73. Oh mamma mia!

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Arriviamo nella sua proprietà, evitando di essere ripresi da qualche fan indesiderato e percorriamo il vialetto come al solito.

«In che zona di San Diego ci troviamo signor Scott?» chiede Riele rallentando il passo.

«Siamo nella Wildlife Zone.»

Perché sta sbiancando?

«Ri» la chiamo e lei si riprende, rivelandoci una bruttissima informazione:

«Mary abita proprio in questa zona!»

Impallidisco peggio di lei. Come caspita è possibile? Ciò vorrebbe dire che potrebbe arrivare a momenti, finendo con il vederci e riprenderebbe a raffica con le sue fottute domande! È un disastro.

«Mannaggia, mannaggia» mi lamento, camminando avanti e indietro per il vialetto.

Questa mini vacanza sta decadendo senza possibilità di rinnovo.

«Allora non siete al sicuro nemmeno nel mio ranch» manifesta Scott scontento.

«Purtroppo no. Se ci avvistassero saprebbero del suo ranch e pedinerebbero anche lei» si esaspera la mia ragazza «Che cosa possiamo fare?»

Mi abbasso verso il terreno roccioso e rimaniamo in silenzio.

«Questo non ci voleva» borbotta mio zio.

Prendo parola rialzandomi, facendo un passo verso di lui. Non abbiamo altra scelta.

«Non ci resta altro che ritornare a Los Angeles» emetto abbattuto.

Almeno se ritorniamo a casa, saremo sicuri che non ci inseguiranno. Anche se mi dispiace salutarlo così presto; non ho nemmeno avuto la possibilità di rivedere Alexa e le sue figlie.

«E pensare che Alexa avrebbe voluto tanto rivederti insieme alla tua nuova innamorata, era così emozionata per te. Ahimè, è uscita dalla zona assieme  alle bambine non pochi minuti fa» mi comunica dispiaciuto.

«Che peccato» dice Riele.

Che disdetta.

«Be' zio Scott, salutamele. Spero di rincontrarla in un'altra occasione.»

«Va bene» mi promette.

Mortificati, lo salutiamo e mi avvicino per dargli una pacca sulla spalla e l'abbraccio.

«Alla prossima zio.»

«A presto Jace, a presto Riele. Vi auguro un sereno ritorno e salutami la tua famiglia, mi mancano pure loro» mi confida «Sarete sempre i benvenuti.»

Annuisco. Riele e mio zio si stringono la mano.

«È stato un piacere conoscerla signor Scott» gli fa sapere.

«Anche per me, signorina.»

Entriamo nella mia auto, ripercorrendo la strada di ritorno verso casa stando in altissima allerta nell'evitare di essere scovati da Mary e il suo gruppetto.

«Cavoli, mi dispiace tantissimo» brontola, guardandosi dritta a sé.

Non sai quanto a me.

«Purtroppo però abbiamo dovuto. È in gioco la nostra relazione e non possiamo farci ribeccare. Avrebbero delle prove schiaccianti sulla nostra segreta relazione e a quel punto saremo fregati» le spiego.

Riele sospira posandosi sulla portiera.

«Lo so.»

Abbasso il finestrino consentendo all'aria esterna di circolare nel veicolo e intanto che mi imbocco nella carreggiata che ci porterà in autostrada, mi viene in mente una domanda che avrei dovuto porgere a Riele mesi fa.

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