(Martina)
Le ragazze decidono di fare un giretto per Roma approfittando della giornata di pausa concessaci. A quanto pare quasi tutti i ragazzi hanno voluto unirsi a noi quindi eccoci qui che girovaghiamo tutti insieme tra le meraviglie di questa città. Non è la prima volta che la visito ma ogni volta che ho questo privilegio resto estasiata. E poi a rendere tutto ancora più speciale è l'atmosfera che si è creata con il resto del gruppo: ci sono battute, risate e scherzi tra di noi e questo mi rincuora. Sorprendente ma ogni tanto interagisco anch'io e nonostante la mezza litigata di stamane con la mia ragazza, questa giornata si sta rivelando decisamente positiva. Ci siamo fermati a Villa Borghese, siamo tutti nel grande parco della Capitale a goderci la giornata. Non fa ancora freddo, anzi, il sole oggi è particolarmente caldo per essere novembre.
-Ti vedo più rilassata- mi sussurra Gaia. Non avevo notato fosse accanto a me. Alzo un sopracciglio e lei riprende:
-Stamattina eri un po' corrucciata, al bar- e abbassa lo sguardo.
-Mi osservi?- le dico.
-Forse- sempre la solita criptica ma lo dice sorridendo. È carina quando lo fa.
-Era palese fossi un po' giù stamattina dopo la tua telefonata. Avevi lo sguardo assente- diventa seria quando mi parla. È preoccupata per caso? È la seconda volta che cerca di parlarmi: già ieri sera ha provato una conversazione con me. È carina. Martina è la seconda volta in un minuto che lo pensi, smettila.
-Hai ragione- le rispondo. La vedo che aspetta. Sta aspettando che dica altro, sta aspettando che faccia un passo verso di lei. Ma non ho ben capito perché.
-Perché ti interessa?- continuo. La vedo incupirsi per un attimo, poi rialza lo sguardo su di me.
-Perché non dovrebbe?-
-Touché- Ride e rido con lei. Noto che intorno a noi i ragazzi sono tutti impegnati a far qualcosa: chi legge, chi canta, chi gioca a pallone. Ma dove lo hanno trovato un pallone? E soprattutto perché non mi ero accorta di niente?
-Ti ho visto da sola e volevo farti un po' di compagnia- cambia discorso. Si ferma per un secondo, poi continua:
-A meno che non vuoi che vada via- aggiunge un po' titubante e volge i suoi occhi altrove. È carina quando è imbarazzata. NO MARTINA, LO HAI PENSATO DI NUOVO. Seguo il suo sguardo: è fisso su una coppia di pappagalli verdi su un albero. Restiamo così per un po', nessuna dice niente finché non la sento sospirare e muoversi. Allora mi volto verso di lei. Si sta alzando? No Gaia non andare.
-No- dico. Spero capisca. Non lo fa perché mi guarda come se avessi due teste.
-Resta- aggiungo. Accenna un sorriso e di rimando me ne se apre uno anche sul mio viso. Tendo la mia mano e lei mi guarda non comprendendo cosa volessi fare. Sorrido più ampiamente:
-Sono Martina- aggiungo ancora con la mano pronta a stringergliela. Ieri sera non l'ho fatto. Oggi voglio rimediare.
-Non ci siamo ancora ufficialmente presentate- continuo tenendo sempre la mia mano verso di lei che mi guarda senza dire nulla. Sospiro.
-Per colpa mia- aggiungo mestamente pronta ad accettare il suo rifiuto alla mia stretta.
-Gaia- mi dice e prende la mia mano stringendola alla sua. È il primo contatto con lei ed è un contatto piacevolmente elettrico.
-Non è colpa tua- continua e sorride. Le nostre mani sono ancora strette ma nessuna delle due sembra farci caso perché lei continua a parlarmi:
-E comunque anche se fosse colpa tua non importerebbe- sorride mentre mi parla. Mi piace quando lo fa. È rassicurante.
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Vienilo a riprendere
FanfictionUna ragazza con un sogno. Martina è arrivata così nella scuola di Amici, di certo non si aspettava tutto ciò che quella scuola le avrebbe donato