Non so in che momento ho iniziato questa corsa sfrenata, so per certo che il detonatore è la mia ira che parte dallo stomaco e si espande in ogni punto del mio corpo. Anch'io me ne sarei andato via se solo non avessi intenzione, ora che Riele è andata al bancone abbastanza lontano da Amarr, di affrontare quest'ultimo.
«Non ti rendi conto che ti ama ancora?! Sei davvero un pezzo di merda» ringhio rinfacciandogli la verità mantenuta segreta fin troppo a lungo, appena lo raggiungo.
Lui sembra non capire cosa intendo.
«Sentivo che fossi tu. Avanti che vuoi Norman? Senti sono già infiammato per via dei tuoi brutali comportamenti con R-...»
"Daniella, cazzo. Daniella!" lo ripeto nella mente sperando che lo possa intuire.
All'esterno quel pensiero si tramuta in un strido incomprensibile.
«Cos'hai detto?» mi chiede voltandosi con tono beffardo.
Tizio, così mi fai incazzare il triplo.
«Quant'è fottute volte vuoi che te lo ripeta?!
Daniella ti ama ancora!» gli sbraito.Lui mormora qualcosa di incapibile alle mie orecchie e fa cadere il telefono, causando un rumore sordo e spiacevole adesso che la musica si è abbassata.
«Non è possibile» fremita con la mano sospesa in aria.
«Invece sì, idiota! L'hai ferita gravemente e ora a causa tua sta passando le pene dell'inferno!» esclamo frustrato.
Un'anomala sensazione mi pizzica l'interno del mio torace e io me ne vado sul punto di entrare in una crisi. Mi scontro nel lungo andare con i clienti guadagnandomi pesanti insulti e finisco poi, senza volerlo, anche contro Riele. Lei mi osserva confusa misto a sdegno. Mi lascio sfuggire uno sguardo pieno di rammarico.
Ho un disperato bisogno di aria
Come il nastro nelle gare di corsa alle olimpiadi, scorgo la scritta 'Exit' dell'uscita sul retro. Pongo verso il basso la maniglia della porta, respirando finalmente un'aria di pulito e freschezza. Con passettini finisco contro il muro davanti al locale e mi tengo il petto ardente.
Tra la rabbia, la pressione e i sensi di colpa, non sarei riuscito a rimanere un singolo minuto in più chiuso là dentro. Ho rivelato la verità ad Amarr e non me ne pento affatto anche se era un segreto che non dovevo assolutamente rivelare al diretto interessato, eppure non potevo vedere continuamente Daniella stare male chiudendosi in sé stessa a causa di un tonto che non capisce che la sua ex fidanzata è ancora innamorato di lui. In più la consapevolezza che io abbia indotto gli attacchi di Riele, fa deteriorare tutta la mia persona.
Mi volto verso il muro di mattoni e batto tramite un pugno di violenza contro esso. La mia mano assume un colorito rossastro-violaceo, e io lascio dei piccoli singhiozzi che in seguito si trasformano in strazianti lacrime. Ringrazio il cielo che non ci sia nessuno qua fuori sul retro, tranne una bottiglia di vetro accanto a me e un cucciolo di micio che mi osserva con la testa inclinata. Gli sorrido lievemente rilasciando altre lacrime e finisco con il piangere istericamente.
Inoltre come se non bastasse i miei sentimenti verso Riele le rimangono ancora ignoti, nonostante le smisurabili fatiche. Dal pugno passo al calcio dove un dolore lancinante colpisce la pianta del mio piede, provocandomi un gemito di sofferenza. Impreco stringendo i denti per il cruccio.
Mi ricordo ancora quel lontano giorno di gennaio, in cui avevo buoni propositi per l'inizio dell'anno ovverosia di confessarmi dopo quasi quattro fottuti anni il mio amore per lei. Ho tentato inutilmente senza mai arrendermi per trovare il momento giusto e confessarmi: dalle rose bianche e blu a San Valentino, fino ad arrivare all'audio andato a fottersi insieme alle mie speranze nei suoi confronti, dall'attimo che ho avuto la conferma che lei e lui stessero insieme.
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~Illusion~
Fanfiction{*Avvertenze* La storia è molto drammatica.} L'amore è un sentimento che non si descrive ma lo si prova soltanto, e ognuno di noi nella propria vita dovrà interagire con essa. Malgrado l'amore possa essere splendido, ha anche delle ali negative che...