Capitolo 38-La Parte più debole di me

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Continuo a fissare la figura alta e slanciata posizionata davanti alla porta, senza riuscire a emettere un suono.
Ci sono tantissime cose che vorrei dire, discorsi e domande che da anni mi sono imparato a memoria a furia di ripeterli nella mia mente in caso questo giorno sarebbe mai arrivato, ma adesso che è davvero successo , non ho più parole per esprimermi, solo un immenso dolore e rabbia che cresce all'interno e che mi sta consumando.
-figliolo, posso entrare per favore? - esordisce quell'uomo così simile a me e da cui ho preso gli stessi occhi color ghiaccio.
-papà ripeto che ci fai qui? -quasi urlo in preda alla rabbia.
Con quale coraggio si è presentato dopo tutto questo tempo davanti a casa mia, dopo aver abbandonato me e la mamma, con quale?
-lo so che non ho alcun diritto di essere qui, ma ti prego voglio solo parlare-sospira lui, con una voce ferma e calma.
Senza più degnarlo di uno sguardo lo faccio entrare e accomodare sul divano, mentre io corro letteralmente per le scale senza sapere cosa fare.
Non riesco quasi a respirare, mi sento come se una morsa mi stesse stringendo il cuore. Mi viene da piangere, ho così tanta voglia di buttarmi sotto le coperte e di non ritornare più di la, ma devo farlo, devo affrontare questa assurda situazione che mi sta facendo così male.
Apro la porta della mia camera e trovo Luca che si è appena finito di vestire e lancia uno sguardo verso di me-Piccolo che ti succede? Perché sembra che tu sia sul punto di piangere?-
In pochi passi si trova di fronte a me e mi ritrovo stretto dal suo corpo forte e questo mi fa crollare:comincio a piangere sommessamente finché il pianto non si trasforma in veri e propri singhiozzi che per un tempo infinito non accennano a placarsi.
Luca cerca di calmarmi, asciugandomi le lacrime e accarezzandomi la testa dolcemente-amore mi vuoi dire cosa succede? Mi sto preoccupando-
-sotto..c'e mio padre, ti prego vieni con me non riesco ad affrontarlo da solo-lo supplico attirandolo ancora più stretto a me.
Nei suoi occhi luccicca uno sguardo carico di sorpresa, mentre mi risponde prontamente -non c'e neanche bisogno di chiedere, andiamo-
Indosso velocemente un jeans e una maglietta e scendiamo le scale con le mani intrecciate l'una all'altra.
La scena che mi trovo davanti è surreale:mia madre e mio padre intorno al tavolo che fanno tranquillamente conversazione,davanti ad un caffè.
Non so quanto volte mi sono sognato sta scena:io che mi svegliavo dal letto mezzo addormentato  e venivo accolto in cucina dai miei genitori che mi invitavano a fare colazione con loro ,ma questa cosa non è mai accaduta perché mio padre non si è mai messo in contatto con noi, almeno fino a questo momento.
-tu lo sapevi?-chiedo a mia madre
-l'ho chiamato io, sei scomparso per 2 giorni, pensavamo che ti fosse successo qualcosa di brutto o addirittura che fossi morto. Lui doveva sapere, è pur sempre tuo padre-
Tipico di mia madre, nonostante quell'uomo non facesse più parte della nostra vita e non ha mai dato cenni che volesse farmi di nuovo da padre, al primo casino lei lo chiama come se lui avesse qualche diritto su di me.
È troppo buona, ma io no, non lo posso perdonare.
-bene adesso che hai appurato che sono vivo e vegeto, te ne puoi pure andare. Ciao e a mai più-ribatto incazzato.
Non voglio la sua pietà ne ora ne mai
-Matthew per favore, fammi solo parlare, poi alla fine del mio racconto potrai anche cacciarmi se lo vorrai, ma prima ti prego voglio dirti tutta la verità-
Luca cerca di farmi un sorriso di incoraggiamento e io sbuffo, facendogli capire che può cominciare parlare liberamente.
-ciao Luca, come ti sei fatto grande e bello-
-Salve signor Peterson-
-oh non mi chiamare così che mi sento vecchio, chiamami John-esclama rivolgendo il suo sguardo sulle nostre mani intrecciate-quindi voi due ehm..state insieme?-
-perché è un problema?!-gli rivolgo uno sguardo sprezzante.
-nono, certo che no, non ho niente in contrario-si schirisce la voce-Lo so che mi odi, so anche che non ho nessuna scusante per il mio comportamento, che non mi sono comportato da vero padre e che vi ho abbandonati quando tu eri ancora un adolescente, però vorrei che sapessi che non c'e giorno che io non rimpianga quello che ho fatto, non c'e giorno in cui io non abbia pensato a te, a quanto saresti cresciuto, a come saresti diventato e al fatto che non ti avrei mai visto crescere-
-se eri così dispiaciuto, perché non ti sei mai fatto sentire ne vedere eh? In tutti questi anni manco un messaggio, una telefonata o un biglietto d'auguri e ora ti ripresenti qui per dirmi che lo rimpiangi-i miei occhi sono carichi di rabbia mentre sputo queste parole dal la mia bocca.
Come può dire che lo ha rimpianto quando non ha mai mosso un dito per me, per noi.
Sospira-era un brutto periodo:avevo perso il lavoro e non riuscivo più a trovarne uno nuovo per quanto ci provassi, non sapevo come mantenere la mia famiglia e non sapevo come andare avanti. Allora ho cominciato a bere sempre di più, sono partito da un bicchiere a sera che poco tempo dopo è stato rimpiazzato da intere bottiglie bevute in un solo giorno.
Tornavo a casa poco e niente, per non farmi vedere da voi in quelle condizioni e una sera ero talmente ubriaco che sono andata a letto con una donna senza rendermene conto.
Purtroppo quella è stata la prima di una lunga serie di donne che mi sono portata a letto da ubriaco per scacciare il dolore.
Mi facevo schifo,invece di tirarmi su per la mia famiglia l'avevo tradita comportandomi come un ragazzino.
Tua madre lo scoprì e chiese il divorzio, cercando di non fare capire niente a te e di non fartelo pesare.
Dopo aver risolto le varie pratiche burocratiche ho deciso di sparire per sempre dalla tua vita, perché pensavo che non avrei mai potuto darti un futuro.
Cosa avrebbe potuto darti un ubriacone e un traditore? Non mi meritavo il tuo amore, così ho fatto la scelta di andarmene a New York, per rifarmi una nuova vita.
Parecchio tempo dopo sono riuscito a trovare un buon lavoro e a farmi una nuova famiglia e ho capito che ho sbagliato tutto:potevo essere un buon padre, potevo crescerti, potevo indirizzarti verso la giusta via, sono io che non ho mai avuto la forza di farlo.
Mi sono buttato giù da ciò che ero diventato, non pensando che avrei potuto essere migliore, avrei potuto esserlo per te.
E so che non serve a niente dirlo, ma mi dispiace tanto di non esserci stato per tutti questi anni, per non averti visto diventare il bellissimo uomo che ora sei, per non aver gioito dei tuoi risultati e non averti rimproverato per i tuoi errori, per non averti visto innamorato per la prima volta, ma anche sofferente per la tua prima delusione e per non averti aiutato nei momenti difficili. Mi dispiace di aver rischiato di perdere un figlio senza neanche aver cercato di recuperare il nostro tempo perso lontani l'uno dall'alto, senza esserci detti quello che per troppo tempo è rimasto taciuto per colpa mia e ho deciso almeno di provarci a recuperare quegli attimi felici insieme che per troppo tempo ti ho negato -
Non mi ero nemmeno accorto di stare piangendo, finché non ho sentito le mie guance bagnate e le braccia forti di Luca stringersi con dolcezza intorno alla mia vita.
Non so nemmeno come mi sento in questo momento, troppe emozioni stanno invadendo il mio corpo:rabbia, tristezza, malinconia, ma anche un pizzico di gioia e di speranza.
Nella stanza allegia un cupo silenzio, mentre tutti aspettano una risposta che nemmeno io so dare.
Con la voce roca e gli occhi rossi dal pianto, gli rispondo -non so se ti posso perdonare, ne se riuscirò mai a ricominciare con te.. Mi hai fatto troppo male, ho sempre avuto una parte debole di me e quella parte sei sempre stata tu,quella parte di me che non si è mai ripresa dal tuo abbandono e che è rimasta sempre segnata per questo.
Mi hai privato di un padre e non sono cose che si possono perdonare così facilmente-
-lo capisco-esclama lui con uno sguardo triste-non ti chiedo di darmi una risposta oggi:io sarò ospite per una settimana al Blues hotel, stanza 233,se avrai voglia di parlarmi, mi troverai li. Pensaci figliolo e prendi la giusta scelta, io la accetterò qualunque essa sia anche se farà male. -
Detto questo si congeda, salutandoci frettolosamente e uscendo dalla porta.
-arrivederci Luca, cerca di rendere felice mio figlio, salutami tuo padre e digli che uno di questi giorni andrò a trovarlo-
-lo farò-gli risponde lui fermamente.
-addio Luisa e scusami per tutto-si rivolge con una sguardo dispiaciuto a mia madre prima di sparire fuori dalla porta.
-amore stai bene? - mi chiede mia madre-mi dispiace di non averti mai raccontato tutta la storia, io non volevo che lo dipingessi come un mostro, già hai sofferto abbastanza per il suo abbandono.. -
-dovevi comunque dirmelo, era un mio diritto saperlo, ma capisco che me lo hai tenuto nascosto con buone intenzioni, però ti prego di non nascondermi più nulla-rispondo io freddamente, asciugandomi le lacrime rimaste sulle guance.
-te lo prometto, non lo farò piu-mi risponde con le lacrime agli occhi
-comunque non mi sento per niente bene, posso invitare qui le ragazze? -
-certamente-abbozza lei un sorriso
Digito immediatamente il numero di Teresa che al secondo squillo mi risponde con la sua voce allegra-Hei Matt-
-Tere,mio padre è appena stato qui, venite a casa mia perfavore-
-oh tesoro...arriviamo subito-
-grazie-riesco solo a biascicare prima di riattacare.
-piccolo?-mi richiama Luca-che ne dici se ci mettiamo un po'a letto e io ti faccio un po'di coccole prima che arrivino le ragazze? - mi chiede cercando di tirarmi su di morale.
Io annuisco, accennando un sorriso, mentre mi trascina su e mia madre mi guarda con uno sguardo preoccupato, annunciandoci che ci avrebbe preparato immediatamente la colazione da portarci in camera.
Le rivolgo un occhiata malinconica, prima di sparire per le scale.
Luca come promesso mi ha fatto distendere sul letto sotto le coperte e ha cominciato a farmi i grattini sulle braccia e sulla pancia e a lasciarmi i bacini sul volto, facendomi mugugnare di piacere.
-se questo è il trattamento, cercherò di stare piu spesso male-ridacchio io.
-scemo-mi sorride lui, compiaciuto nel vedermi di nuovo ridere-cosa hai intenzione di fare con lui? -
-non lo so, davvero non lo so-gli rispondo malinconico, accoccolandomi più vicino a lui nel letto.
Poco dopo sentiamo bussare e le mie amiche fanno capolinea nella mia stanza.
-hei non volevamo assistere a scene porno-scherza Teresa, indicando noi due sotto le coperte.
-tranquilla siamo vestiti, scopiamo dopo-ribatto io, facendo ridere gli altri.
-come ti senti? - mi chiede Martina-com'e stato vederlo dopo tutti questi anni?-
-è difficile da dire.. È stato brutto, ma allo stesso tempo è stato bello.
Ragazze non so davvero come comportarmi.-
-raccontaci tutto-
Dopo avergli spiegato cosa era successo neanche mezz'ora fa, Teresa mi risponde-io ti consiglierei di provare almeno a dargli una possibilità o almeno di concedergli un' uscita finché è qui,ma solo tu puoi sapere cosa è giusto, fai solo quello che ti senti di fare. Non c'è una risposta giusta o una sbagliata, importa solo quello che il tuo cuore vuole davvero.-
-il mio cuore in questo momento è frastornato-
-lo so, pensaci con calma e vedrai che arriverai alla soluzione giusta-
-lo spero-
-io so cosa ti ci vuole in questo momento-esclama Martina alzandosi dal letto e cominciando ad armeggiare con il mio pc.
-sarebbe? -le chiedo aggrottando la fronte
-fateci spazio sul letto suu che cerco di aprire sto sito in streaming-
-guardiamo un film? - chiede Luca, mettendosi seduto accanto a me e Teresa.
-macché film, non c'e niente di meglio di una bella maratona di Sekai ichi Hatsukoi per fare star meglio Matt-mi fa l'occhiolino lei
-tu si che mi ami-le sorrido io grato di poter rivedere per l'ennesima volta il mio anime preferito.
-ditemi che non è un anime-esclama Luca
-oh si che lo è-
-poi non dirmi che non ti amo-sbuffa Luca, mentre Martina fa partire l'episodio e si sistema di fianco a noi.
E così iniziamo la nostra maratona yaoi interrotta solo da mia madre che è arrivata con caffè e brioche, colmando i nostri stomaci affamati.
-però sono così carini Takano e Ritsu, nonostante siano passati 10 anni non sono mai riusciti a dimenticarsi-esclama ad un certo punto Luca.
-eheh anche il nostro Luca ha l'anima da romanticone allora-lo prende in giro Martina
-sono stupendi-rispondo io sognante-li amo troppo-
-ma noi siamo più belli-mi sorride lui, stringendo le mie dita tra le sue e guardandomi negli occhi.
-dio santo quanto siete smielati, Marty dammi la manina anche tu che mi sento forever alone-scherza Teresa, allungando la mano verso quella di Martina.
-sceme, vi voglio bene. Abbraccio di gruppo? - gli chiedo
-subito-rispondono buttandosi su me e Luca e abbracciandoci forte.
-raga non respiro-si lamenta Luca
- non lamentarti ragazzone, ora che hai approvato gli anime sei ufficialmente uno di noi quindi zitto e subisci-
-forse dovrei ricominciare a prenderti in giro perché li guardi-
-provaci e ti ammazziamo tutti e tre-gli faccio la linguaccia.
Non saprei cosa fare senza di loro, dopo una giornata così difficile mi hanno colmato il  cuore di spensieratezza e felicità.
Sono questi  piccoli attimi di felicità con le persone a cui voglio bene che rendono la mia vita degna di essere vissuta, quegli attimi che giorno per giorno costruiranno per me dei ricordi indelebili, quegli attimi che sembrano niente, ma in realtà sono tutto.
Comincia tutto dalle piccole cose ed da questo pensiero che capisco davvero cosa devo fare.

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