1° Capitolo

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<<Madre, madre! Vogliamo che tu ci racconti una cosa!>> dissero i bambini guardando la donna davanti a loro <<Che cosa bambini?>> chiese la donna <<Di voi e nostro padre!>> urlarono all'unisono, la donna rise accarezzando la testa dei due. <<È una storia molto lunga...con diverse complicazioni ma cercheró di riassumervela, ascoltatemi per bene, ok?>> disse la donna sorridendo iniziando poi a raccontare.

Era mattina e l'inizio del quarto anno di superiori era ormai giunto. Non ero felice di ciò ma la "scuola" era importante. Il mio nome è Elena Smith, anche se non sembra ho 18 anni, dico non sembra perché per molti sono alta quanto una gigante. Essere 1.68 vale come super altezza? Non credo, ma vabbe, andiamo avanti. Ho i capelli biondi e i miei occhi sono color oceano. Almeno dei miei occhi, ne vado completamente fiera. Senza altre distrazioni mi avviai verso il bagno per una doccia, tra tutto quello che dovevo fare era il momento preferito di ogni mia giornata. Dopo un bel bagno caldo, presi dei vestiti del tutto casuali e molto velocemente li indossai. Dopo aver finito, scesi le scale andando verso la cucina per mangiare la colazione. <<Grazie per la colazione mamma>> dissi salutandola poi con un bacio sulla guancia <<E a me? Niente?>> disse mio padre con il broncio, lo guardai e risi <<Certo, certo>> dissi poi salutando anche lui. Ormai vicina all'entrata, indossai le scarpe e prendendo lo zaino uscì di casa. Mentre ero per strada presi le cuffie ed avviai la musica isolandomi da tutto. Non avevo molti amici, nessuno osava avvicinarsi a me ma forse in parte ero anche io che non parlavo con nessuno. Prendendo il cellulare per controllare l'orario sbiancai accorgendomi dell'estremo ritardo in cui ero. Iniziai a correre come un razzo verso la scuola <<Se arrivo in ritardo il primo giorno mi ammazzo!>> dicendo ciò per mia sfortuna andai a sbattere contro qualcosa o meglio qualcuno <<Ahia! Che botta>> mugulai per il dolore <<Tutto bene?>> disse una voce molto rauca <<Va tutto bene?>> ripetette lo sconosciuto. Alzai il capo e rimasi completamente abbagliata da due bellissimi occhi color cremisi Dio se mi hai benedetto, giuro che ti amo! pensai ormai con la testa da un'altra parte. <<Ehi!?Mi senti?>> sbraitò il ragazzo leggermente nervoso <<Eh!? Ah si, sto bene. Scusami per non aver visto dove mettevo i piedi...e che andavo molto di fretta!>> dissi cercando di giustificarmi, lo vidi sospirare e grattarsi la nuca <<Infatti...la prossima volta sta piú attenta. Se ti capitava davanti qualcuno meno gentile di me magari ti avrebbe anche minacciata. Comunque, tralasciando ció mi chiamo Ron e tu?>> disse poi porgendomi la mano <<Piacere...mi chiamo Elena>> risposi poi accettando l'aiuto si certo, sará pure carino peró poteva essere meno scontroso. Non è colpa mia se non l'ho visto pensai sospirando. <<Beh, tranquillo la prossima volta magari vedrò nel futuro dove sarai, così non non sbatteró più contro di te.>> dissi con tono seccato e riprendendo poco dopo a correre scuotendo la testa Ma vedi un po'...bah

Arrivata a scuola con il fiato ormai al limite, entrai nell'edificio raggiungendo la mia classe, ovviamente in ritardo. <<Signorina Smith lo sa che è in ritardo!? Il primo giorno di scuola poi!>> disse il professore con tono severo, sospirai << si...mi scusi tanto prof>> dissi senza ribattere, andando poi verso il mio posto Hanno aggiunto un banco vicino al mio, chissà perché. Uno studente nuovo? pensai << Oh giusto ragazzi, oggi vi presenterò il vostro nuovo compagno di classe, si è trasferito da poco, trattatelo bene ok? Puoi entrare>> disse il professore guardando verso la porta Te pareva pensai. La porta si aprì e non potevo credere ai miei occhi PROPRIO LUI!? pensai guardando il ragazzo entrare e fermasi di fianco alla cattedra <<Piacere di conoscervi, mi chiamo Ron Black>> disse sorridendo all'intera classe Tra tutti proprio lui?!  <<Ron va pure a sederti accanto a quella ragazza in fondo a destra, vicino alla finestra>> disse il professore indicando il banco vuoto vicino al mio COOSA!? NO! pensai sperando in un cambiamento ma niente. Ron annuendo camminò verso il banco e in quel momento i suoi occhi incontrarono i miei cercando in tutti i modi di divorarmi.

La giornata in qualche modo passò molto velocemente, anche se io e il nuovo arrivato l'abbiamo passata scambiandoci occhiatacce di profondo odio, o almeno, così a me sembravano. Scacciai tutti i pensieri negativi dalla testa e percorsi il corridoio scolastico per poter scendere le scale ed uscire dall'edificio ma ad un tratto tutte le persone intorno a me iniziarono a sparire senza lasciare una singola traccia. Rimasi completamente sola nell'edificio ed è in quel momento che iniziai a sentire dei suoni molto sinistri.

Ciò Che Non Ti Aspettavi[In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora