CAPITOLO 19

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BRETT WARREN'S POV

Il canticchiare poco intonato mi sveglia, portandomi a fare una smorfia, ma subito dopo un sorrisetto divertito.

La porta della camera da letto in cui mi trovo è socchiusa.

Allungo le braccia sopra la mia testa, stirandole per bene e accompagnando il tutto con un verso soddisfatto.

Sbadiglio e scosto le coperte tanto lentamente che mi paragono ad un bradipo con una sbornia.

Mi alzo, infilandomi i boxer pigramente e continuando ridacchiare per la voce stonata di Alisha.

Mi strofino gli occhi, provando a svegliarmi ma non hanno nessuna intenzione di aprirsi del tutto, così le mie palpebre rimangono socchiuse e, quando esco dalla camera, rischio di sbattere contro lo stipite della porta.

Entro in cucina silenziosamente e noto che Alisha indossa solo la mia maglietta. Il lembo le arriva sotto il sedere lasciando scoperte le sue cosce: una visuale molto intrigante per il mio cazzo alle sette del mattino.

"Non sei fatta per il canto, Edwards, non ci provare"

La ragazza emette uno srillo acuto che non fa affatto bene alle mie orecchie e alla mia testa di prima mattina.

Alisha fa cadere due biscotti per terra, rompendoli. Mi lancia un'occhiataccia e si abbassa raccogliendo le briciole.

"Sei un idiota, Warren"

Sorrido e mi avvicino a lei non appena ha finito di ripulire il pavimento.

"Buongiorno anche a te, piccola Ali" le mormoro all'orecchio.

Sospira, ma sorride poggiando la testa sul mio petto.

"Ti volevo preparare le crepês, ma adesso mi aiuterai a farne un'altra" mi avverte, andando ai fornelli e buttando quella interamente bruciata.

"E va bene" dico, prendendo un cucchiaio.

Verso l'impasto nella padella e attendo il momento giusto per girarla mentre Alisha prende la nutella, mettendola sul tavolo. Fa la stessa cosa con i piatti e il succo d'arancia.

"Piantala di fissarmi in quel modo, Brett" mi ammonisce infastidita, sistemando in modo esagerato i tovaglioli da perfettina quale è Alisha Edwards.

Alzo gli occhi al cielo quando prende a piegarli a triangolo.

"Siamo solo noi due, non c'è bisogno di tanta formalità" l'avverto.

Lei mi ignora posizionando le posate accanto ai piatti e sistemandole per bene.

Mi volto tornando con gli occhi sulla crepês e la giro.

Ne faccio altre tre e, poco dopo, ci sediamo per mangiare.

Mentre Ali assaggia il primo pezzo d'un tratto mi ricordo di una cosa, o meglio di una persona.

"Beh, vedo che la situazione con Liam Hopper va alla grande" commento sarcasticamente, rimanendo con lo sguardo fisso su di lei e ricordando del bacio che si sono dati davanti a me.

I lineamenti del suo viso si induriscono e le spalle si irrigidiscono. Mi guarda storto, ma non dice nulla.

"Allora? Non è così?" insisto, alzando il tono della voce.

Perché mi sto arrabbiando? Tutto questo è assurdo.

"No. L'ho baciato solo per farti ingelosire" confessa, facendo spallucce.

Cosa?

Sgrano gli occhi, non sicuro di aver sentito bene.

"Perchè l'hai fatto?" le chiedo ancora scosso da quello che ha detto poco prima.

"Perchè ti ho visto con Alyssa Bahen e la cosa mi ha infastidita"

Questa sua sincerità rischia di farmi cadere dalla sedia dallo shock.

Ma quando realizzo davvero quello che ha detto, scoppio a ridere.

"Eri gelosa?"

Quando annuisce, la mia risata aumenta di volume.

Cazzo, adoro il suo essere schietta.

Mi tengo la pancia mentre continua a gustarsi la sua colazione come se mi avesse semplicemente chiesto di passarle il sale.

Inaspettatamente si alza dopo qualche secondo, si sporge oltre il tavolo, posando i suoi palmi delle sue piccole mani e mettendo peso per reggersi.

Avvicina il suo viso al mio fino a far sfiorare la punta dei nostri nasi, ma non mi bacia ed il suo sguardo resta incollato al mio, come se fosse attratto da una calamita.

Fisso il mio riflesso nei suoi occhi e penso a quanto vorrei stare così. Forse non un tempo determinato, oppure sì ma pur sempre di una durata elevata.

"Non sopporto quelle galline che ti girano intorno, le odio talmente tanto che potrei commettere delle pazzie quando si avvicinano a te. Perchè tu, Brett Warren, mi fai dimenticare il significato della parola 'razionalità' , facendomi perdere persino la voglia di riscoprirlo. Detesto le loro mani che si posano su di te perché le uniche che possono farlo sono le mie, le loro labbra che tentano di appropriarsi delle tue perché queste mi appartengono e dei tuoi occhi che si posano su di loro quando io voglio che restino solo su di me"

Il suo fiato caldo si scontra numerose volte con il mio il quale è diventato affannoso, sentendo il desiderio divampare in me e volendo solo spogliarla per farla mia per l'ennesima volta, sentirla urlare il mio nome e stare dentro di lei.

Studio attentamente come i suoi capelli sfiorino i lineamenti del suo viso, come i suoi occhi mi scrutino attentamente passando in rassegna la forma delle mie labbra e come la sua mano si alzi per poi posarsi sulla mia guancia, accarezzandola dolcemente come sa fare solo lei.

Preme le sue labbra contro le mie ed io afferro la sua nuca per permettere ad esse di essere ancora più a contatto. La mia lingua le sfiora il labbro inferiore per poi prenderlo tra i denti, ma stando attento a non farle male.

Lei, in tutta risposta, geme compiaiciuta dal mio gesto.

Ma tutto finisce quando si allontana di scatto con un enorme sorriso in volto. La guardo con un cipiglio confuso mentre si alza dal tavolo su cui si era praticamente distesa, scostando i piatti.

Viene verso di me e si mette a covalcioni facendomi perdere la testa. La mia vista si offusca leggermente per l'eccitazione ed il desiderio che parono divorarmi come cani affamati.

Non ho mai provato niente del genere per una ragazza, tuttavia non mi va di curarmi, per il momento, che oltre all'attrazione fisica c'è qualcosa'altro dentro di me e che non sono sicuro di voler ammettere.

Alisha posa la sua fronte contro la mia, guardandomi negli occhi ma mette fine al contatto subito dopo, facendo ritornare il suo sorrisetto furbo.

Le sue ciglia lunghe danno un tocco di particolarità in più ai suoi occhi verdi.

Si lecca le labbra e quando mi avvicino per baciarla di nuovo, lei mette una mano sul mio petto spingendomi.

Si avvicina al mio orecchio.

"Oggi niente college per noi, Warren"

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