Parte XV

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(Martina)

Senza Gaia non avrei mai accettato di uscire e vagare senza meta con la testa che si lambiccava di pensieri e il cuore che mi spingeva ripetutamente a richiamare quel dannato numero ancora e ancora. Se mi avessero detto che dopo una storia finita mi sarei ritrovata a passare la giornata in giro avrei riso di gusto fino alle lacrime. E invece è proprio quello che è successo. Io e Gaia abbiamo consumato il giorno a girovagare senza un apparente motivo e senza che dessi effettivamente il comando di muovere le mie gambe verso una direzione precisa. C'è stata qualche chiacchera tra di noi, per smorzare a volte un'aria che si faceva troppo pesante quando interloquivo da sola con me stessa. E quando puntualmente accadeva c'era lei pronta ad evitare qualsiasi disastro: un motivetto accennato a caso, un commento al panorama, un racconto buffo della sua famiglia e delle sorelle, qualche aneddoto sul Brasile, qualche sguardo complice e qualche sorriso e i miei pensieri su Daniela si sfumavano. L'aria romana mi aveva fatto bene e la sua compagnia mi aveva evitato l'emergere delle emozioni in maniera catastrofica. Ma la notte si prospettava terribile. Mi conosco: so che ritrovarmi chiusa in quattro mura, da sola, lontana dalla mia famiglia, con il cuore spezzato significava la sicura comparsa di tutte le insicurezze e le noie che mi porto dietro da anni. Daniela mi aveva dato delle certezze, con lei pian piano stavo ritrovando me stessa e lei mi stava donando una felicità che avevo smarrito stando serrata in casa dopo aver abbandonato la scuola. Ma quella faticosa scalata adesso ha subito un brutto arresto, causato proprio da chi mi aveva assicurato ci sarebbe sempre stata. Accettare una delusione d'amore è complicato; accettare la perdita di una persona che ha significato l'inizio della tua rinascita lo è ancora di più. Daniela sapeva ogni mio cavillo, ogni paranoia, ogni paura e in un batter d'occhio, senza alcuna pietà, me le ha scagliate addosso tutte insieme. E i ricordi tremendi delle giornate passate a non uscire dalla mia stanza, dei singhiozzi, del terrore di metter piede fuori di casa, dei respiri spezzati da attacchi improvvisi, mi travolgono mentre sto sul letto a parlare con la mia famiglia. Al ritorno in hotel Gaia mi ha congedato per una doccia rapida promettendomi che sarebbe ritornata velocemente da me e permettendomi di stare un po' con i miei. Avevo bisogno anche di loro oggi, di mio fratello, di mio padre, di mia madre, tutti in videochiamata ad ascoltare a fatica il mio racconto di ciò che è successo. Tutti sconvolti e preoccupati. Tutti velatamente impauriti che quella storia mi avrebbe riportata indietro nel tempo, quando non sapevo nemmeno come fosse più fatta la luce del sole.

-Chiamo io la zia, stai con lei stanotte e io scendo domani con il primo treno- dice sicuro mio fratello.

-No Nico-

-Tuo fratello ha ragione- interviene mia madre.

-Ho detto di no- confermo freddamente. Non voglio che si mobilitino soltanto perché la mia ragazza mi ha mollato. Posso farcela da sola.

-Non essere testarda- mi ammonisce mio padre. Lo so che si preoccupano, lo vedo dal loro sguardo e mi passano davanti i fotogrammi di me sotto le coperte con tutti loro a farmi compagnia, quando con un film, quando con la musica, quando con una risata. Ma sto crescendo, non sono più una bambina, gli anni precedenti mi hanno cambiata e sto imparando a farcela per conto mio e questo è un banco di prova importante. La porta ci interrompe e so che è Gaia.

-C'è Gaia con me, non preoccupatevi. Se ho bisogno so chi chiamare- li informo cercando di tranquillizzarli mentre mi alzo ad aprire la porta ancora con il cellulare in mano e con loro che mi guardano confusi.

-Beltrami sono stata un fulmine solo per te- esordisce facendosi largo in stanza con due cartoni di pizza, presumo dall'odore, e non notandomi impegnata nella conversazione.

-E lei è Gaia- la indico ai miei mentre lei si ferma a fissare i visi della mia famiglia sorpresa. È una presentazione un po' insolita ma l'uragano brasiliano non mi ha nemmeno dato il tempo di informarle che fossi ancora al telefono.

Vienilo a riprendereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora