Memories

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"Ve l'ha chiesto vostro padre?"

"Non posso avere delle belle idee?" Sascha fece una smorfia poco convinto e poi rise.

Stavano facendo colazione, era già passato un giorno.

Il Re spagnolo sperava che il suo amico di lunga data potesse mostrargli il paese, fargli cambiare idea su di esso.

"Dove siamo nel XIX secolo?" Disse riferedosi alla proposta di Stefano, trattendendo ancora una risata.

"Oh andiamo, non faccia finta di non essere uno di buona conoscenza, se non ottima, entrambi lo siamo." Puntualizzò il castano.

Continuava ad ignorare le solite occhiate imbarazzanti che Sascha gli rivolgeva, e nel frattempo inzuppava i biscotti nel suo latte.

"Almeno potrò scommettere?"

"Nessuno vieta un divertimento ad un Reale, sua Maestà"

"Ti ho detto di non chiamarmi così."

Era talmente abituato, sia con suo padre, sia agli ordini che il padre gli impartiva, che quasi si dimenticava della volontà del corvino.

"Mi scusi" Disse facendo un leggero inchino.

"Preparate una macchina, andremo ad Oxford, avvisate i maggiori" Ordinò Stefano ad una delle sue cameriere.

"Certo, mio Signore."
Questa si allontanò, pronta ad eseguire gli ordini.

"Andremo in macchina?"

"Preferisce l'aereo? Non è poi così distante" Il castano fece un mezzo sorriso e si alzò per raggiungere il balcone, da lì poco distante.

Sascha lo segui con lo sguardo e non ci mise molto per alzarsi ed imitarlo.

"Ti ricordi lì?" Il principe indicò un punto nel grande giardino di cui entrambi  stavano ammirando la visione.

"Avevi detto che saresti tornato, ed ora eccoti qui"

Stefano faceva riferimento a 4 anni prima, quando Sascha era stato portato alla corte inglese dal Padre per firmare un matrimonio ormai da anni certo.

"Devo andare" Sussurrò il ragazzo, rilanciandogli la palla.

"Ma ci rivedremo?" Chiese Stefano, stupito e da qualche secondo intristito.

Aveva sempre saputo che il corvino sarebbe dovuto tornare in patria, solo che nella sua immaginazione, vi era ancora un'altra possibilità.

"Io tornerò, te lo prometto, tornerò per te"
Gli disse per poi avvicinarsi e stringerlo a sé.

Quelle parole avevano davvero gratificato il castano.

Ancora in quel momento sapeva che Sascha era il promesso sposo di sua sorella. I due però sembravano non darci importanza, infondo tra loro non c'era mai stato niente, non avevano mai fatto niente di più che sfiorarsi.

"Te lo avevo promesso" Sussurrò Sascha, facendo comparire delle adorabili fossette.

Stefano rimase per qualche secondo quasi rapito da quel sorriso ma si ricompose quando sentì la voce di una delle cameriere: "sua Maestà, la macchina è pronta" Lui annuì e in modo gentile la congedò.

"Vogliamo andare? Il mio cavallo è già là pronto per stracciare tutti gli altri!" Disse il principe entusiasta.

"Secondo me questa di andare a vedere una corsa di cavalli rimane un idea di vostro padre."

"Perché?" Gli chiese l'altro, curioso.

"Perché è troppo raffinato, voi mi avreste chiesto di scendere nel giardino e giocare a calcio com'eravate solito fare"

𝓖𝓲𝓸𝓿𝓪𝓷𝓲 𝓐𝓵𝓲 𝓟𝓮𝓻𝓭𝓾𝓽𝓮  [𝑺𝒂𝒔𝒄𝒉𝒆𝒇𝒂𝒏𝒐] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora