Mentre il sole sorgeva e inaugurava una nuova giornata, la casa sull'albero aveva ancora con sé i suoi ospiti. Il castano aveva la testa poggiata sul petto di Sascha e non sembrava volersi svegliare. Quando quest'ultimo aprì gli occhi a causa del sole, vide Stefano dormire come un cucciolo sul suo petto e sorrise. Purtroppo però avrebbe dovuto svegliarlo. Ne approfittò qualche minuto per accarezzargli il viso e osservarlo mentre era rilassato, persino la sua espressione era tranquilla, diversa da quella preoccupata che aveva per tutta la giornata.
Poi però, dovette iniziare a svegliarlo.
"Stefano... Ste!" Cercò di scuoterlo un po' ed il castano alzò la testa spaventato. "Ah sei solo tu." Disse a Sascha quando si accorse che non c'era nessun pericolo d'affrontare.
"Dobbiamo andare al palazzo." Stefano apriva e chiudeva gli occhi ripetutamente, si era appena sveglisto e pensava già ai suoi doveri.
"Lo so." Sascha gli porse la mano. "Dopo manderò qualcuno qui a pulire." Disse in relazione alla casa.
Stefano annuì e gli prese la mano. "Allora andiamo."
I due scesero le scale uno dietro l'altro, e senza più ripensarci si recarono a palazzo.
Ogni tanto Stefano si girava verso il corvino e quest'ultimo gli sorrideva con gli occhi persi. E Stefano lo faceva ancora, soltanto per poter osservare quello sguardo.
"Buongiorno Principe. Sua maestà." Dissero chinandosi le guardie.
"Buongiorno ragazzi."
Stefano entrò nel palazzo, seguito dal corvino."Sembra tutto a posto."
Era strano, di solito ogni giorno qualcosa andava storto sin dal mattino."Dovremmo andare da papà." il castano spostò lo sguardo su Sascha. Quest'ultimo annuì ma non sembrava molto convinto.
"Tutto a posto?"
"E solo che inizierà di nuovo a parlare del matrimonio... Non ne ho molta voglia."
"Immagino." Rispose il principe ridacchiando e facendogli cenno di seguirli.
Appena arrivati nell'ufficio del padre, dopo essersi accorti che non era nella dala grande, Stefano aprì la porta e fu colpito da una sorpresa: davanti a sé, con gli occhi poggiati esattamente nei suoi e la statura composta, vi era Riccardo Lepri. Suo fratello. O sarebbe stato meglio dire il suo fratellastro maggiore.
"Buongiorno Steffy, da quanto tempo!"
Sascha rivolse uno sguardo a Stefano, praticamente chiedendogli chi diavolo fosse quel pagliaccio.
Stefano alzò gli occhi al cielo e gli fece cenno di far finta di niente. "Ciao Riccardo." Disse più duro il castano.
"Ancora astio vedo eh?"
"Mi sembrava strano che la giornata potesse iniziare bene." Disse Stefano al Sovrano spagnolo, ignorando le parole del fratello.
"Papà." Disse Stefano chinandosi in segno di saluto.
"Stefano, Sascha, buongiorno. Quest'oggi mi è stata data una notevole notizia da Riki-"
"Dall'imbroglione." Lo corresse Stefano a bassa voce.
"Hai detto qualcosa?" Chiese il padre.
"Nono."
Giulio sembrò trattenere una risata, allo stesso modo di Sascha.
"La maggior parte delle rivolte sono state domate. Questo grazie a tuo fratello Stefano. A ricordato loro quanto sia importante mantenere un'indipendenza dalla Chiesa di Roma. Purtroppo le rivolte in Cambridge ancora non hanno rimedio ma spero tu te ne possa occupare oggi."
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𝓖𝓲𝓸𝓿𝓪𝓷𝓲 𝓐𝓵𝓲 𝓟𝓮𝓻𝓭𝓾𝓽𝓮 [𝑺𝒂𝒔𝒄𝒉𝒆𝒇𝒂𝒏𝒐]
FanfictionNella società moderna certe cose non vengono tollerate. Esistono ancora il razzismo, la xenofobia e l'omofobia. Questo rende impossibile per l'umanità concepire che due giovani possano prendere decisioni compromettenti per il proprio futuro, sopratt...