Corrado mi evitò per la seconda volta, quel pomeriggio. Eravamo tutte e due dietro la zona segreteria della scuola di danza e cercavo in tutti i modi di parlare con lui e del fatto che non mi rivolgesse la parola ormai da più di una settimana, ma lui non ne voleva sapere e faceva finta di avere altre cose da fare, per non fermarsi e affrontare il discorso.
«Corrado, per favore» gli dissi, prendendolo per il polso e fermandolo dall'andare nell'ufficio di nostro padre per stampare dei documenti. «Fermati un secondo e parliamo.»
Lui, con uno strattone, si liberò dalla mia presa. «Non so proprio di cosa tu voglia parlare e poi non posso, te l'ho già detto: ho da fare.»
«Puoi fare dopo qualsiasi cosa tu stia facendo. Per favore» lo implorai. Ero davvero stanco del suo broncio nei miei confronti e del suo borbottio ogni volta che dicevo qualcosa che non gli piaceva. Se aveva qualcosa da dirmi era arrivato il momento di farlo.
Sapevo che l'idea che avevo avuto per Andrea l'aveva fatto innervosire, ma poi nostro fratello l'aveva bocciata e non se n'era più parlato e Andrea continua a vedere assiduamente il dottor Nuzzo; eppure Corrado da quel momento non aveva smesso di avercela con me.
«No, dopo non posso» insisté lui.
«Corrado...» implorai di nuovo, ma lui non mi ascoltò e se ne andò nell'ufficio di mio padre.
Disperato, mi passai le mani nei capelli e sbuffai. In quei giorni, senza il suo appoggio, mi sentivo ancora di più inadatto per il compito che io stesso mi ero dato. Avevo deciso che avrei rimesso i miei fratelli sotto lo stesso tetto soprattutto grazie all'appoggio che mi avevano dato Corrado e Simone, ma fra i due Corrado era stato quello che mi aveva aiutato maggiormente. Simone era molto diverso da noi due ed era molto più rilassato, mentre solo io e Corrado vedevamo le cose con lucidità, ma soprattutto con realismo.
La realtà, infatti, era che non tutto era perfetto, che non avevamo ancora trovato un equilibro, che i più piccoli non ci ascoltavano come avrebbero dovuto, che la casa non era mai in ordine come avrebbe dovuto essere. Agli occhi degli assistenti sociali non sarebbe bastato, avrebbero voluto la perfezione e la perfezione non c'era.
Solo con il supporto di Corrado avrei potuto almeno sperare di superare i controlli degli assistenti sociali, ma in quel momento non fui sicuro che ce l'avremmo fatta. Corrado non mi parlava; Corrado non mi stava aiutando ed ero sicuro che avrei fallito.
Forse avrei dovuto solo aspettare che la rabbia scemasse col tempo, ma non volevo dei rancori nel nostro rapporto e poi il clima di tensione che si respirava tra di noi avrebbe di sicuro influenzato anche gli altri, che già mi apparivano nervosi e capricciosi.
Sbuffai di nuovo e mi dedicai a sistemare a mia volta tutta la documentazione riguardante le fatture da pagare, quelle già pagate e poi c'era da fare i conti con la dichiarazione dei redditi, che ogni anno mi creava grossi problemi: dovevo infatti avvalermi sempre della consulenza del commercialista. Era soprattutto in quei momenti che sentivo la mancanza di Mirko: solo lui sarebbe riuscito a farmi passare l'ansia per tutti i casini da risolvere e le mille cose a cui pensare.
Ero immerso nelle carte, quando mi ritrovai Ilian davanti. Sobbalzai e il mio cuore fece una strana capriola, quando lui mi sorrise.
Non lo vedevo da qualche giorno – dalla festa sullo yacht per l'esattezza – ma ci eravamo tenuti in contatto. Tuttavia, sentire la sua voce solo attraverso la cornetta del telefono non mi aveva fatto dimenticare il suo modo di comportarsi nei miei confronti e il fatto che ci avesse provato con me. Perciò in quel momento fui terribilmente in imbarazzo.
«Ciao» mi salutò lui.
«Ciao» risposi, provando a moderare il tono di voce e a non fargli sentire quel leggero tremolio che mi veniva quando ero agitato.
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Io e i miei sette fratelli
General Fiction*** PREQUEL DI IO E I MIEI SETTE FRATELLI MAGGIORI*** Donato Leonardi ha solo diciannove anni quando i suoi genitori muoiono in un incidente d'auto lasciando lui e i suoi sette fratelli minori orfani. Il lutto sconvolge le loro vite e li costringe...