65. Questo è per te

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È stato Jace. È stato veramente lui a fare tutto questo

Sono senza parole. I miei sensi si disperdono nell'aria e il mio cervello sembra fluttuare nel vuoto.

Come è possibile?

Mi focalizzo unicamente su Jace e lui fa lo stesso. Nessuno di noi due fiata.

È possibile?

«Senza questo gran ragazzo, non sarei qui con voi» mi svela mia nonna.

La percepisco molto distante da dove mi trovo, adesso sono unicamente concentrata su quello che ho appena inteso: È stato lui ad aver portato mia nonna, è stato lui ad aver pagato il conto restante dell'ospedale.

Unicamente lui

«Sei stato tu, Jace» emetto in trance «Sei stato veramente tu.»

Perché ha avventato così tanto? Perché? Perché?

Alcuni invitati rimangono stupefatti dalla scoperta mentre altri lo sono di meno. Ad infrangere questo silenzio ci pensa Reiya:

«Sorellina, so che sarai sotto shock per questa rivelazione sconvolgente ma è la pura verità: è stato se non altri Jace ad aiutare la nostra famiglia, a farci trovare la speranza con tutte le spese che dovevamo andare in contro, e soprattutto a trarre in salvo la vita della nonna» chiude gli occhi per poi riaprirli e noto che ce li ha acquosi «Vedi, c'è una cosa che ti abbiamo nascosto per non riaffiorare il tuo attacco di panico. Se non pagavano il restante denaro non coperto dall'assicurazione...» non termina la frase a causa dei singhiozzi.

Cosa poteva accadere?

«I medici avrebbero staccato la spina a cui ero attaccata e sarei morta seduta stante» rivela mia nonna.

Sgrano le palpebre ed effondo un suono strozzato. L'avrebbero fatta morire?!

«È cruento lo so, ma non avevano altra scelta. Ogni giorno che passava in terapia intensiva, il conto balzava in salita» mi informa mia sorella, respirando a fondo.

Come possono arrivare a tale? Anziché salvare la vita di una loro paziente, gliela tagliano ferocemente. Se prima non avevo parole, ora non so più che pensare.

Lizzy ed Ella, le quali si trovavano dietro di me, procedono ai lati di Jace. Lo scruto un'altra volta non riuscendo a capire perché sia giunto a tanto.

Apro la bocca e la richiudo poi. Sono troppo agitata e in preda alla confusione per parlare, tuttavia devo ricevere le dovute risposte direttamente da lui.
A parte augurarmi un felice compleanno, non ha pronunciato parola a questo proposito.

«Perché lo hai fatto Jace? Perché hai rinunciato a tanto?» gli chiedo dirigendomi verso di lui «Io non ti avevo chiesto di sacrificare il tuo denaro. Che ti è passato per la testa?»

Man mano che gli rivolgo le richieste, il mio tono della voce si alza con vigore.

«Perché? Perché? Perché?» ripeto lacrima dopo lacrima, voce mozzata dopo voce mozzata.

Scorgo le sue labbra schiudersi, tuttavia continuo a sormontarlo.

«Non riesco a descriverti quanto io lo apprezzi, ma tu hai già fatto tantissimo per me e scoprire che tu abbia compiuto anche questo... mi si lacerano i neuroni per i sensi di colpa.»

Jace ha effettuato una marea di cose nei miei confronti e sono grata per ciò, ma adesso ha esagerato; gli devo già il mondo.

I muscoli delle mie gambe mi abbandonano e cado a terra, non riuscendo a smettere né di piangere né di tempestarlo di richieste.

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