19° OLTRE TUTTO

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E' l'ultimo giorno.
Vedo l'orizzonte non troppo distante da me scrutarmi in ogni modo possibile.
Percepisco ogni singola cellula di questo cielo, chiedendomi cosa dirà un giorno mia figlia di tutto questo.
Sono qui, sola in mezzo al niente.
Cado a terra, e insieme a me, cadono anche tutte le mie difese.

Tante persone intorno a me che chiedono pietà e io ferma immobile.
Prendo per mano mia figlia, la tengo stretta a me.
Sento uno sparo da lontano e automaticamente la mia mente se n'è già andata. Svanisco, mi distruggo di fronte a ciò che ho creato.

Avverto solo la sua voce che mi chiama, che chiede a Dio di non essere così crudele con me.
Non riesco a rispondere, ho perso tutto.
Aspetto, aspetto che tutto questo finisca.
Prego che il respiro di mia figlia non si fermi, nel mentre che il mio si sta già fermando.
Solo uno sguardo.

Uno sguardo prima che finisca questo dolore.
Gli occhi di mia figlia a cui ho promesso che domani ci sarà un altro tramonto da vedere insieme.

Rimango ferma in quest'immagine dove posso solo capire.
Capire quanto sia brutto perdere qualcuno mentre lo si guarda negli occhi per l'ultima volta.
Siamo reduci di una grande sconfitta nel vederci bloccati in un fermo immagine, dove non possiamo fare niente
per cambiare le cose, ma possiamo solo guardare.

Perderla così, senza alcuna ragione. Come si può morire guardando la propria
figlia e non provare niente? Solo il buio. Solo un ricordo che si fa spazio tra tutte le cose vissute.
Guardare come la vita ci passi davanti in un secondo, come le cose siano impossibili da controllare.

Il suo volto, la sua espressione.
Il suo calore si disperde come polline nel vento.

Mi chiedo cosa dirà un giorno mia figlia di tutto questo.
Che mi ha vista come cenere, in un giorno di guerra.

Tua per sempre, Consuelo.

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