CAPITOLO 13

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Quando mi risveglio mi sento ancora più stanca di prima, la testa mi pulsa e mi sembra stia per scoppiare. Chissà quanto tempo sono stata addormentata.

Mi guardo intorno e provo a sentire se in casa c'è qualcuno. Silenzio. Sieg deve essere andato via veramente, meno male. Tiro un sospiro di sollievo. Devo ammettere che un pò mi dispiace di averlo trattato in quel modo, soprattutto visto come mi ha aiutato. Però, non voglio sapere cosa ha scoperto sul mio passato e non voglio essere usata e gettata via un'altra volta, se ha voglia di divertirsi meglio che vada da qualche altra parte.

Scendo lentamente dal letto, tenendomi al comodino, per evitare di cadere per terra. Mi gira la testa in maniera impressionante, sembra che la stanza sia sottosopra. Oggi sarà meglio mangiare qualcosa. Quando appoggio la mano sul comodino mi scontro con qualcosa, sposto lo sguardo e vedo che qualcuno ha lasciato un bicchiere con del succo di frutta e delle pillole. sul bicchiere c'è un biglietto con scritto "bevimi", mentre sulle confezioni di pastiglie c'è scritto "mangiami".

Mi viene da ridere, cosa siamo nel paese delle meraviglie?

A pensarci bene, ad Alice non è andata poi così bene. Prendo le scatole e inizio a leggere per capire a cosa dovrebbero servire. Sono stupita, una è per il mal di testa, le altre sono vitamine. Proprio quello di cui ho bisogno. Le prendo entrambe e bevo il succo, mentre mi avvio in cucina. Non che spero di trovarci qualcosa, alla fine non ho mai fatto la spesa.

Poggio il bicchiere nel lavandino, mi preoccuperò di lavarlo dopo. Guardo il frigo e lo apro, così tanto per fare, so perfettamente che ci troverò solo acqua. E invece, rimango a bocca aperta di nuovo. E' pieno, c'è di tutto. Sullo scaffale più basso noto un piatto con dei tramezzini e un'altro biglietto.

"Buongiorno. Mangia, ti farà bene."

Chi può aver fatto tutto questo? Per me poi...

Mi viene in mente solo una persona. Sieg. Lascio tutto lì e mi avvio a passo spedito verso l'ingresso. Le chiavi non sono nella serratura, quindi la porta non è stata chiusa. Allungo la mano e abbasso la maniglia per capire se è veramente così, la serratura scatta e la porta si apre. Mi cade qualcosa sui piedi e abbasso lo sguardo. Non ci posso credere!

- Sieg! cosa ci fai qui? - è lui che mi è caduto addosso e adesso è steso sul mio pavimento

- Natalie! come stai? hai mangiato? - non ha una bella cera, spero non abbia passato la notte qui fuori. Sembra anche preoccupato, ma può esserlo davvero?

- Non ti ho chiesto questo. Sei stato tu a lasciare quelle cose in casa mia? - se fosse, apprezzo il gesto, ma nessuno fa mai nulla per nulla e non ho intenzione di abbassare la guardia così facilmente.

- Perdonami, so che non mi sarei dovuto permettere di entrare e uscire da casa tua senza permesso. Sarebbe violazione di domicilio. Ma ero preoccupato e la tua dispensa e il tuo frigo erano vuoti, volevo solo esserti d'aiuto. Come va la testa? E i tagli, ti bruciano? - è stato lui, perfetto, come ogni uomo della mia vita si è permesso di fare come vuole. Certo, è stato carino e mi ha aiutato, però io gli avevo detto di andare via.

- Un avvocato che commette violazione di domicilio è ironico. Cosa ci facevi fuori dalla mia porta? - questo sarcasmo non so da dove mi sia uscito, forse è perchè non sto bene o forse sono solo pazza e stanca della vita, ma non ho paura di lui. All'inizio rimane un pò sorpreso dal mio commento, poi sorride. E' così bello quando lo fa.

- Si, anche imbarazzante per un uomo della mia età. - non è che sia così vecchio, ma questo commento lo tengo per me. Si mette una mano sul collo e si gratta la nuca, sì, è decisamente in imbarazzo, ma a me va bene. E' sexy quando fa così, e io sono decisamente diventata pazza, devo aver perso molto sangue per fare pensieri simili. - Ieri ti ho visto con quell'uomo. Mi sei sembrata in difficoltà e lui non sembrava avere buone intenzioni. Sono rimasto nel caso tornasse, tu non stavi bene, non ti saresti potuta difendere. -

The Darkness of LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora