Capitolo 5 ~ Ragazzini sotto il Mantello

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<< Che cosa ha fatto Nova? >> Esclamo, dopo che Nashi mi ha raccontato com'è andata la sua missione.

<< Ghihahaha! È stato davvero esilarante! Dovevi vedere la faccia di papà! >> Risponde mia sorella, cercando di trattenersi dallo scoppiare a ridere e fallendo miserabilmente, contaggiando anche nostro fratello Igneel.

<< Non ci credo! >> Esclama lui, tenendosi la pancia per le troppe risate. << Si sono fatti catturare veramente da una Gilda Oscura così debole?! Ghihahaha! >> Esclama, sfociando poi in una grossa risata, identica a quella di Nashi.

Distolgo lo sguardo, mettendomi una mano davanti le labbra e combattendo contro il mio orgoglio Dragneel, per non scoppiare anch'io in una grossa risata.

<< Comunque, la mamma aveva ragione! >> Esclama Nashi, attirando la nostra attenzione. << Igneel è la fotocopia del papà da giovane. >> Finisce facendo un enorme sorriso, lo stesso che fa il papà quando parla del nonno Igneel.

<< Io non assomiglio affatto a quel vecchio! >> Esclama nostro fratello colpito nell'orgoglio, mentre il rossore si fa spazio sulle sue guance.

<< Oh, su dai Igneel! Non fare l'orgoglioso anche adesso. E poi, il papà non c'è qua. Puoi almeno sorridere per lui, per favore! Almeno fallo per me! >> Lo assilla Nashi, ricevendo in cambio un leggero pugno sulla testa da Igneel, che gira la testa fingendo disinteresse mentre le sue guance variano dal rosso fuoco al fucsia.

Igneel non è mai stato così, da piccolo era Natsu in miniatura, con i capelli biondi. Ammirava e adorava nostro padre, era il suo idolo! Faceva trasparire le sue emozioni dietro ogni sorriso ed il suo sogno era quello di diventare un Dragon Slayer, proprio come lui. Però, non c'è la fece.

Igneel si allenava giorno e notte con il solo desiderio di diventare come papà. Si allenavano insieme, ridevano, scherzavano. Il papà gli diceva sempre che, anche se non avesse imparato a pieno la sua magia, sarebbe stato comunque fiero di lui. Nostro fratello non lo ascoltò.

Quando Nashi nacque, Igneel aveva un anno e mezzo. Crebbero insieme per due anni, due anni in cui Igneel la proteggeva e ci giocava insieme. Poi arrivai io. Nashi era la fotocopia al femminile di Igneel, la stessa ammirazione, la stessa adorazione, la stessa voglia di diventare un Dragon Salyer.

Mi ricordo perfettamente quel giorno, ero molto piccola ma abbastanza grande da capire quello che succedeva attorno a me.

Quel giorno, quel maledetto giorno, Nashi usò per la prima volta la magia del papà, creando un pugno di fuoco. Quel giorno, vidi un Igneel distrutto. Non sorrideva, non giocava con nostra sorella, non guardava più papà con ammirazione. Lo vidi correre in casa e nascondersi sotto le lenzuola e piangere.

Quella fu l'ultima volta, che vidi Igneel piangere ...

Nashi andò da lui, per far vedere al suo fratellone che era riuscita ad usare la magia del papà. Lui la cacciò, spingendola fuori dalla sua camera e dicendole di non avvicinarsi più a lui. Nashi ci rimase male, molto male. Per Nashi, se il papà era il primo uomo della sua vita, Igneel era il secondo. Sentire sulla propria pelle il suo rifiuto, la devastò.

La trovai che piangeva disperata, appoggiata con la schiena alla porta chiusa a chiave di Igneel. Quando mi sedetti vicino a lei, mi disse che era colpa sua se Igneel stava piangendo. Aveva paura di aver fatto male a Igneel, però non ne capiva il motivo.

Era così brutto vederla disperarsi così tanto e non sapere cosa fare.

Restammo entrambe lì, attaccate alla porta di Igneel tutta la notte, ad aspettare che ci aprisse. Alla mattina mamma ci trovò, Igneel non era ancora uscito e non lo fece neanche il giorno dopo finché, preoccupata per il suo bambino, riuscì a portarlo fuori dalla camera. Nashi cercò di avvicinarsi ma lui la allontanò con uno spintone, correndo fuori casa.

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