promessi che l'avrebbero difesa dal mondo esterno.
Anne annuì e mentre i due si allontanarono, le lacrime invasero gli occhi cristallini di Iris.
Perché i suoi nonni volevano allontanarla da chi la rendeva felice? Forse Hexiel aveva ragione. Loro volevano proteggerla, certo ma lei si sentiva in gabbia. E si odiava tantissimo. Lei odiava se stessa, odiava il suo carattere troppo docile. Non era capace di ribellarsi, aveva paura di ferire le persone che amava. Per questo si odiava. Aveva messo da parte la sua felicità per le paure altrui. Da bambina aveva rinunciato alle amicizie, al villaggio di Wormleighton per non disobbedire ai nonni. Non lo capiva il perché, nemmeno ora. Sua madre era una pescatrice, certo ma lei che colpa ne aveva?
Da quel giorno decise che sarebbe stata più cauta, avrebbe smesso di farsi vedere con quell'aria sognante e innamorata, sarebbe uscita di nascosto.
"Stai sbagliando ancora" le aveva rimproverato Hexiel.
"Per paura di affrontare gli altri, per paura di ferirli, stai trovando un'altra scappatoia. E non è con alternative che affronti un problema" le aveva detto.
Hexiel aveva ragione. Ma che poteva farci? Lei era fatta così. Non le importava. Voleva stare con lui e con i nonni. Così aveva risolto, non per sempre. Magari i suoi nonni avrebbero mollato la presa o forse no. Ma finché quella soluzione funzionava, perché pensarci?
Hexiel non approvava ma Iris ignorava i suoi soliti discorsi. Pensava solo a stare con lui. Usciva dopo pranzo, nel tardo pomeriggio e dopo cena dalla finestra della sua stanza. Mentiva a tavola, non parlava molto. Le sue risposte erano sempre vaghe.
I suoi nonni se ne erano accorti ma facevano finta di niente. Per il momento. Tacevano, dovevano prima capire.
A Iris dispiaceva di quella situazione ma a mali estremi, estremi rimedi.
"Ti ha vista qualcuno piccola ladra?" Le domandò Hexiel. Faceva sempre battute del genere. La baronessa gli sorrideva. Lo conosceva da più di un mese ormai ma ancora non aveva capito perché fosse lì. Chi stava cercando. Non le importava nemmeno di quello, più di tanto.
Le importava di lui, lo assecondava ogni volta ma quando lui le domandava spesso:
"Andiamo al villaggio?" Lei non sapeva mai che rispondere. Lì, non lo assecondava. Lì scappava.
Era difficile capire cosa le passasse per la testa. Era una ragazza semplice e molto buona ma si lasciava fermare dalle paure altrui. Hexiel non comprendeva perché non volesse disobbedire ai nonni a discapito della sua felicità. Forse quel fucile puntato contro l'aveva sconvolta tantissimo. O forse era altro. L'avrebbe aiutata a superare la sua troppa bontà, l'avrebbe aiutata ad amare più se stessa che gli altri.
Iris era lì, in piedi davanti alla luna. Come ogni sera, erano insieme in quella piccola capanna.
Iris guardava la luna che si rifletteva nei suoi occhi chiari. I capelli rossi avevano riflessi più chiari, tendenti al blu. Riflettevano i raggi della luna.
Lei era lì, in piedi davanti a lui ed era veramente bella. Hexiel si sorprese di come una ragazza potesse ammaliarlo. Non era mai successo. Lei era diversa e lui lo sapeva.
"A cosa stai pensando?" Gli domandò Iris avvicinandosi a lui.
Hexiel non rispose. La seguì con lo sguardo finché non incontrò i suoi occhi.
"È tardi, dovresti tornare a casa" le disse lui. Si alzò da terra e si avviò verso la finestra, dove prima c'era la ragazza.
"È buio, non mi piace quand'è così. Siamo molto vicini al villaggio, potrebbe esserci qualcuno" disse Hexiel.
Iris sorrise.
"Torno a casa tutte le sere e non ho mai incontrato nessuno" gli ricordò lei.
Hexiel annuì.
"Ma stanotte sei rimasta più a lungo, è davvero tardi" Ribatté lui.
Lei non rispose. Avrebbe lasciato che lui l'accompagnasse, non le dispiaceva affatto.
Quella sera non era più tardi del solito, e se lo era, lo era di una ventina di minuti non di più.
Iris aveva intuito che Hexiel aveva un secondo fine, non le importava accompagnarla a casa. Voleva altro. Ma cosa?
Mentre camminavano tra il bosco fitto, le radici spesse che evitavano per paura di inciampare e i raggi lunari che illuminavano il cammino, Hexiel e Iris erano persi nei loro pensieri. Nessuno dei due parlava. Un silenzio tombale.
Rebekah pensava a lui, ed Hexiel per la prima volta a lei.
La conosceva da un mese ma tutto era cambiato. Le loro chiacchierate, i sorrisi di lei, le sue fughe per andarlo a trovare, avevano cambiato ogni cosa.
Si chiedeva come fosse possibile che lei gli facesse un simile effetto.
Forse era perché erano simili? O perché si stava innamorando? Non doveva pensarci, aveva una missione da compiere.
Quando arrivarono davanti Wormleighton Manor, Hexiel si fermò. La sua mano teneva ancora quella di Iris. Non disse niente, fissava con ostilità la casa rossa. Era una prigione, i nonni erano guardie e Iris era la carcerata.
Avrebbe voluto portarla via di lì.
"Beh, io vado buonanotte Hexiel" disse ad una certa Iris. Hexiel voltò il viso verso di lei e annuì debolmente.
Non voleva lasciarla andare e prima che la ragazza se ne andò, l'attirò a sé in un abbraccio bisognoso.
Hexiel si chiese come fosse possibile tutto ciò, lei sciolse il gelo del suo cuore come ghiaccio al sole.
La ragazza, dal canto suo, sorrise contro il petto di lui. Decise che voleva di più. Alzò lo sguardo finché non fece combaciare le loro labbra in una bacio puro e bisognoso.
Hexiel si lasciò trasportare da quelle nuove sensazioni e lasciò che Iris lo guidò fino alla sua stanza senza curarsi di farsi vedere.

L'ultima stregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora