E' tornato l'inferno.

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Ripensando alla mia vita di merda a tutti i miei problemi, è perfettamente sbagliato se io in questo momento mi lasciassi andare, far entrare lui nella mia vita non era programmato.
I suoi occhi urlano di desiderio, e mi miei credo lo stesso, ma non posso.
Non posso farlo entrare nella mia vita.

-Io.. io.. devo andare in bagno.- Poggio le mie mani sul suo petto solido e muscoloso.
Vedo subito la delusione che passa attraverso il suo volto, si allontana e si mette al mio fianco, distendendosi.
Mi alzo di scatto e mi chiudo in bagno, butto tutta l'aria che ho trattenuto finora, mi passo le meno tra i capelli e mi trascino, sedendomi per terra.
-cazzo, cazzo cazzo.- ripeto piano in continuazione.
Non doveva vedere quello spettacolino del cazzo, si farà delle domande e cercherà la risposta con o senza il mio consenso.
Ora inizia la parte di merda, dove inizio a raccontare cazzate di continuo, a lui, che non se lo merita per niente, ma ha visto qualcosa che non doveva vedere.
Tiro lo sciacquone, per far finta che ho fatto i bisogni.
Esco e lo trovo fuori dal balcone, che fuma una sigaretta, ne prendo anch'io una e mi affianco a lui.
Aspiro il primo tiro e poi butto tutto fuori, sfinita dalla mia vita che mi mette sempre bastoni davanti, ma quali bastoni? Forse è più giusto dire interi muri, che devo spaccare e buttare giù con forza, per andare avanti.

-Era l'uomo dell'altra volta?- chiede piano.

Chiudo gli occhi, pronta a mentire.
-Jake, l'uomo che hai visto l'altra volta è solo un vecchio amico che mi ha fatto un torto.- continuo -è quello di stasera, era qualcuno che voleva derubarmi o approfittarsi di me.- finisco con calma e abbasso gli occhi.
Non voglio guardarlo, mi sentirei ancora di più una merda.

-Presupponiamo che quello che stai dicendo è la verità, no? Sappi che, se mi stai mentendo prima o poi lo scoprirò.- dice mettendomi una ciocca dietro l'orecchio.
Un gesto semplice, delicato che mi fa chiudere gli occhi.
Amo il modo in cui mi sfiora ma, mi fa sentire così fottutamente fragile.

Sentiamo il rumore della porta che si apre, sicuramente sarà mia madre, cazzo.

-cazzo, cazzo!- butto la sigaretta e spengo la luce.

-Stai qua fuori, tra poco ti apro.- lo indico con il dito e lui mi sorride, cazzo perché deve sorridere.

Chiudo la finestra e mi metto sotto le coperte facendo finta di dormire, come previsto mia madre entra per controllare se sto bene.
Sento che si avvicina, mi accarezza il viso e mi da un bacio sulla fronte poi esce e chiude la porta, sorrido a quel gesto tenero.

Mi alzo senza far rumore e riapro la finestra, trovandolo ancora lì.

-Per favore, potresti non dire nulla a mia madre di quello che è successo stasera?- chiedo guardandolo.

-Tranquilla.- dice passandosi una mano tra i capelli.

-Io vado, entro da qua, credo di riuscire ad aprire la mia finestra.- dice e la indica.
-Ricorda, non sono mai uscito così da una casa di una ragazza, in questo modo. Mai.- dice ridendo.
Rido anch'io, poi mi ricordo di fare silenzio e gli Poggio la mano sulla bocca.
-Shh, piano.- dico cercando di non ridere.
Alza le mani in segno di resa, poi le mette tra i miei capelli e lascia un delicato bacio sulla fronte.

Stasera la mia fronte è desiderata da tutti.

Il mio sorriso non vuole sapere niente di andarsene.

-Buonanotte.- sussurra.

Inizia a fare la scimmia acrobatica e riesce ad arrivare sul suo balcone, cerca di aprire la finestra e dopo qualche minuto ci riesce, si gira verso di me e mi fa l'occhiolino, in cambio riceve una linguaccia da parte mia.
-idiota, buonanotte.- dico ridendo.

Take me home.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora