Martin
Che cosa ho combinato?
Ellen è appena andata via, è fuggita via da me. Mi odia, di questo ne sono certo. E come biasimarla? Anch'io mi detesto, ho fatto un cazzo di casino.
Affondo le dita tra i capelli, in un gesto di disperazione, e li tiro, fino a farmi male.
Non avrei mai dovuto avvicinarmi a Catherine. Non avrei mai dovuto provare certe cose per lei. È stato tutto un grosso sbaglio.
Continuo a camminare avanti e indietro nel minuscolo spazio all'interno del capanno degli attrezzi, forse con la speranza che mi venga un'idea per risolvere questo casino.
Non riesco a stare fermo, ma i miei piedi percorrono i medesimi passi, e mi ritrovo sempre al punto di partenza. Non c'è via d'uscita, ho appena perso entrambe.
Sì, entrambe, perché Catherine non vorrà più sapere nulla di me dopo che avrà scoperto che io e sua sorella... che tra di noi c'era più di una semplice amicizia. Se non sarà Ellen a dirglielo, lo farò io. Almeno questo glielo devo.
Non mi sono reso conto di quello che stavo facendo, sono stato un bastardo egoista e per una volta mi sono preso tutto l'amore che mi è stato offerto. Ne avevo così fame, cazzo. Ma non è una giustificazione, non ci sono scuse per quello che ho fatto.
Catherine... lei è stata così inaspettata, non avrei mai pensato che mi sarebbe entrata sotto pelle, insinuandosi tanto in profondità. Come ho potuto lasciare che accadesse? Avrei dovuto tenere le distanze, lo so, una parte di me l'ha sempre saputo.
Quella sua aria da bambinetta emotiva, con lo sguardo perso chissà dove, mi ha sempre fatto venire l'orticaria, anzi no, la odiavo, davvero. E quando ho cominciato a sentire qualcosa di... diverso, mi dicevo che era pena, quella che provavo, e che era questo il sentimento che mi faceva venire voglia di spingerla ad uscire dal guscio, a non avere più paura della vita.
Volevo aiutarla, invece, in qualche modo è stata lei ad aiutare me. Ma a che prezzo?
Ha risvegliato una parte di me che avevo seppellito da tempo: l'ha nutrita, l'ha cullata, l'ha amata.
E adesso, adesso che ci faccio con tutto questo dolore?
Esco dal capanno degli attrezzi e proprio non ce la faccio ad andare a casa in queste condizioni, non voglio far preoccupare mia madre.
Ha raggiunto un certo equilibrio nell'ultimo periodo, e io sono terrorizzato all'idea che possa tornare come prima. Forse l'incendio, nella sua drammaticità, è stato ciò che le serviva per farle aprire gli occhi e rendersi conto della gravità della situazione.
Ma se non ci fosse stata Catherine, se non ci fosse stata lei, non so cosa sarebbe potuto succedere. La mia vita sarebbe finita.Continuo a camminare per non so quanto tempo e proprio non riesco a smettere di pensare a Ellen e al suo sguardo d'odio nei miei confronti. È stata la mia prima amica, la mia àncora e ho rovinato tutto. Sapevo che il sesso avrebbe complicato le cose, ma ero un ragazzino di sedici anni con gli ormoni impazziti. La mia bellissima migliore amica mi ha proposto del sesso senza complicazioni e io le ho creduto. Avrei creduto che fosse il Papa in quel momento, se me l'avesse giurato. Avrei creduto a qualsiasi cosa.
È stata la prima volta per entrambi ed eravamo così goffi. Dio, se ci ripenso. È successo proprio dentro il capanno degli attrezzi di suo padre. Eravamo sporchi di segatura e la polvere si sollevava ad ogni nostro movimento.
Da quel momento, i nostri incontri si sono fatti molto frequenti. Quell'anno è stato intenso, eravamo inebriati dalla novità del sesso, lo facevamo di continuo, in ogni posto che ci capitava a tiro.
Quell'anno, io pensai di essermi innamorato di Ellen e non riuscivo a smettere di pensarla, sopra di me, sotto di me. Stava diventando un'ossessione, ero cotto, cazzo.
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Sweet Child
RomanceCatherine e Martin non potrebbero essere più diversi. Lei è una sognatrice, un'eterna bambina, una che si rifugia nell'immaginazione. La sua vita, però, è ostacolata da numerose fobie e i libri sono la sua unica finestra sul mondo. Martin, invece, d...