CAPITOLO 37

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Anche se non voglio ammetterlo a me stessa, la sua presenza qui mi rende certamente nervosa, ma serena al tempo stesso.

Entrambi restiamo in silenzio per un po' perché a parlare adesso sono i nostri sguardi. Si è accorto che tengo le braccia incrociate per mantenere distanza tra di noi e questo sembra accettarlo.

Sono consapevole che basta ancora uno sguardo per capirci io e lui.

- Chi era quello? Ci vai a letto?


Finalmente rompe il ghiaccio, ma non nel modo in cui speravo.

Lo dice tutto d'un fiato continuando a guardarmi negli occhi in cerca forse di una verità nascosta.

- Non posso crederci. Dopo mesi di silenzio adesso sai chiedermi solo questo? Comunque sia non sono affari tuoi.


Sbotto, davvero irritata per la sua domanda. Dannazione! Sono incinta e lui sa chiedere solo questo?

Evidentemente è rimasto a guardare più di quanto immaginassi e deve avermi vista parlare con Victor.

- Lo hai baciato?

- Nemmeno questo è affar tuo Bob. Non hai voce in capitolo su cosa faccio della mia vita.


Continuo a guardarlo come se non ci fosse nulla in gioco, in realtà ho i nervi a fior di pelle.

Intanto lui chiude gli occhi e tira un sospiro in cerca di pace interiore per mantenere la calma.

- Ti sbagli.


Fa una pausa che sembra lunghissima, poi riprende facendo piccoli passi per avvicinarsi a me.

- Se non avevo voce in capitolo sulla tua vita allora perché hai lasciato una porta socchiusa?


A cosa si riferisce? Quale porta? 

Mi guardo intorno confusa dalle sue parole? O soltanto perché inizia a mancarmi l'aria ad ogni passo che si avvicina di più a me?

- Marcie tu non hai chiesto il divorzio. Continui ad essere mia moglie, la mia compagna. Per giunta porti in grembo nostro figlio, quindi è lecito che io ti chieda cosa fai della tua vita.


Sembra sicuro di se' e questo mi da sui nervi.

- Non hai il diritto di chiedermi con chi vado a letto!


Si ferma per un attimo a ragionare sulle mie parole e il suo sguardo cambia.

- E' vero!


Risponde pentito.

Questo mi provoca un'altra ferita perché può voler dire solo una cosa e cioè che in questo periodo lui è stato con qualcuna.

Il sangue ribolle ma reprimo subito ogni reazione a questo pensiero perché forse solo grazie al suo senso di colpa potremmo riuscire a concludere un discorso. Nonostante il pensiero di stare insieme continui a sembrarmi la cosa più sbagliata al mondo.

Adesso devia il mio sguardo come se volesse fuggire e vorrei tanto che non lo facesse, che torni di nuovo a guardarmi. 

I suoi sensi di colpa hanno la meglio sul mio desiderio.

ALBACHIARA 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora