CAPITOLO 16

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** Natalie **

Sta andando tutto fin troppo bene, non so se dovrei essere tranquilla o preoccuparmi. Ho fatto esattamente quello che avevo detto, mi sono svegliata all'alba, ho preso le mie poche cose e mi sono diretta all'aeroporto più vicino. Ho comprato il biglietto meno caro per il posto più lontano, non ho nemmeno idea di dove sia, ma poco mi importa. La ragazza allo sportello ha detto che ci si arriva solo in aereo o in nave e ci vogliono un discreto numero di ore, esattamente quello che serve a me. Un posto remoto, tranquillo, dove non farmi trovare da nessuno.

Per essere così presto, la sala d'attesa è stranamente movimentata. Pensavo di arrivare qui ed essere sola, e invece ci sono un sacco di persone. Famiglie, coppie, uomini d'affari, comunque gente felice e serena, pronta a partire per qualche avventura, per un momento di stacco dalla realtà fino al loro ritorno a casa.

Casa. E' una cosa che ho capito di non avere. Non ho un luogo fisico da poter definire tale, non mi fermerò mai abbastanza a lungo in un posto per poterlo chiamare così, sarò sempre in fuga ora che lui è libero. Alcuni dicono che casa è dov'è il tuo cuore, il problema è che il mio è morto molto tempo fa, non ha bisogno di una dimora. Altri ancora dicono che casa è la tua famiglia, sono le persone, ma io sono rimasta sola, nemmeno chi mi ha messo al mondo mi ha voluto.

Ammetto che l'idea mi fa meno male di quanto pensassi, ormai devo averci fatto il callo. All'inizio ho passato tante notti insonni a piangere, ore al telefono aspettando che mi rispondesse, giorni ad attendere che mi venisse a prendere all'istituto. Ma nessuno è mai arrivato. Ormai me ne sono fatta una ragione, la vita è così, ci sono alti e bassi, fortuna e sfortuna e il triste destino. Io per il momento ho vissuto nel lato nero della vita, aspetto di vedere il lato illuminato dal sole, se mai ci riuscirò.

Stando qui, seduta su questa scomoda seggiola, in attesa che chiamino il check-in del mio volo, provo una strana sensazione di pace e serenità. Osservo dalla mia bolla il via vai di passeggeri, piloti, hostess, lavoratori dei vari negozi, un incessante avanti e indietro. Mi chiedo quale sia la storia di ognuno di loro, perchè sono qui, con chi sono qui, se magari anche loro stanno scappando da qualcosa o qualcuno, se hanno vissuto una vita difficile e hanno trovato la felicità. Ogni ora, ogni giorno, ogni anno, ci facciamo tante domande, una serie di perchè fin da quando siamo bambini, alle volte troviamo le risposte che cercavamo, altre costruiamo noi la risposta, altre ancora rimaniamo con il dubbio. Credo sia a quel punto che la curiosità o la testardaggine spingano ad andare oltre, a non arrendersi, a cercare e sperimentare e allora si fanno le più grandi scoperte, forse non per l'umanità, ma per se stessi.

Io sono ferma alla fase delle domande, non ho nemmeno iniziato la ricerca, anche perchè non so nemmeno chi sono, non sono nemmeno sicura di quali possano essere le risposte di cui ho bisogno.

Sospiro rilassata e mi accomodo meglio al mio posto, contenta di non avere nessuno vicino, di potermi godere il mio angolo e continuo ad osservare quello che mi circonda. Non ho mai preso un'aereo, chissà come sarà.

Il mio occhio cade su un inserviente, ammiro molto questa categoria di lavoratori, per dar da mangiare alle loro famiglie sono disposti a fare un lavoro umile. Molti non li vedono nemmeno, come se non esistessero, ma è grazie a loro se viviamo nel pulito. L'uomo che ha catturato la mia attenzione ha un che di familiare, ma è troppo distante per metterlo bene a fuoco.

Inizio a sentire uno strano moto d'ansia muoversi dentro di me, c'è qualcosa che non va, ma ancora non riesco ad afferrarlo, so solo che il mio sguardo è fisso su di lui.

Si muove silenziosamente e lentamente, raso al muro, quasi ne facesse parte e osserva intorno a se, chiunque gli passi accanto, anche se in modo molto discreto. Il berretto gli copre il volto, non so come mai, ma devo assolutamente vedere cosa si nasconde sotto. Mi alzo di scatto in piedi e afferro la mia unica borsa e me la metto a tracolla. Si sta avvicinando e io mi sto agitando sempre di più.

The Darkness of LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora