Cap. 8

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Siamo rimasti tutta la mattina al lago, ritirati all'interno di una fragile bolla al di là del tempo e dello spazio, grazie alle tenere parole del 'piccolo principe'. 

Martin ha mantenuto il silenzio per quasi tutta la durata del racconto, chiedendomi, però, di mostrargli le illustrazioni di Antoine De Saint-Exupéry.

"Che ne pensi?" mi azzardo a chiedere, alla fine della lettura.

"Che il disegno sembra proprio un cappello" risponde stiracchiandosi le braccia e ruotando il capo per rilassare i muscoli del collo.

"Martin, allora non hai capito il senso della storia!" mi copro il volto con le mani. Non c'è speranza per questo ragazzo.

Sto quasi per gettare la spugna quando tutt'a un tratto scoppia in una fragorosa risata che gli raggiunge gli occhi. Mi giro a guardarlo e anch'io mi faccio contagiare dalle sue risa.

"Non si vede bene che col cuore " si appropria delle parole dell'autore e me le restituisce, facendomi intuire che forse il suo bambino interiore è ancora da qualche parte dentro di lui.

"L'essenziale è invisibile agli occhi " concludo guardandolo con soddisfazione.

"Sai, forse ho capito perché è principalmente un libro per adulti".

"Sentiamo".

"Perché raccontare l'innocenza a un bambino? Sono già capaci di guardare con il cuore" risponde sorprendendomi.

"Lo penso anch'io".

Rimaniamo qualche altro minuto in silenzio, ma l'aria si è fatta più frizzante e Martin sentirà sicuramente freddo senza giubbotto.

"Andiamo? Starai congelando".

Mi fa un cenno con il capo e ci alziamo per recuperare le nostre cose per andare via, quando ad un certo punto sentiamo uno strano verso provenire dal bosco. Sembra un urlo di dolore straziante e mi viene la pelle d'oca. 

Cerco con lo sguardo Martin che appare altrettanto turbato.

"Cosa è stato?" chiedo.

"Non lo so, ma non sembra un suono umano. Forse è un animale" mi dice subito prima di afferrarmi la mano "Andiamo a casa".

Sentiamo nuovamente questo guaito che somiglia tanto a un pianto disperato. 

Non ce la faccio, non posso andare via. 

Forse le mani di Martin hanno uno strano effetto su di me e mi trasmettono del coraggio che non ho mai avuto in vita mia ma, adesso devo lasciarle. Abbandono la presa e con uno slancio mi metto a correre in direzione del bosco, non sapendo esattamente cosa sto facendo e non essendo sicura di essere sveglia al cento per cento.

"Catherine, ma dove vai?! È pericoloso!" sento urlare alle mie spalle. 

In questo momento non riesco a pensare al pericolo, sento solo questo pianto disperato che risuona nella mia testa e devo spegnerlo, devo fare qualcosa.

Corro, anche se non credevo di saperlo fare, schivando maldestramente rami e rischiando di inciampare più volte nelle radici degli alberi e mi ritrovo in mezzo alla fitta e scura vegetazione che circonda il lago. 

Mi fermo un secondo per prendere aria e orientarmi meglio. Chiudo gli occhi e tento di concentrarmi sui suoni che mi circondano per capire in che direzione andare.


Un altro guaito. Vado a destra. 

Continuo a correre, consapevole dei passi di Martin che risuonano nel terreno dietro di me e finalmente arrivo a destinazione.

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