CAPITOLO 21

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Stare in palla giusto oggi non era certo nei miei piani.

Mancano appena due giorni all'apertura.

Mia madre non fa che chiamarmi da questa mattina, nonostante io abbia rifiutato, ripetutamente, tutte le sue chiamate.

Capisco anche la necessità di Bob di volersene stare da solo, dopotutto io ho avuto diversi giorni per metabolizzare il tutto, ma anche mi ritrovo sulla stessa barca in balia delle onde e adesso avrei davvero bisogno di lui... di un suo abbraccio e di lui che mi dica che andrà tutto bene.

Il telefono squilla e per un attimo ho sperato fosse lui... invece, con mia sorpresa, è un altro Davis a chiamare.

- Salve Paul!


Rispondo nascondendo ogni segnale di... disprezzo? Oppure è solo compassione per questa persona che, proprio come mio padre, è stata solo una marionetta nelle mani di mia madre?

In realtà dovrei essere furiosa ance con lui, dopotutto alla cena di Natale ha fatto finta di niente, proprio come ha fatto mia madre. Ma è pur sempre il mio capo quindi... devo distaccarmi dai miei problemi personali e dai miei sentimenti.

- Marcie hai per caso idea di dove sia finito Bob? Mi hanno detto che oggi non si è presentato in ufficio e dire che sapeva che oggi aveva un appuntamento importante!


Sembra davvero preoccupato dal tono della voce, o semplicemente deluso della fiducia riposta in suo figlio. Sospira e poi riprende a parlare.

- Provo a chiamarlo da questa mattina ma continua ad avere il telefono spento.


Tipico di Bob!

Al primo problema lui sparisce... letteralmente.

A quanto pare Paul non ha la minima idea di cosa sia successo.

- Paul credo che debba trovarlo e parlargli. Non posso essere di certo io la persona che le deve spiegare tutto.

- Tutto? Tutto cosa? Devo preoccuparmi Marcie?


Sento delle scariche sulla ricezione. Probabilmente sarà in auto, di ritorno in città.

Ultimamente viaggia così tanto per la promozione della galleria.

Sospiro, sforzandomi davvero tanto a trattenermi e continuare a mantenere privati i miei pensieri.

- Come le ho detto non è con me che deve parlare Paul. Adesso devo tornare a lavoro.

- Ma certo! Scusami se ti ho disturbata.


Riattacco sentendomi un po' in colpa per il tono che ho usato.


Non mi va di stare sola e ho davvero bisogno di raccontare a qualcuno quanto è successo. Per fortuna oggi non c'è molta confusione per strada, così decido di selezionare la chiamata con Lily direttamente dal volante.

Gli squilli rimbombano nel silenzio dell'abitacolo, fin quando sento la sua voce.

- Hey Fitz iniziavo a credere che non ti saresti fatta sentire.

- Ero a lavoro Lily... e poi ultimamente non ho avuto poi così tanta voglia di parlare.

- Già, immagino...


Come può immaginare?

- Sai tutto?

- Ovviamente si Fitz!

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