Parte III

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(Martina)

La serata prosegue tranquillamente. I ragazzi non sono così male e alla fine cerco di divertirmi anch'io fino a che non cominciano a tornare tutti nelle loro stanze. Dico a Talisa che vado a fumarmi rapidamente una sigaretta e poi risalgo in camera. Sì, fumo tanto. Esco dall'hotel e mi lascio trascinare dall'arietta fresca di Roma e dalle luci dei palazzi che prima avevo disprezzato. La città si stava addormentando ma conservava comunque quella magia che la rende unica. Mi accendo la mia sigaretta e mi rilasso. Finalmente libero la mia mente e mi lascio andare alle emozioni della giornata. È stata davvero pensante, piena di eventi ma sono contenta, adesso è il momento solo di Martina, la ragazza venuta con la sua chitarra e i suoi sogni, che ha paura, quello sempre, ma vuole affrontare comunque con coraggio quello che le si porrà davanti. Ho 19 anni ma sono pronta, almeno adesso mi sento così. Domani sarà un altro giorno e lo so che i pensieri mi disturberanno ma adesso no, adesso sto bene qui. È il posto che volevo, è il posto che credo di meritare, è il posto che spero di mantenere il più a lungo possibile, è il posto che spero possa aiutarmi a farmi valere e farmi diventare una persona che fa della sua musica il suo lavoro. Forse a volte sogno troppo in grande ma questo è inevitabilmente il momento dei sogni, è il momento di credere in me e dimostrare qualcosa, a me stessa in primis. Ho questa grande opportunità e non la voglio sprecare, devo farmi trovare pronta, non voglio fallire. Mentre penso e mi rilasso sento i passi di qualcuno che si avvicina. Non mi giro, continuo a fumare guardando il cielo.

-Me ne offri una?- Resto spiazzata da quella domanda perché la voce è di chi poche ore prima aveva detto di non fumare.

-Avevi detto che non fumavi- lascio che i pensieri trovano voce. Non dice niente allora mi giro e la guardo. Madonna quanto è bella. No Martina non devi pensare questo, togli questi pensieri dalla tua mente del cazzo e torna alla tua sigaretta. Distolgo lo sguardo da lei e lascio passare qualche minuto. Sta diventando un po' imbarazzante questa situazione e allora mi rigiro e la guardo:

-Gaia- dico. Lei resta impassibile e allora continuo -la sigaretta- dico prendendo il pacchetto e porgendoglielo. Lei ne sfila una e se la porta alle labbra. Seguo il suo movimento e mi ritrovo a fissarle le labbra. Ecco, la sto guardando di nuovo. Porco cane Martina gira il tuo dannato sguardo altrove.

-Emmm tieni, l'accendino- le dico poi sfilandolo dalla tasca dei miei jeans. Lei non accenna a prenderlo e capisco che vuole che sia io ad accenderle la sigaretta quando si limita a girarsi verso di me e a guardarmi negli occhi. No Gaia io non devo guardarti ma nemmeno tu devi farlo, penso ancora nella mia testa. Noto che sta ancora aspettando.

-Sei seria?- aggiungo. Annuisce e non sembra affatto toccata da quella richiesta. Effettivamente non ha chiesto nulla di straordinario Martina quindi smettila di fare l'idiota senza motivo. Sbruffo mentre premo la levetta dell'accendino e vedo comparire la fiammella. Giocherello così fino a che non mi decido ad avvicinarmi alla sua sigaretta e accendergliela. Inspira il tabacco chiudendo gli occhi e porco cane di nuovo. Distolgo lo sguardo rapidamente come se mi fossi scottata e ritorno finalmente alla mia di sigaretta.

-Perché hai detto che non fumavi?- mi viene istintivo chiederlo.

-Perché non lo faccio-. La guardo alzando un sopracciglio.

-Mi prendi in giro?- Mi sorride ironicamente

-Forse-

-Faccia tosta- dico sottovoce con l'intento di farmi sentire.

-Lo so Martina- afferma scandendo il mio nome.

-Ce l'hai con me?- chiedo irritata. Mi sta facendo perdere la pazienza. È risaputo, sono una persona un filino insofferente e con la testa calda ma hey ho anche dei difetti.

-Sì- mi risponde secca.

-Ma che ti ho fatto?- mi sto agitando.

-Sei permalosa- si limita ancora a rispondere seccamente.

-Ma che cosa ne sai tu?- adesso mi sto alterando davvero. Sorride, mi guarda e mi butta il fumo respirandomi in faccia ma prima che possa dire qualcosa si alza e mi tende la mano. Sono confusa, ma a che cazzo di gioco sta giocando? Muove di nuovo la sua mano verso di me quando vede che non accenno a prenderla come per incoraggiarmi. Restiamo qualche secondo così: io seduta che la guardo criptica e lei che con quel sorrisino sulle labbra mi guarda dall'alto con quella mano tesa. Non cederò Gaia, me lo dico da sola ma a quanto pare non cede nemmeno lei fino a che non sospira, butta la sigaretta e si siede di nuovo accanto a me.

-Volevo presentarmi ma non sei d'accordo con le presentazioni a quanto pare- mi spiazza di nuovo. –Guardami- mi dice. NO rispondo mentalmente ma il mio corpo non è d'accordo con la mia testa che si gira verso di lei in attesa. Mi tende di nuovo la mano e poi mi dice:

-Sono Gaia, ma questo lo sai già e tu sei Martina e sai anche questo- si ferma ancora con la mano tesa e poi continua -non so perché non mi parli, non so perché non mi stringi nemmeno la mano, non so perché non mi hai parlato nell'ascensore e non so perché ti agiti così tanto. Sei stata brava oggi, volevo dirtelo. Buonanotte Martina, alla prossima sigaretta-

Si alza senza aspettare una risposta e va via. Resto seduta sui gradini. Ma che cosa è appena successo?


Ciao :)

Oggi mi andava di scrivere e andare avanti con la storia per questo ho deciso di pubblicare più capitoli. Spero che qualcuno stia leggendo e spero sia di vostro gradimento. A presto :)

Vienilo a riprendereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora