"D'ora in poi faremo in modo che sia l'uguaglianza a indirizzare il nostro paese verso le giuste scelte. Non la monarchia e non il primo ministro, vogliamo che gli interessi di tutti siano protetti. E chi ha più a cuore questo proposito se non l'uguaglianza stessa?"
La stampa cercava di avvicinarsi sempre di più, come se dopo anni di esperienza non avessero imparato che le guardie non glielo avrebbero mai permesso.
Il castano finì il suo discorso e scese le scale, pronto a tornare all'interno del palazzo.
"Sign-" - "Si lo so papà vuole parlarmi ed è arrabbiato."
"No, assolutamente. Anzi. Però c'è qualcun altro che vorrebbe vedervi." Puntualizzò il servitore per poi spostarsi a lato e rivelare la figura di Sascha.
Quest'ultimo era affascinante come sempre, un completo blu lo copriva e non solo sorrideva, anche nei suoi occhi si potevano scorgere le scintille di un sorriso.
Stefano spalancò gli occhi e gli si gettò fra le braccia.
"Mi hai chiesto se tornavo, eccomi qui." Disse il corvino stringendolo forte a sé. "Mi sei mancato." Sussurrò poi al suo orecchio.
Stefano si staccò e i due si guardarono in imbarazzo, dando dei colpi di tosse chiaramente finti. Sascha stette a guardareil castano e ridacchiò.
"Cosa ci fanno qui tutti questi giornalisti."
Il principe sorrise entusiasta. "È stata divulgata la foto di Giuseppe. Non so chi o perché l'abbia fatto, ma avevo fatto la foto e di conseguenza avevo l'onere di risolvere il problema." Iniziò a spiegare Stefano mentre entravano nel palazzo.
"Quindi?"
"Quindi ho deciso di fare ciò che mi competeva: una legge." Disse fiero. "Una legge che permette ai membri della community lgbt+ di sposarsi e che li protegge da ogni tipo di discriminazione. Non ho potuto aggiungere l'adozione, sarebbe stato troppo." Sottolineò.
Il corvino rimase stupito e lo guardò confuso.
"Perché l'hai fatto?!" Gli chiese.
Improvvisamente iniziò ad alzare la voce.
"Perché non avrei dovuto?"
Sascha fece un respiro pesante e si fermò un paio di volte con le parole in bocca. Da tutti i gesti che faceva il castano capì che stava cercando di calmarsi. Pochi secondi dopo ci riuscì: "Capisci in che posizione mi metti?" Chiede con voce calma. "Passo molto del mio tempo qua Stefano. Se la Spagna venisse a sapere di un tale progresso sarei tempestato da richieste di appoggiare una simile legge."
Stefano lo guardò scettico, stupito. "E che problema ci sarebbe nell'approvare una 'simile' legge?!" Chiese enfatizzando sulla parola simile.
Sascha chiuse gli occhi per qualche secondo per allentare la rabbia.
"Se hai pensato di fare questa stupida legge per no-"
"PER NOI? NOI?!" Urlò il castano.
"Se pensi che quando prendo le mie decisioni penso a te allora ti sbagli di grosso. Non m'interessa minimante quanti problemi le mie decisioni possano costare al tuo paese, gli interessi della Inghilterra e il suo progresso sono ciò di cui mi occupo, se questo ti crea problemi beh, ciò non mi compete."
Voleva quasi sputargli in faccia, ma si girò semplicemente camminando velocemente, quasi correndo.
Il corvino non riuscì più a trattenere la rabbia e tirò un pugno sul muro. Quello fu seguito da molti altri finché la rabbia non abbandonò il suo corpo.
Una cameriera si avvicinò subito con il proposito di guarirlo ma fu scacciata via. Sascha si appoggiò al muro, e ripensò al bacio che qualche giorno fa aveva condiviso con il castano, le sensazioni che gli aveva dato.

STAI LEGGENDO
𝓖𝓲𝓸𝓿𝓪𝓷𝓲 𝓐𝓵𝓲 𝓟𝓮𝓻𝓭𝓾𝓽𝓮 [𝑺𝒂𝒔𝒄𝒉𝒆𝒇𝒂𝒏𝒐]
Fiksi PenggemarNella società moderna certe cose non vengono tollerate. Esistono ancora il razzismo, la xenofobia e l'omofobia. Questo rende impossibile per l'umanità concepire che due giovani possano prendere decisioni compromettenti per il proprio futuro, sopratt...