*Bip. Bip. Bip...*
Mi svegliai di soprassalto, grondante di sudore e senza fiato.
Avevo fatto un altro di quegli strani incubi macabri.
E sembrava tutto così reale: il sangue, le urla... e quell'insopportabile odore di corpi in decomposizione.
Spensi la sveglia del cellulare che segnava le 6 e 12 del mattino, decidendo di alzarmi definitivamente dirigendomi verso l'armadio, massaggiandomi la testa dolente..Mi vestii velocemente con un paio di skinny jeans neri ed un crop-top bianco a maniche lunghe, uscendo di corsa da camera mia scendendo frettolosamente le scale per andare in cucina.
Presi una brioche ripiena di crema alla nocciola accompagnata ad una tazza di caffè bollente, mangiando con gusto e avidità.
Finii di mangiare andando in bagno per lavarmi i denti dandomi una veloce sistematina allo specchio, mettendomi un filo di mascara e spruzzandomi un po' di profumo addosso.-6:43
Uscii di casa velocemente, iniziando ad incamminarmi verso la fermata dell'autobus.
Mi guardai intorno per vedere se stessero passando delle macchine prima di attraversare, intravedendo una strana figura incappucciata e con la testa china, camminare nella direzione opposta.
Ovviamente non ci diedi troppa importanza pensando che entrare in allerta preoccupandomi sarebbe stato inutile; era una persona normale. Almeno credevo.
La strana figura continuò per la sua strada, allontanandosi sempre di più.
Dopo circa cinque minuti d'attesa passati davanti alla fermata, l'autobus comparve davanti a me, per poi far aprire le porte facendomi passare all'interno del piccolo abitacolo.
Timbrai il biglietto e successivamente mi accomodai in un sedile vicino alla grande finestra, prendendo le mie cuffie e ascoltando musica con il volume a palla, per far passare velocemente il tempo.
Arrivata alla fermata davanti alla scuola in cui studiavo, scesi dall'autobus salutando l'autista per poi dirigermi al solito gruppetto di ragazzi con cui a volte parlavo.Suonata la campanella tutti quanti iniziarono a dirigersi all'entrata del edificio come un enorme gregge di pecore.
La giornata passò lentamente e sembrava che non finisse mai.
Tornai a casa verso le 15 e mezza trovando la porta di casa spalancata.
Solcai la soglia della porta entrando in allerta, appoggiando il mio zaino a terra.«Mà? Sei a casa?»
Iniziai a chiamare i miei genitori senza ricevere risposta.
Varcai la soglia della porta con le sopracciglia corrugate per la curiosità mista a preoccupazione.
«Papà?? Dove siete? Perché la porta di casa è aperta in quel mo-».
Mentre camminavo per la casa alla ricerca dei miei genitori, mi paralizzai di colpo intravedendo i loro corpi distesi a terra sopra ad un infinito lago di un intenso e vivido rosso cremisi.
Erano morti.Il corpo senza vita di mia madre era pieno di tagli profondi e si potevano intravedere i suoi organi rovesciati sul pavimento con noncuranza.
Una parte del suo intestino gliel'era stata infilata in bocca.
Il suo busto era stato completamente squarciato, e il naso mi sembrava le fosse stato spaccato con violenza.
Il corpo inerme di mio padre era accasciato a terra, scomposto e pieno di sangue.
L'asta dei suoi occhiali glieli era stata infilata brutalmente negli occhi e la sua testa calva era stata trafitta da un coltello che era tutt'ora incastrato nel suo cranio.
Anch'esso aveva gli organi sparsi per terra e la sua maglietta strappata faceva a malapena intravedere una scritta incisa nella sua carne."J"
Mi allontanai velocemente da quell'orrore afferrando il telefono con le mani tremanti, digitando frettolosamente il numero della polizia.