CAPITOLO 34

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BRETT WARREN'S POV

Deglutisco, premendo il tasto per azionare la registrazione e spingendo il telefono verso l'agente Hoult. Quest'ultimo posa gli occhiali sulla scrivania del suo piccolo ufficio e fissa lo schermo come se proprio davanti a lui ci fosse Tony Harrison in carne ed ossa. Aggrotta le sopracciglia, stando attento ad ogni parola. Ogni tanto arriccia le labbra per poi premerci sopra l'indice.

Per tutto il tempo ho trattenuto il fiato e non ho mai distolto lo sguardo da lui.

Percepivo la rigidità di Greyson al mio fianco, ma non mi sono mai girato verso di lui temendo di perdere qualsiasi espressione dell'agente Hoult.

Quando le voci si arrestano, prendo a muovere la gamba freneticamente.

"Allora, ragazzi..." l'uomo di fronte a noi poggia i gomiti sulla scrivania, congiungendo le mani per poi poggiare il mento sopra.

"Dobbiamo rivelare la sua identità per assicurarci che sia realmente il Tony Harrison di cui stai parlando poichè la prova, non essendo visiva, potebbe esser stata compromessa. Per il momento gradirei tenere il tuo cellulare con me, non solo per la prova, ma anche nel caso ti contattasse. Nel frattempo..." strappa un post-it e mi porge una penna "...scrivi qui l'indirizzo di casa sua"

Faccio come mi dice e, una volta terminato il tutto, lo ringrazio e Greyson gli lascia il suo numero di telefono così da tenerci in contatto per ogni evenienza.

Usciamo dalla centrale di polizia non emettendo un suono. Io e il mio migliore amico ci guardiamo e sospiriamo all'unisono. 

"Hai fatto la cosa giusta, Brett. Non temere, quel figlio di puttana maricirà in prigione per tutta la vita"

"Lo spero" sussurro.

Dentro quella registrazione vi è anche l'ammissione per violenza sessuale, non resteranno indifferenti di fronte un'accusa del genere.

Guardo l'orologio, spalancando gli occhi.

"Devo accompagnare Alisha in un posto, sbrighiamoci"

***

La mia piccola si guarda intorno spaesata.

Superficialmente potrei dire che il suo sguardo è intento ad osservare l'ambiente circostante, ma riesco a notare la sua voglia di voler scappare da qua.

Lei mi abbraccia, affondando il viso nell'incavo del mio collo.

"Angie ti farà sentire a tuo agio, hai la mia parola"

Non mi risponde, si limita a strofinare la punta del suo naso sulla mia mascella, solleticandomi con il suo fiato caldo.

Mi impongo di star fermo e tenere a freno l'eccitazione: non è il momento, nè il luogo adatto.

Alisha sta male.

Le accarezzo la testa, affondando le dita nei suoi capelli. Inspiro il suo profumo, imprimendolo per bene nelle mie narici e godendone a pieno.

Il suo corpo premuto contro il mio mi trasmette serenità. Le stampo un bacio in fronte.

La porta di fronte a noi si apre e da lì ne esce una biondina che tortura il lembo della sua felpa. Alle sue spalle vedo una donna dai capelli neri e il fisico asciutto: Angie.

Io e Alisha ci ricomponiamo mentre la ragazzina, che apparentemente risulta una sedicenne, ci supera dopo aver salutato la psicologa che adesso ci osserva con un sorriso dolce in volto.

"Brett, è davvero bello vederti in forma. Sono contenta che tu stia bene"

Le sorrido. Devo tutto a questa donna. Grazie a lei ho superato tante difficoltà. L'alcolismo ormai è un brutto ricordo che pare essere lontano anni luce e forse è meglio così.

"Ciao, Angie" la saluto educatamente.

Alisha non dice niente e rimane aggrappata al mio petto come una bimba.

La mia piccolina è adorabile.

"Và con lei, io sarò qui ad aspettarti" le sussurro all'orecchio.

Con un sospiro, annuisce e và verso Angie che la sta aspettando pazientemente.  Quando Alisha mi guarda, le faccio l'occhiolino e lascio che la mia ex psicologa chiuda la porta.

Mi accomodo su una delle sedie poste davanti il suo studio e aderisco allo schienale con le spalle per poi gettare la testa all'indietro facendola poggiare contro il muro.

Ripenso a tutte le mie sedute e a quando questo posto mi sembrava una prigione. La mia visione era ben diversa da quella di oggi. Posso finalmente dire che le pareti bianche sono luminose, le finestre grandi regalano molta luce e l'ambiente circostante trasmette libertà. Qui mi sento libero dai mostri che mi assalivano ogni notte, da Tony che mi perseguita e da i sensi di colpa per Kinsley.

Ricordo la prima volta che ho visto Angie: mi guardava con compassione e dolcezza, le cose che più mi davano sui nervi in quel periodo. La maggior parte delle volte bevevo anche per far sì che quei sguardi diventassero sfuocati e poco chiari.

Sono passate due ore quando la porta si apre, mostrando la mia fidanzata con un'espressione che non riesco a decifrare. Quando i nostri sguardi s'incrociano, lei mi sorride. Subito il sollievo si fa strada in me. Si avvicina, alzandosi sulle punte e stampandomi un bacio sulle labbra per poi ritornare a guardare Angie che ci osserva con un sorriso smagliante.

"Ho già detto ad Alisha che deve ritornare tra due giorni. Sono necessarie almeno tre sedute a settimana"

Annuisco, ringraziandola.

Quando siamo in macchina, Alisha mi guarda aggrottando la fronte.

"Adesso hai intenzione di dirmi dov'è il tuo cellulare?"

Quando ero andato a casa sua, dopo aver lasciato il mio migliore amico, Alisha aveva detto di avermi chiamato varie volte poichè ero in ritardo, ma di non aver ricevuto risposta. Le avevo detto che le avrei spiegato tutto dopo la seduta.

"Sono andato dalla polizia" confesso mentre mi fermo per permettere ad una donna che tiene per mano una bambina di attraversare la strada.

"Cosa hai fatto?"

Le spiego tutto: del mio piano per incastrare Tony, della registrazione e di ciò che mi ha detto l'agente Hoult.

Lei inzialmente non commenta e a fine racconto siamo ormai arrivati davanti il suo condominio. Spengo la macchina e il silenzio dell'abitacolo rimbomba come un fischio acuto nelle mie orecchie. La guardo ansioso di sapere cosa ne pensa di tutta questa storia.

Inclina il capo di lato e mi sorride teneramente, arricciando il naso. Alza una mano per accarezzarmi il viso.

"Sono orgogliosa di te. Hai avuto coraggio ad andare lì e denunciarlo, hai avuto coraggio ad affrontare quel maiale. Sei sempre stato una persona forte. L'ho capito perchè ci vuole forza ad affrontare a testa alta ciò che ti è successo. Sei caduto, ma guardati adesso: ti sei alzato come nessun altro sarebbe riuscito a fare. Molti sarebbero scappati a gambe levate, invece tu stai affrontando tutto da solo e non solo per fare giustizia a Kinsley, ma anche per proteggermi. Non ti ho mai ringraziato realmente e sono stupida. Grazie per tutto quello che stai facendo per me"

Si sporge verso di me per baciarmi ed io le afferro il viso tra le mani, premendo le nostre labbra.

La amo.





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