50. Ciclone, portatore di sciagure

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«Jace!» mi gridò strettamente Lilimar costringendomi a fermarmi.

Cavoli.

Lei mi raggiunse bloccandosi a qualche centimetro da me, accorgendomi che avesse gli occhi lucidi.

Cavoli, cavoli.

«Non vuoi più trascorrere la giornata insieme a me, e questo che non riesci a dirmi?» mi espose con voce tremante.

Ecco, be', io... Non lo so!

«Lili...» lasciai in sospeso la frase.

Destinata a non concludersi.

Fisso quel punto preciso, non sbattendo ciglio.

«Jace» mi richiama Lilimar con tono basso e preoccupato.

Perché sempre me? Cos'ho fatto di male?

Indurisco fortemente la mascella ed oscuro il mio volto man mano che avanzo verso Sean e Lizzy, ricevendo una sgradita sorpresa.

«Ma guarda, guarda chi si rivede. Jace Lee Norman» sogghigna analizzandomi con una punta di atrocità.

«Wooten!» enfatizzo freddamente stringendo i pugni rossi per l'irritazione che mi causa questo stronzo.

Non vorrei risultare troppo volgare ma: perché cazzo, tra tutte le grandi spiaggie di Los Angeles, è venuto qui ha scassare le palle?! Soprattutto a me? Diamine!

Il rilassante clima della spiaggia scompare dalla circolazione. Dire che provo rabbia verso di lui è poco per descrivere tutta la ira che ho immagazzinato dalla serata del pub. Mannaggia, non puoi addololare Daniella fregandotene altamente se stia bene o no!

È un deficiente. So benissimo che nonostante stia con Riele, lui prova ancora dei sentimenti per Daniella.
Ho ben notato quanto fosse sconvolto dalla mia rivelazione. Se fosse stato il contrario non avrebbe sbattuto ciglio oppure mi avrebbe detto che io stessi mentendo o qualcosa del genere; in quell'attimo fece trasparire il dolore.

L'indizio inconfutabile che fa crescere di più la mia ipotesi è stato lo scambio di sguardi tra lui e Daniella.
Si captava la tensione e la malinconia. È ovvio che si manchino a vicenda. Inoltre se ripenso a quel ballo sensuale fatto con...

Non devo pensarci, non devo pensarci

«Amarr eccoti, ti stavo cercando dappertutto.»

Quella voce... No universo, non puoi farmi questo!

«Ci siete anche voi. Sean, Lizzy e...» serra la bocca nel momento in cui i suoi occhi incrociano i miei, vaganti nei suoi.

Lascio cadere le bevande sulla sabbia chiara, incapace di intendere e di volere.

Non mi capacito che lei sia qui

I nostri sguardi raccontano tutto in una sola parola:
Shock. Folgorati dal nostro incontro dopo due interi mesi, senza la sua essenza che amo fin troppo da potermene privare.

«Jace» mi nomina come un disco rotto con lo sguardo cupo.

Vorrei risponderle allo stesso tono, tuttavia i miei piedi decidono per me e mi fanno indietreggiare da quel cerchio tossico. Mi dispiace, non ce la faccio proprio a rimanere ora che sai la verità; sono un codardo, lo so. Ma riconoscere che stai con un altro ragazzo, nonostante il nostro bacio, mi si lacerano i vasi sanguigni.

Mi giro stringendomi di nascosto il petto per il torpore ingestibile che avverto. È atroce il male che provo.

Sembra che lei stessa, mi stia spremendo il cuore

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