Guardo fuori dal finestrino della macchina, tolgo le cuffiette e mi accorgo che ci siamo fermate davanti ad un palazzo..
-siamo arrivate?-
-si tesoro, dai scendiamo!- urla felice mia madre, è bello vederla cosi.
Alzo gli occhi al cielo e mi esce un sorriso a vederla cosi eccitata, di solito ci trasferiamo in citta piccole ed insignificanti, stavolta ha proprio esagerato, siamo in California. Il suo nuovo lavoro ci ha portati qui, e guadagnando di più ha deciso di prendere un appartamento più grande dei precedenti.
Finalmente ci trasferiamo per una buona causa.
Con la scusa e con tanti anni di sacrifici e un bel gruzzoletto salvato ho deciso di andare all'università di Berkeley.
Scendiamo dalla macchina e con i nostri bagagli andiamo verso la grande entrata, mia madre dopo tipo dieci minuti trova la chiave, arrivati finalmente dentro l'appartamento resto stupita dalla grandezza, non me l'aspettavo cosi, ha pensato proprio a tutto, è da un mese che programma tra mobili e tutto il resto.
-Allora piccola Amanda come ti sembra?-
-Hai fatto un ottimo lavoro ma'- le do un bacio sulla guancia e vado alla ricerca della mia camera. Apro la porta e mi ritrovo un grande letto, un bellissimo balcone, un armadio e infine una scrivania circondata da una libreria enorme. Amo leggere, è quello che faccio la maggior parte del tempo.
Dopo aver sistemato tutto ritorno in cucina, è già ora di cena e neanche me ne sono resa conto, sento un buon profumino che arriva dritto alle mie narici.
-Mmm oddio che cosa hai preparato?- chiedo a mia madre.
-Una buonissima pasta, gamberetti zucchine e panna.-
Oddio ho già detto di amarla?
-Quindi, quando hai detto che inizi all'università?- chiede portando i piatti a tavola e sedendosi su uno dei sgabelli.
-Tra una settimana, domani ci vado e prendo tutto ciò che mi serve, anche perché devo prendere tutti i libri-.
-Perfetto, comunque ho chiesto un favore ad una persona che conosco, mi ha fatto trovare una macchina per te, non puoi prendere sempre i mezzi, almeno sarai più libera.- mette giù un boccone e sorride.
Strabuzzo gli occhi e mi alzo dalla sedia andando verso di lei per poi abbracciarla.
-Mamma ma perché? Non dovevi è troppo!- la stringo più forte.
-Per quello che hai fatto non è niente piccola.- le trema un po' la voce e mi si stringe il cuore.
E' questo il nostro rapporto, lei è la cosa più importante che ho e per lei è la stessa cosa, ne abbiamo passate tante insieme, solo e sempre noi due. Siamo unite, ci siamo date e ci diamo sempre forza, io a lei e lei a me. Una la forza dell'altra.
Finito di mangiare e dopo aver parlato un po' saluto mamma e vado nella mia camera, decido di uscire qualche minuto fuori dal balcone per vedere e godermi la vista spettacolare mentre mi accendo una sigaretta. Immersa nei miei pensieri finisco in fretta di fumare e quando sto per ritornare dentro qualcosa attira la mia attenzione, un po' più in la noto che in una finestra, uguale alla mia, ci sia un'ombra di una persona, appena si accorge che lo guardo chiude subito la tenda. Okay, strano e inquietante, entro dentro chiudo tutto e mi butto letteralmente sul letto, stanca della giornata mi copro e chiudo gli occhi cadendo in un sonno profondo.
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Apro un occhio, e sento la suoneria della mia sveglia, provo a spegnerla e credo di esserci riuscita.
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Take me home.
RomansaAmanda Anderson, una ragazza forte e fragile allo stesso tempo, coraggiosa e umile, con una bellezza rara e semplice, una ragazza dal passato burrascoso pieno di tormenti che continuano a perseguitarla. Può porre fine a tutto questo da sola , certo...